martedì 26 giugno 2018

CONTRADDIZIONI

Ogni volta che un Pierino del PD appare in TV e parla di migranti tira fuori dal cilindro il seguente ragionamento: “sui migranti Salvini è in contraddizione perché da un lato è vicino ad Orban, che non vuole accogliere nessuno, e dall'altro chiede che l'Europa si prenda una parte dei migranti che sbarcano”.
In effetti c'è un po' di ambiguità nelle posizioni del governo su questo punto, ma c'è anche un sacco di malafede da parte dei Pierini del PD.
In realtà nessuno, mi pare, propone: “accogliamo tutti i migranti salvo poi redistribuirne un po' nei vari paesi europei". La linea è, mi pare: "occorre ridurre drasticamente gli sbarchi e le partenze, espellere chi non ha titolo per restare e redistribuire i restanti fra i vari paesi europei". Una posizione leggermente diversa da quella che i Pierini di turno cercano di presentare. Ed opposta rispetto a quella portata avanti dai precedenti governi che era più o meno: "facciamo entrare tutti, preghiamo l'Europa di prendersene un po' e se l'Europa risponde picche teniamoceli tutti noi".
Se davvero l'Europa riduce drasticamente gli sbarchi ed espelle chi non ha diritto di restare si può chiedere a tutti, Ungheria compresa, di collaborare. Ma se questo non avviene è pura prepotenza pretendere che paesi che già hanno subito dominazioni straniere pesantissime mettano in gioco la loro identità per seguirci in un buonismo ipocrita e peloso!

Poi i Pierini parlano di Minniti. E' vero che con lui le cose sono un po' cambiate, ma proprio Minniti è stato oggetto, anche nel PD, di critiche violente. Questo nessuno lo ricorda.
Infine, parlando di contraddizioni, la contraddizione più enorme è, da sempre, tutta DENTRO il PD.
Per anni i vari Pierini hanno continuate a dire: “è dovere MORALE accogliere tutti”.
Per anni hanno ripetuto: “i migranti sono preziose risorse, ci pagano le pensioni, sostengono lo stato sociale, contribuiscono a ringiovanire la popolazione” (una logica da mercanti di schiavi o da ratto delle sabine, ma... tralasciamo).
Ora, posti di fronte ad una situazione insostenibile conguettano: “NOI abbiamo ridotto gli sbarchi, NOI siamo quelli bravi”.
E no cari signori!
Se è dovere MORALE accogliere tutti riducendolo gli sbarchi avete commesso un atto immorale, disumano!
Se i migranti sono preziose risorse riducendo gli sbarchi avete impoverito il paese!
Decidetevi! Siete per la accoglienza illimitata o NO? E se no come pensate di ridurre davvero, e drasticamente, sbarchi e partenze?
Siate seri, una volta tanto!

sabato 23 giugno 2018

IL RE E' NUDO!

Vogliamo dircela tutta, per una volta, la verità? Dietro alle liti sulle “quote” di migranti da assegnare a questo o a quel paese europeo, dietro alle infinite discussioni sui commi e sotto commi delle varie convenzioni internazionali sta una realtà molto chiara: i vari paesi europei di migranti non ne vogliono più, quanto meno ne vogliono pochi, molto pochi.
La cosa non deve stupire né, tanto meno, scandalizzare. Quella a cui stiamo assistendo non è una “emergenza migratoria”, è, molto semplicemente, un processo di trasferimento di popoli. Qualcosa che l'Europa non può reggere. Non lo può reggere a livello economico, sociale, culturale, di sicurezza. Soprattutto non lo reggono, o lo reggono sempre meno, le popolazioni dei vari paesi europei, come dimostra il diffondersi di quella che Macron ha definito la “lebbra” del populismo. E i leader dei vari paesi europei hanno si la mentalità corrotta dal politicamente corretto, ma non sono tanto stupidi da non rendersene conto. E così accolgono col contagocce. Fino a ieri l'Italia fungeva da ammortizzatore. Pochi entravano in Francia o in Spagna, ma molti in Italia che comunque aveva, ed ha, una percentuale complessiva di migranti molto inferiore, vista anche l'assenza di un passato coloniale. Ora le cose sono cambiate. L'Italia è in mano ai “cattivi” che di migranti ne vogliono pochi e questo fa esplodere tutte le contraddizioni. Da qui le urla, gli strilli, i dibattiti giuridici infiniti.

Non mi stupisce in fondo l'atteggiamento di paesi come la Francia e la Spagna. Sono paesi profondamente segnati dai flussi migratori, tormentati dal terrorismo islamico. Già, il terrorismo. Sono certo che molti pensano, in Francia o in Spagna: “ma cosa diavolo vuole l'Italia? Non ha subito neppure un attentato, noi invece...”. Nessuno dice una cosa simile, ovviamente. Dirla vorrebbe dire ammettere ciò che tutti sanno ma che nessuno osa dire, cioè che esiste un legame non accidentale fra immigrazione fuori controllo e terrorismo. Tutti devono dire che il terrorismo non ha nulla a che vedere con le migrazioni, che l'Islam è una religione di pace, che i terroristi sono più o meno criminali comuni, tutti lo devono dire e lo dicono, ma tutti sanno benissimo che si tratta di palle consolatorie. Paesi come la Francia e la Spagna, il Belgio e la stessa Germania hanno già pagato. L'Italia no. Cosa diavolo vogliono allora questi italiani preda della “lebbra populista”? Si prendano la loro parte di rischio e non rompano!
Quindi non mi scandalizzo se Macron o la signora Merkel sono molto restii ad aprire le porte a nuovi migranti. Trovo invece intollerabile la loro ipocrisia arrogante. E' semplicemente indecente che invece di parlare di difesa delle frontiere d'Europa, ed agire seriamente di conseguenza, questi signori parlino di accoglienza, salvo poi pretendere che sia l'Italia a farsene carico.

Sulla questione dei migranti l'Europa sta dimostrando la sua totale inconsistenza.
L'Unione europea emette direttive sui piatti di plastica, disquisisce sulla differenza fra “confetture” e “marmellate”, stabilisce la temperatura del caffè espresso, ma è solo capace di litigare e di infognarsi in infinite dispute sui cavilli di leggi, regolamenti e convenzioni quando si tratta di far fronte ad una sostituzione di popolazioni.
E, naturalmente, in questo gran casino nessuno ha il coraggio di dire la piccola, elementare verità. Una verità molto semplice che tutti conoscono, a parte forse qualche imbecille talmente preso dall'ideologia da esser incapace di pensare: non si tratta di “redistribuire”, si tratta di ridurre drasticamente i flussi migratori, trasformare le migrazioni in normali, e controllati, processi di emigrazione ed immigrazione.
Sarebbe ora che qualcuno gridasse: “IL RE E' NUDO”.

martedì 19 giugno 2018

DIECI PUNTI SUI ROM

Ne ho lette di tutti i colori sui rom in questi giorni. Vedo di sintetizzare in 10 punti ciò che penso sull'argomento. Forse non è completamente inutile.

1) Solo persone del tutto cieche o in cattiva fede possono negare che la gran maggioranza dei rom non rispettano le leggi ed i regolamenti che valgono per tutti i cittadini italiani.
Qualcuno crede davvero che la maggioranza, o anche solo una significativa minoranza dei rom compilino il mod. 730? Paghino le varie tasse ed imposte? Abbiano i documenti in regola? Mandino regolarmente a scuola i loro figli? Sinceramente non credo.

2) Solo persone molto stupide o molto disoneste intellettualmente possono pensare che l'illegalità diffusa tra i rom possa essere ricondotta ad una serie di casi individuali. Si tratta invece con tutta evidenza di una illegalità collegata con una cultura, un particolare modo di rapportarsi allo stato ed alle sue leggi.

3) Esistono già le leggi che obbligano i rom a comportarsi come tutti gli altri cittadini italiani. Lo ha ripetuto con aria molto seria il signor Enrico Mentana, nuovo campione del giornalismo liberal. Certo esistono, e allora? Sono fatte osservare queste leggi? E, se no, come farle osservare?

4) Per farle osservare occorre forse procedere a schedature etniche della popolazione rom? NO. Le schedature etniche contrastano con i principi basilari della democrazia liberale e tanto basta per rigettarle. Però, francamente, non mi pare che nessuno le abbia proposte.


5) Per far si che i rom rispettino le leggi che valgono per TUTTI i cittadini italiani non servono le schedature, ma di certo servono controlli rigorosi e mirati volti ad appurare le dimensioni quantitative e le caratteristiche qualitative della illegalità diffusa fra i rom.

6) Per qualcuno i controlli non possono essere mirati, non devono cioè riguardare specificamente i rom. Sarebbe “discriminatorio” effettuare simili controlli. Chi ragiona in questo modo astrae completamente dalle dimensioni concrete del problema. E “discriminatorio” controllare in maniera particolare certe zone del paese quando si lotta contro mafia e camorra? Ogni azione umana è in qualche modo “discriminatoria” perché si concentra su certi problemi e non altri, riguarda certi soggetti e non altri, certe zone e non altre, certe forze sociali e non altre. Se si accetta l'evidenza, cioè che la illegalità è diffusissima e generalizzata fra i rom, si deve accettare anche che siano i rom più di altri a venir controllati.

7) Appellarsi alle leggi che “già valgono per tutti” per negare la necessità di azioni di controllo mirato su chi è molto probabilmente fuori dalla legalità, vuol dire negare di fatto proprio la generalità della legge. Partendo da astratti discorsi sulla universalità della legge si finisce per avallare una prassi che esenta di fatto certi soggetti dalla osservanza delle leggi. E si mette in atto una inaccettabile forma di discriminazione: quella che obbliga i cittadini normali a seguire rigorosamente ogni legge, leggina, regolamento ed uso normativo ed esenta altri dal seguire qualsiasi legge.

8) Qualsiasi paragone fra le proposte, più o meno accettabili, che vengono fatte sui rom in questi giorni e le misure di discriminazione e schedatura degli ebrei nel triste periodo nazifascista è inaccettabile. Le schedature degli ebrei miravano prima a discriminarli e rinchiuderli nei ghetti, poi a massacrarli. Dietro alle proposte sui rom c'è oggi solo l'esigenza di far si che anche loro osservino le leggi che valgono per tutti i cittadini italiani. C'è una bella differenza fra le due cose! Gli ebrei avrebbero saltato di gioia se qualcuno nella Germania nazista avesse detto: "gli ebrei devono osservare le stesse leggi, avere gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti i cittadini tedeschi".

9) Solo degli imbecilli o delle persone in totale cattiva fede possono confrontare schedature che preparavano le camere a gas con la legittima pretesa che anche i rom paghino le tasse e mandino i figli a scuola. Dietro a simili idiozie sta una perversione profonda del linguaggio, un parlare per slogan, un distacco fra parole e cose che fanno paura. Certi giornalisti che impazzano nei vari TG stanno perdendo ogni giorno di più ogni contatto col mondo reale. Sanno solo urlare “razzista” a chi si permette di ricordar loro che il mondo vero è leggermente diverso dalla loro immagine mielosa del mondo.

10) Per farmi capire e rispondere in anticipo a certe persone “diversamente intelligenti”: se qualcuno dovesse davvero proporre schedature etniche o misure davvero ghettizzanti e discriminatorie io sarei assolutamente contrario. Questo dovrebbe risultare chiarissimo da quanto scritto nei nove punti precedenti. Però, visto che ormai il significato della parole risulta ostico a molti... repetita iuvant.

E tanto basta.

giovedì 14 giugno 2018

ALBINATI, CONTESTI E RETORICA


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Come si sa lo scrittore Edoardo Albinati (chi?) ha affermato di aver sperato, poi vergognandosene, che un bambino morisse sull'Aquarius, per vedere in difficoltà il governo. Le sue parole hanno provocato molte reazioni indignate. Nulla di strano. Se Salvini dicesse qualcosa di simile cosa succederebbe?
La signora Loredana Lipperini, una sottile intellettuale, infatti pare che lavori a RAI 3, difende Albinati con stringenti argomentazioni. Val la pena di commentare il suo breve scritto perché è davvero paradigmatico.

1) La dichiarazione di Albinati è stata estrapolata dal contesto.
E allora? Qualsiasi dichiarazione, qualsiasi atto o pensiero di chiunque è SEMPRE estrapolato dal contesto. Ognuno di noi vive nel contesto dell'universo e della storia universale. Se non lo si “estrapolasse dal contesto” ogni nostro pensiero o azione potrebbe essere commentato, criticato, condannato o lodato solo dopo una analisi infinita della storia dell'universo, dal big bang ai giorni nostri. Se io dico: “sarei felice se X morisse” il senso della mia affermazione si capisce benissimo anche senza conoscere la storia del mondo, del genere umano e dell'universo.

2) Albinati ha usato un “espediente retorico”.
Gli espedienti retorici sono trucchi e tecniche degli oratori per ottenere dal pubblico la reazione desiderata. Ad esempio, se dico ad un amico sulla sessantina che frequentando quella certa palestra diventerà agile come un ventenne sto usando un espediente retorico. Abbellisco la frase, in realtà voglio solo dirgli che la ginnastica che gli consiglio gli farà bene. Ammettere di aver desiderato la morte di un bambino, e di essersene poi vergognato, non è un espediente retorico, infatti non provoca reazioni positive fra il pubblico, al contrario. E' la ammissione, fatta in un momento di sincerità, di un desiderio reale, tanto reale da indurre vergogna. Se espediente retorico c'è in tutto questo è semmai proprio la vergogna che si dice di aver provato e che con tutta probabilità non è sincera. Dire di aver provato vergogna serve solo, retoricamente, a ridurre l'effetto negativo della dichiarazione.

3) La signora Lipperini dimostra di non sapere cosa sono le ideologie, tutte le ideologie. La ideologia non vuole migliorare il mondo, lo vuole rovesciare, non mira a migliorare la vita degli esseri umani empirici, mira alla loro trasfigurazione. La ideologia non serve all'uomo, sono gli uomini che servono alla ideologia. Per questo motivo tutte le ideologie, di destra o di sinistra, classiste o razziali, nazionaliste o mondialiste che siano accettano la tattica del tanto peggio tanto meglio. Se il peggioramento della situazione favorisce il partito ideologico è bene che la situazione peggiori! Se la morte di un bambino mette Salvini in difficoltà, muoia pure il bambino! Tanto peggio tanto meglio.
Dopo lo scoppio della rivoluzione di febbraio Lenin era preoccupato di una cosa: che il governo provvisorio ottenesse la pace. Se un simile evento si fosse verificato le possibilità del partito bolscevico si sarebbero ridotte a zero. Di nuovo, tanto peggio tanto meglio. Basta conoscere un po' la storia...

Quanto alle preoccupazioni per gli "inviti agli ammazzamenti", Beh, se c'è chi li fa va condannato senza riserve. Anche se milita nei centri sociali che quanto a linguaggio, e non solo linguaggio, cruento non sono secondi a nessuno. Mi limito ad aggiungere che appiccicare a tutti l'etichetta di "razzista" finisce per diventare un implicito invito se non agli "ammazzamenti" quanto meno alle aggressioni fisiche. E chiedo alla signora Lipperini se è d'accordo con chi sfascia i vetri dell'auto di Salvini, o cerca di impedirgli di tenere dei comizi. La domanda forse è un po' retorica...

mercoledì 13 giugno 2018

PERVERSIONE DEL LINGUAGGIO

Il vocabolario Treccani della lingua italiana così definisce il termine “razzismo”:
“Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la 'purezza' e il predominio della 'razza superiore'.”
Ed è razzista “Chi sostiene e attua la teoria e la prassi del razzismo”.
Nella ideologia politicamente corretta invece è “razzista” chi rifiuta l'immigrazione priva di regole e ritiene che i vari paesi abbiano il diritto di imporre vincoli, limiti e proibizioni alla immigrazione e respingere i clandestini.

Lo stesso vocabolario così definisce le “leggi speciali”:
leggi speciali, quelle che fanno eccezione a principî stabiliti in leggi generali la cui validità ha, ovviamente, maggiore estensione”.
Per i politicamente corretti invece vuole “leggi speciali” chi pretende che TUTTI i cittadini osservino le LEGGI GENERALI, valide, appunto, per TUTTI.

Veniamo ora al termine “sessismo”. Viene così definito:
“Atteggiamento di chi (uomo o donna) tende a giustificare, promuovere o difendere l’idea dell’inferiorità del sesso femminile rispetto a quello maschile e la conseguente discriminazione operata nei confronti delle donne in campo sociopolitico, culturale, professionale, o semplicemente interpersonale; anche, con sign. più generale, tendenza a discriminare qualcuno in base al sesso di appartenenza”.
Per i politicamente corretti invece è “sessista” chi ritiene che il sesso e le differenze sessuali esistano non possano essere ridotte a “costrutto sociale”.

Veniamo a “omofobia”. Questa la definizione:
“Avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità”.
Per i politicamente corretti invece sarebbe “omofobo” chi sostiene che i bambini abbiano un padre ed una madre.

Terminiamo con “fascismo”.
Movimento politico italiano che trasse origine e nome dai Fasci di combattimento
fondati nel 1919 da B. Mussolini (...) costituitosi in partito nel 1921 (…). In senso astratto, l’insieme di ideologie e di concezioni (corporativismo economico e accentramento amministrativo in politica interna, espansionismo imperialistico in politica estera) che ne costituirono il fondamento teorico, cioè la dottrina. Il termine è stato poi esteso, più o meno fondatamente, a indicare altri movimenti sorti soprattutto in Europa fra le due guerre mondiali, e successivamente anche in paesi extraeuropei, con caratteristiche simili a quelle del fascismo italiano.
Oggi moltissimi definiscono “fascista” qualsiasi politica diversa da quella propugnata dai partiti di sinistra, o addirittura di estrema sinistra che rappresentano in tutto non più del cinque o sei per cento del corpo elettorale.

Si potrebbe continuare, ma rischieremmo di diventare noiosi. Siamo di fronte ad una perversione profonda del linguaggio, alla perdita di senso delle parole. Il rapporto fra parole e cose si spezza, ognuno può appiccicare questo o quel termine a ciò che gli pare, senza curarsi minimamente della logica, della grammatica, della sintassi e della semantica.
La perversione del linguaggio è tipica dei periodi di barbarie, cerchiamo di non dimenticarlo.

lunedì 11 giugno 2018

AQUARIUS

Non so come andrà a finire il braccio di ferro sulla “Aquarius”. Se Salvini fosse costretto cedere molti, fra un saltello di gioia e l'altro, direbbero: “visto? Una cosa sono le promesse elettorali, altra cosa affrontare concretamente i problemi”.
Prima lavorano per rendere in problemi insolubili, poi si fanno forti di questa presunta insolubilità. Per anni hanno lavorato per trasformare l'Italia in una sorta di terra di nessuno, nel campo profughi d'Europa, e ora fanno i saggi. Ogni commento è superfluo.

Ciò detto val la pena di fare alcune telegrafiche considerazioni, per punti.

1) L'Italia non sta violando alcun trattato, alcuna legge internazionale. Non sta scritto da nessuna parte che quelli italiani siano gli unici porti sicuri cui debbano attraccare le varie navi piene di migranti. Nessuna convenzione prevede che navi battenti bandiere tedesca o spagnola debbano attraversare mezzo mediterraneo per approdare sempre e solo in porti italiani, lasciandosi alle spalle altri porti di altri paesi. E' addirittura successo, in passato, che i migranti si siano rifiutati di sbarcare in porti non italiani costringendo il comandante della nave che li trasportava a far rotta verso l'Italia. Questo sarebbe diritto?

2) Le navi delle ONG non effettuano, nella maggioranza dei casi, alcun salvataggio in mare. Non soccorrono dei naufraghi. Fanno servizio taxi per migranti. Si recano a pochi chilometri dalle coste libiche e lì accolgono i migranti, spesso mettendosi d'accordo con gli scafisti. Lo hanno detto alcuni serissimi magistrati, non dei pericolosi populisti.

3) La gran maggioranza delle persone trasportate nelle navi delle ONG non sono profughi. I profughi rischiano grosso per abbandonare i paesi da cui fuggono. I passeggeri delle navi ONG partono alla luce del sole, indisturbati. I paesi da cui i veri profughi fuggono molto spesso rivogliono indietro i fuggitivi, ne reclamano il rimpatrio. Quelli da cui salpano i migranti invece non vogliono che torni indietro nessuno. Li lasciano partire indisturbati poi dicono: “teneteveli”.


4) E' triste assistere alle sofferenze di persone in mare da molti giorni. Ma non si può continuare a cedere ai ricatti morali. Il problema non sono i passeggeri della “Aquarius”. Quei passeggeri sono stati preceduti, e potrebbero essere seguiti, da decine, centinaia di migliaia di altri. I finti buoni sminuzzano i problemi, li riducono ad una serie di casi isolati e lacrimevoli. Invece bisogna vedere il problema nella sua interezza e complessità, per cercare una buona volta, se non di risolverlo, almeno di renderlo meno acuto.

5) Nessuno stato può delegare a delle organizzazioni private (tali sono le ONG) la gestione di un problema assolutamente fondamentale come quello del controllo dei flussi migratori. Sarebbe come affidare la difesa ad eserciti privati o la giustizia a tribunali privati.

6) In queste ore l'Italia non sta tenendo alcun comportamento particolare. Sta facendo esattamente ciò che fanno praticamente TUTTI gli stati del MONDO. Qualcuno crede sul serio che la “Acquarius” potrebbe approdare in un porto giapponese o statunitense, o australiano? O in un qualsiasi porto europeo non italiano? Perché il signor Macron, tanto bravo nel lodare l'impegno dell'Italia sui migranti, non la fa approdare a Marsiglia?

7) L'Europa non esiste, non ha uno straccio di politica comune su un problema assolutamente fondamentale come quello del rapporto con le migrazioni. La cosa non sorprende nessuno, penso.

8) Al di la di tutti i discorsi e le polemiche una cosa dovrebbe essere chiara: non siamo di fronte ad una serie di emergenze. Quello che è in corso da anni è un autentico trasferimento di popolazioni, una migrazione nel senso storico del termine. Un fenomeno che se non bloccato o controllato seriamente ed in maniera coordinata è destinato a cambiare, e di certo non in meglio, dalle fondamenta la natura sociale, politica, economica, culturale del nostro continente.

E ora, aspettiamo l'evolversi degli eventi...