venerdì 18 marzo 2022

NEUTRALITA'


Si parla di una soluzione della guerra in Ucraina. La parola chiave è “neutralità”. L’Ucraina dovrebbe diventare una sorta di Svizzera est europea, un paese fuori dai conflitti, neutrale e con un esercito di dimensioni ridotte. Sembra molto ragionevole come soluzione del conflitto. Se Zelen’skyj lo avesse accettato subito quanti lutti sarebbero stati risparmiati! In ogni caso, è inutile piangere sul latte versato. La neutralità va accettata, ora, subito. Mi sembra di udire gli strilli dei pacifinti: se Zele’skyj non accetta dimostra di essere un folle, no, un nazista, meglio ancora: un nazista folle.
Lasciamo perdere le polemiche sul “latte versato”. Qualsiasi persona intellettualmente onesta capisce benissimo che se una trattativa vera ci sarà sarà stata la resistenza degli ucraini a renderla possibile. Se Zelen’skyj avesse accettato i consigli dei vari Capuozzo o Liguori l’Ucraina semplicemente non esisterebbe più come entità autonoma. Punto.
Vale invece la pena di spendere qualche parola sulla famosa “neutralità”.
In effetti non ci sarebbe nulla di terribile per gli ucraini se accettassero che il loro paese diventasse una sorta di Svizzera, però… però la Svizzera non è stata obbligata da nessuno, armi alla mano, ad essere neutrale. La Svizzera non ha dovuto subire due invasioni in otto anni, nessun paese straniero la ha amputata del suo territorio per imporle la neutralità. Soprattutto, la Svizzera non confina con un paese molto più forte militarmente di lei il cui capo potrebbe, da un momento all’altro decidere che la sua neutralità non è abbastanza “neutrale”, quindi invaderla per la terza volta.
Putin ha letteralmente trasformato in carta igienica tutti i trattati riguardanti l’ucraina. Non ha tenuto in alcun conto il referendum del 1991 sull’indipendenza di quel paese, ha strappato il memorandum di Budapest del 1994, con cui l’Ucraina restituiva alla Russia 1900 testate nucleari in cambio del riconoscimento della sua indipendenza e della sua integrità territoriale (Crimea e Donbas compresi), infine invadendo l’Ucraina ha clamorosamente violato gli accordi di Minsk del 2014. Mi sembra che se gli ucraini manifestano perplessità sulla “neutralità” hanno ottime ragioni per farlo. Chi garantirà la sicurezza di una Ucraina neutrale? Questo è il punto. Perché senza solide, solidissime garanzie di sicurezza l’Ucraina NON sarebbe neutrale, sarebbe solo asservita in tutto e per tutto a Mosca, soggetta a tutti i suoi ricatti, uno stato fantoccio.
Ovviamente spetta agli ucraini, e solo a loro decidere se e quanto cedere della loro autonomia per evitare guai maggiori. Ma, per favore, i sostenitori della resa (che loro chiamano pace) ci risparmino i gridolini di stupore e di indignazione se la scelta di un popolo martoriato non fosse conforme ai loro desideri.

 

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