martedì 19 marzo 2013

LA CORSA AGLI SPORTELLI

La più grande paura dell'Europa

La corsa agli sportelli è la cosa peggiore che possa capitare ad un sistema economico. Se, per un qualsiasi motivo, i depositanti perdono la fiducia nelle loro banche corrono a ritirare quanto  depositato. Le banche però non possono far fronte ad una massiccia ondata di prelievi, non possono farlo perchè i soldi dei depostanti non restano inoperosi nei loro forzieri. Quei soldi si sono trasformati in crediti alle imprese e alle famiglie. Per far fronte alle domande di prelievo la banca non ha che una via: chiedere agli operatori economici la restituzione di quanto a loro prestato. Ma neppure questi sono in grado di restituire il denaro avuto in prestito. Quel denaro si è trasformato in salari e stipendi, materie prime, macchinari. Un sistema economico è sempre in squilibrio dinamico, il denaro in esso immesso è sempre in circolazione, contribuisce alla creazione di nuova ricchezza. Non esiste mai una situazione in cui tutti i depositanti possano riavere il denaro depositato o tutti i mutuatari possano rendere l'importo dei prestiti loro concessi. In tutto questo non c'è, deve essere ben chiaro, nulla di particolarmente negativo o malvagio. Un uomo che cammina non è mai in perfetto equilibrio, il movimento è dato appunto da una serie di successivi squilibri che via via si ricompongono e si scompongono. Bloccare il ciclo che dal denaro porta alla produzione di merci e servizi e da questa alla creazione di nuovo denaro è un po' come assestare una mazzata nelle rotule ad un uomo che cammina: significa far crollare il sistema, innescare un effetto domino dalle conseguenze imprevedibili, comunque disastrose.
Eppure, dando prova di una stupidità pari solo alla loro arroganza, le autorità monetarie europee stanno facendo proprio questo. Cercano di imporre ai ciprioti un prelievo forzoso sui conti correnti bancari, tra l'altro di livello altissimo: quasi il 10% per i depositi oltre i 100.000 euro, il 6,75% per gli inferiori. Un furto legalizzato che avrà come unico risultato una perdita di fiducia nei confronti del sistema creditizio dalle conseguenze imprevedibili.
Qualcuno dirà: è una misura che colpisce i ricchi, ben venga quindi. Il solito idiota! A parte il fatto che essere ricchi non è un reato, a parte il fatto cghe avere un po' di soldi sul conto non significa essere ricchi, simili misure hanno il solo effetto di disincentivare gli investimenti, quindi di peggiorare la situazione di chi ricco non è.
Altri diranno: a Cipro un sacco di depositi bancari sono frutto del riciclaggio. Se è vero si indaghi e si colpiscani i riciclatori, non si dia una mazzata a tutto il sistema economico e finanziario.
Altri ancora diranno che la crisi dei debiti sovrani è grave. Se è tanto grave meglio farebbe lo stato a consolidare il  suo debito. In fondo chi compra titoli sa che esiste il rischio emittente. E' più giusto, ed è economicamente preferibile, che a sostenere i costi della crisi siano coloro che hanno investito sapendo di rischiare. Non si capisce perchè debba essere chi non ha investito, magari perchè non aveva soldi da investire, a dover pagare per garantire una solvibilità fasulla dello stato.
Il parlamento cipriota per ora ha bloccato il prelievo forzoso, però è possibile che  questo venga riproposto, forse in forma attenuata, o che vengano proposte misure simili. In ogni caso il proporlo ha provocato molti danni ed altri ne  provocherà. Il solo fatto che le autorità della UE abbiano violato quello che, malgrado il precedente del decreto Amato, era considerato un tabù, e lo spettacolo delle banche chiuse, del blocco della operatività on line sui conti, ha fortemente incrinato la fiducia del pubblico, e una volta che la fiducia sia stata incrinata ricostruirla è molto, molto difficile.
In Italia il decreto Amato, di entità comunque enormemente più ridotta, aveva anticipato i tempi. Speriamo solo che a qualcuno non venga oggi in mente di riproporre una simile follia. Con Bersani pronto a far carte false pur di conquistare Grillo tutto è possibile. Purtroppo.    

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