E' l'ultima scoperta dei “buoni”.
Ci sono africani razzisti!
I magrebini in particolare sarebbero razzisti nei confronti degli africani neri, i sub sahariani soprattutto.
C'è solo da dire: meglio tardi che mai!
Il razzismo è un fenomeno assai diffuso e complesso, purtroppo. Non esiste solo il razzismo dei bianchi nei confronti dei neri.
Esiste un razzismo nero nei confronti dei bianchi, un razzismo di neri nei confronti di altri neri, molte forme di razzismo legate ad odi etnici e tribali. Nessuno è immune da questa brutta malattia, purtroppo.
Però... fino a poco tempo fa chi ricordava queste cose, assolutamente ovvie, era subito bollato di... razzismo! L'unico razzismo è quello dei bianchi nei confronti dei neri, altri razzismi non esistono! E chi dice il contrario è... razzista!
Oggi pare che le cose siano cambiate. Eleganti commentatori e commentatrici televisive ci comunicano che i magrebini sono terribilmente razzisti ed i libici lo sono in maniera particolare. Fino a ieri parlavano dei libici come di povere vittime dell'imperialismo occidentale. Oggi sembra che la Libia sia in mano al Ku Klus Klan e che in Libia sia in corso un autentico genocidio nei confronti degli africani sub sahariani. Un immenso intellettuale come Gad Lerner ha parlato addirittura di una Soah libica. Se lo dice lui...
Come mai una inversione di rotta tanto radicale? Beh... il motivo è fin tropo chiaro. I magrebini sono razzisti quindi... quindi dobbiamo accogliere in Italia tutti color che partono dalla Libia, minacciati dal razzismo magrebino!
Davvero fantastico! “Ragionando” (si fa per dire) in questo modo avremmo dovuto, e dovremmo, accogliere in Italia la popolazione nera degli Stati uniti, visto che in quel paese il razzismo è di certo esistito, e in una certa misura ancora esiste. E dovremmo accogliere chissà quante minoranze etniche e razziali che, in una forma o nell'altra sono minacciate dalle tante forme di razzismo presenti nel mondo. Svariate centinaia di milioni di persone avrebbero “diritto” di essere “accolte” in Italia... esaltante prospettiva!
Non solo. Il razzismo non è quasi mai unilaterale. Se esiste un razzismo dei magrebini nei confronti dei sub sahariani esiste molto probabilmente un razzismo di questi nei confronti di quelli. Quindi, “ragionando” (si fa sempre per dire) come certi super intellettuali dovremmo accogliere sia gli uni che gli altri, col risultato di trovarci qui da noi, in casa nostra, a fare i conti col razzismo inter africano! Fantasie? Non troppo. La massiccia immigrazione islamica in Europa ha prodotto, fra le altre cose, anche il trasferimento nel nostro continente dei conflitti inter islamici. Fantastico risulato della “accoglienza” senza limiti.
Polemiche a parte, il difetto sta nel manico. Non si può pretendere di risolvere i conflitti che agitano il mondo trasferendo intere popolazioni nel vecchio continente, tra l'altro già abbondantemente sovra popolato. Il razzismo africano va combattuto dagli africani. Se questo razzismo provoca crisi umanitarie la comunità internazionale deve semmai intervenire, anche militarmente, per porvi termine. Pensare di risolvere il problema trasferendo mezza Africa in Europa, o in Italia, è semplicemente folle. Non risolve il problema, semmai lo generalizza. Non elimina la malattia, la trasforma in pandemia. Rende ancora più affollata l'Europa e priva l'Africa di potenziali risorse; dà una speranza, del tutto illusoria, di miglioramento a chi è in grado di pagarsi il (carissimo) viaggio in gommone e lascia gli altri, quelli più disperatamente poveri, in situazioni terribili.
Un'ultima considerazione. Sono davvero sincere certe descrizioni della Libia? Davvero in Libia è in corso un “genocidio”?
Nel decadente occidente di oggi le parole stanno sempre più perdendo il loro significato. La parola “genocidio” è una delle più abusate. Qualsiasi atto di violenza viene ormai definito “genocidio”. Ma si tratta di volgari strumentalizzazioni propagandistiche. E' genocidio lo sterminio programmato di interi gruppi etnici o razziali (qualcuno aggiunge, sociali). I morti in un attentato, i caduti in battaglia, le vittime collaterali di un bombardamento non costituiscono un genocidio. Nessuno parla di genocidio riferendosi alle innumerevoli vittime del terrorismo islamico, e fa bene a non farlo.
La Libia non è certamente un paradiso. Non ho difficoltà alcuna a credere che in Libia accadano cose molto brutte. Personalmente non passerei mai una vacanza in Libia, né sarei felice se mio figlio ci andasse a lavorare, anche se profumatamente pagato. Ma parlare di “genocidio” in Libia è solo una vogare mistificazione messa in giro dai fanatici della accoglienza senza limiti.
La Libia ha un governo riconosciuto dalla comunità internazionale. Con questo governo ha stretto a suo tempo accordi proprio in tema di immigrazione il governo di centro sinistra. Nessuno, mi pare, ha chiesto che si intervenga in quel paese pr porre fine a quella che qualcuno definisce addirittura una “nuova shoah”. Non credo che in Corea del Nord si stia, da nessun punto di vista, molto meglio che in Libia. Aspetto che la nave di qualche ONG si diriga verso il paese di Kim Jong Un...
Inoltre, dalla Libia non partono libici, partono persone che in Libia ci sono entrate di loro spontanea volontà. Qualcuno riesce ad immaginare ebrei che entrassero spontaneamente, sia pure a solo scopo di transito, nella Germania nazista? Qualcuno lottava per entrare, anche solo per transito, nella Russia di Stalin? O nella Cina di Mao? O nella Cambogia di Pol Pot? Era facile entrare in questi paesi? Non mi pare. Soprattutto, era facile uscirne? E' molto strano l'inferno libico. I magrebini sono razzisti, odiano i sub sahariani ma li lasciano entrare in Libia, e poi permettono loro di andarsene sui gommoni. Proprio come facevano le SS con gli ebrei, o i Vopos che sorvegliavano il muro di Berlino, e sparavano a vista su chiunque cercasse di superarlo!
Ha volte ho l'impressione che la faziosità offuschi il cervello di molta, troppa gente!
I magrebini in particolare sarebbero razzisti nei confronti degli africani neri, i sub sahariani soprattutto.
C'è solo da dire: meglio tardi che mai!
Il razzismo è un fenomeno assai diffuso e complesso, purtroppo. Non esiste solo il razzismo dei bianchi nei confronti dei neri.
Esiste un razzismo nero nei confronti dei bianchi, un razzismo di neri nei confronti di altri neri, molte forme di razzismo legate ad odi etnici e tribali. Nessuno è immune da questa brutta malattia, purtroppo.
Però... fino a poco tempo fa chi ricordava queste cose, assolutamente ovvie, era subito bollato di... razzismo! L'unico razzismo è quello dei bianchi nei confronti dei neri, altri razzismi non esistono! E chi dice il contrario è... razzista!
Oggi pare che le cose siano cambiate. Eleganti commentatori e commentatrici televisive ci comunicano che i magrebini sono terribilmente razzisti ed i libici lo sono in maniera particolare. Fino a ieri parlavano dei libici come di povere vittime dell'imperialismo occidentale. Oggi sembra che la Libia sia in mano al Ku Klus Klan e che in Libia sia in corso un autentico genocidio nei confronti degli africani sub sahariani. Un immenso intellettuale come Gad Lerner ha parlato addirittura di una Soah libica. Se lo dice lui...
Come mai una inversione di rotta tanto radicale? Beh... il motivo è fin tropo chiaro. I magrebini sono razzisti quindi... quindi dobbiamo accogliere in Italia tutti color che partono dalla Libia, minacciati dal razzismo magrebino!
Davvero fantastico! “Ragionando” (si fa per dire) in questo modo avremmo dovuto, e dovremmo, accogliere in Italia la popolazione nera degli Stati uniti, visto che in quel paese il razzismo è di certo esistito, e in una certa misura ancora esiste. E dovremmo accogliere chissà quante minoranze etniche e razziali che, in una forma o nell'altra sono minacciate dalle tante forme di razzismo presenti nel mondo. Svariate centinaia di milioni di persone avrebbero “diritto” di essere “accolte” in Italia... esaltante prospettiva!
Non solo. Il razzismo non è quasi mai unilaterale. Se esiste un razzismo dei magrebini nei confronti dei sub sahariani esiste molto probabilmente un razzismo di questi nei confronti di quelli. Quindi, “ragionando” (si fa sempre per dire) come certi super intellettuali dovremmo accogliere sia gli uni che gli altri, col risultato di trovarci qui da noi, in casa nostra, a fare i conti col razzismo inter africano! Fantasie? Non troppo. La massiccia immigrazione islamica in Europa ha prodotto, fra le altre cose, anche il trasferimento nel nostro continente dei conflitti inter islamici. Fantastico risulato della “accoglienza” senza limiti.
Polemiche a parte, il difetto sta nel manico. Non si può pretendere di risolvere i conflitti che agitano il mondo trasferendo intere popolazioni nel vecchio continente, tra l'altro già abbondantemente sovra popolato. Il razzismo africano va combattuto dagli africani. Se questo razzismo provoca crisi umanitarie la comunità internazionale deve semmai intervenire, anche militarmente, per porvi termine. Pensare di risolvere il problema trasferendo mezza Africa in Europa, o in Italia, è semplicemente folle. Non risolve il problema, semmai lo generalizza. Non elimina la malattia, la trasforma in pandemia. Rende ancora più affollata l'Europa e priva l'Africa di potenziali risorse; dà una speranza, del tutto illusoria, di miglioramento a chi è in grado di pagarsi il (carissimo) viaggio in gommone e lascia gli altri, quelli più disperatamente poveri, in situazioni terribili.
Un'ultima considerazione. Sono davvero sincere certe descrizioni della Libia? Davvero in Libia è in corso un “genocidio”?
Nel decadente occidente di oggi le parole stanno sempre più perdendo il loro significato. La parola “genocidio” è una delle più abusate. Qualsiasi atto di violenza viene ormai definito “genocidio”. Ma si tratta di volgari strumentalizzazioni propagandistiche. E' genocidio lo sterminio programmato di interi gruppi etnici o razziali (qualcuno aggiunge, sociali). I morti in un attentato, i caduti in battaglia, le vittime collaterali di un bombardamento non costituiscono un genocidio. Nessuno parla di genocidio riferendosi alle innumerevoli vittime del terrorismo islamico, e fa bene a non farlo.
La Libia non è certamente un paradiso. Non ho difficoltà alcuna a credere che in Libia accadano cose molto brutte. Personalmente non passerei mai una vacanza in Libia, né sarei felice se mio figlio ci andasse a lavorare, anche se profumatamente pagato. Ma parlare di “genocidio” in Libia è solo una vogare mistificazione messa in giro dai fanatici della accoglienza senza limiti.
La Libia ha un governo riconosciuto dalla comunità internazionale. Con questo governo ha stretto a suo tempo accordi proprio in tema di immigrazione il governo di centro sinistra. Nessuno, mi pare, ha chiesto che si intervenga in quel paese pr porre fine a quella che qualcuno definisce addirittura una “nuova shoah”. Non credo che in Corea del Nord si stia, da nessun punto di vista, molto meglio che in Libia. Aspetto che la nave di qualche ONG si diriga verso il paese di Kim Jong Un...
Inoltre, dalla Libia non partono libici, partono persone che in Libia ci sono entrate di loro spontanea volontà. Qualcuno riesce ad immaginare ebrei che entrassero spontaneamente, sia pure a solo scopo di transito, nella Germania nazista? Qualcuno lottava per entrare, anche solo per transito, nella Russia di Stalin? O nella Cina di Mao? O nella Cambogia di Pol Pot? Era facile entrare in questi paesi? Non mi pare. Soprattutto, era facile uscirne? E' molto strano l'inferno libico. I magrebini sono razzisti, odiano i sub sahariani ma li lasciano entrare in Libia, e poi permettono loro di andarsene sui gommoni. Proprio come facevano le SS con gli ebrei, o i Vopos che sorvegliavano il muro di Berlino, e sparavano a vista su chiunque cercasse di superarlo!
Ha volte ho l'impressione che la faziosità offuschi il cervello di molta, troppa gente!