mercoledì 13 giugno 2018

PERVERSIONE DEL LINGUAGGIO

Il vocabolario Treccani della lingua italiana così definisce il termine “razzismo”:
“Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la 'purezza' e il predominio della 'razza superiore'.”
Ed è razzista “Chi sostiene e attua la teoria e la prassi del razzismo”.
Nella ideologia politicamente corretta invece è “razzista” chi rifiuta l'immigrazione priva di regole e ritiene che i vari paesi abbiano il diritto di imporre vincoli, limiti e proibizioni alla immigrazione e respingere i clandestini.

Lo stesso vocabolario così definisce le “leggi speciali”:
leggi speciali, quelle che fanno eccezione a principî stabiliti in leggi generali la cui validità ha, ovviamente, maggiore estensione”.
Per i politicamente corretti invece vuole “leggi speciali” chi pretende che TUTTI i cittadini osservino le LEGGI GENERALI, valide, appunto, per TUTTI.

Veniamo ora al termine “sessismo”. Viene così definito:
“Atteggiamento di chi (uomo o donna) tende a giustificare, promuovere o difendere l’idea dell’inferiorità del sesso femminile rispetto a quello maschile e la conseguente discriminazione operata nei confronti delle donne in campo sociopolitico, culturale, professionale, o semplicemente interpersonale; anche, con sign. più generale, tendenza a discriminare qualcuno in base al sesso di appartenenza”.
Per i politicamente corretti invece è “sessista” chi ritiene che il sesso e le differenze sessuali esistano non possano essere ridotte a “costrutto sociale”.

Veniamo a “omofobia”. Questa la definizione:
“Avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità”.
Per i politicamente corretti invece sarebbe “omofobo” chi sostiene che i bambini abbiano un padre ed una madre.

Terminiamo con “fascismo”.
Movimento politico italiano che trasse origine e nome dai Fasci di combattimento
fondati nel 1919 da B. Mussolini (...) costituitosi in partito nel 1921 (…). In senso astratto, l’insieme di ideologie e di concezioni (corporativismo economico e accentramento amministrativo in politica interna, espansionismo imperialistico in politica estera) che ne costituirono il fondamento teorico, cioè la dottrina. Il termine è stato poi esteso, più o meno fondatamente, a indicare altri movimenti sorti soprattutto in Europa fra le due guerre mondiali, e successivamente anche in paesi extraeuropei, con caratteristiche simili a quelle del fascismo italiano.
Oggi moltissimi definiscono “fascista” qualsiasi politica diversa da quella propugnata dai partiti di sinistra, o addirittura di estrema sinistra che rappresentano in tutto non più del cinque o sei per cento del corpo elettorale.

Si potrebbe continuare, ma rischieremmo di diventare noiosi. Siamo di fronte ad una perversione profonda del linguaggio, alla perdita di senso delle parole. Il rapporto fra parole e cose si spezza, ognuno può appiccicare questo o quel termine a ciò che gli pare, senza curarsi minimamente della logica, della grammatica, della sintassi e della semantica.
La perversione del linguaggio è tipica dei periodi di barbarie, cerchiamo di non dimenticarlo.

1 commento:

  1. ottimo, anche se dimenticasti "laico", che è passato da significare "credente non chierico, non necessariamente cristiano" a "ateo convinto e anticlericale incattivito....

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