mercoledì 20 febbraio 2019

DIECI PUNTI SULLA AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE

1) La autorizzazione a procedere è prevista dalla costituzione, articolo 96. Per qualcuno andrebbe sempre concessa perché “non ci si deve sottrarre al giudizio della magistratura”. Ma, se così fosse, sarebbe inutile, quindi andrebbe abolita. Propongano una legge di riforma della costituzione allora!

2) La autorizzazione non riguarda la colpevolezza o l'innocenza di qualcuno, ma l'interpretazione della legge e degli atti di un ministro. Si deve stabilire se un certo atto che un ministro compie in quanto ministro sia un atto politico, volto a tutelare un interesse nazionale, o un crimine. E si deve, di conseguenza, stabilire se una certa legge può essere interpretata in modo tale da coinvolgere gli atti politici che un ministro compie.

3) Se Salvini avesse sequestrato il denaro dei migranti presenti sulla Diciotti e lo avesse depositato in un conto intestato ad un suo prestanome avrebbe commesso un atto politico volto a tutelare un interesse nazionale o un crimine? A mio avviso un crimine. Si tratta solo di un esempio, altri se ne potrebbero immaginare.

4) Aver ritardato lo sbarco dei migranti della “Diciotti”, salvati nei pressi di Malta, in attesa che si chiarisse chi doveva farsene carico e che si effettuassero i controlli di sicurezza, è stato un crimine o un atto politico volto a tutelare l'interesse nazionale? Questa era, ed è, la domanda a cui si doveva dar risposta.

5) Questa domanda non aveva e non ha nulla a che vedere con l'innocenza o la colpevolezza di Salvini. Del resto lui si è da subito definito COLPEVOLE.

6) A decidere sulla interpretazione di una legge in relazione ad un atto politico compiuto da un ministro nell'esercizio delle sue funzioni non deve essere la magistratura ma il parlamento. Non lo dico io, lo dice la costituzione.

7) Qualcuno afferma che dopo la decisione di ieri qualsiasi crimine potrà esser fatto passare per atto politico. Tizio, ministro, stupra una bambina e la camera di competenza decide che si tratta di un atto politico. Vorrei vedere che fine farebbero i parlamentari che facessero una simile schifezza una volta che il corpo elettorale fosse chiamato a pronunciarsi! Se questo pericolo fosse reale l'articolo 96 della costituzione andrebbe abolito!

8) In realtà è vero il contrario. Se un atto come il ritardato sbarco di migranti fosse equiparabile ad un sequestro di persona ogni atto politico potrebbe essere tranquillamente criminalizzato. Il reddito di cittadinanza potrebbe diventare “voto di scambio”, l'invio della polizia per controllare una manifestazione violenta “tentato omicidio” e così via. Difficile ma non impossibile visto che, a differenza di tutti gli altri poteri dello stato, quello giudiziario non è sottoposto ad alcun controllo esterno.

9) Il PD che si fa garantista quando c'è di mezzo la famiglia Renzi è oggi schierato con la componente più forcaiola dei 5S. Con Travaglio, Di Battista, Fico. Molto significativo.

10) Personalmente non credo che la vicenda sia finita. Deve ancora pronunciarsi il senato. Ho poca fiducia nella intelligenza politica dei grillini ed ancor meno sul loro recente barlume di garantismo. Credo che forse qualche sorpresa sia possibile, anche se molto poco probabile.

martedì 19 febbraio 2019

FORMULE RITUALI

Ormai è quasi una formula rituale: “fiducia nella magistratura”. Ogni volta che qualcuno è indagato, o addirittura arrestato, scatta la formuletta di rito: “piena fiducia nella magistratura”. Anche Matteo Renzi si è accodato. Prima ha detto che se lui non fosse entrato in politica i suoi genitori sarebbero ora, invece che sotto processo e ai domiciliari, dei tranquilli pensionati. Ammettiamolo: una simile dichiarazione non lascia trasparire un eccesso di fiducia nella magistratura. Poi però ha aggiunto la formuletta di rito: “ho piena fiducia nella magistratura”.
Personalmente penso che ci siano in Italia molti magistrati degni di questo nome. Persone competenti, serie, equilibrate. Non persone prive di simpatie politiche o pregiudizi, tutti abbiamo pregiudizi e simpatie politiche, ma capaci di non farsi fuorviare da queste, di tenerle a bada e giudicare con la massima imparzialità possibile.
Ma in Italia abbiamo anche un certo numero di magistrati fortemente politicizzati, o, peggio, ideologizzati. Erano magistrati uomini come Ingroia, Di Pietro, De Magistris e, se posso dirlo, io non mi sentirei molto tranquillo se dovessi essere giudicato da magistrati come loro. Chissà perché avrei il timore che il loro giudizio potrebbe essere non completamente imparziale. Sbaglierei, forse, ma... non credo.
Non entro nel merito delle accuse mosse ai genitori di Matteo Renzi, ma forse questi non ha del tutto torto quando afferma che all'origine dei loro guai sta il suo ingresso in politica. Però si può dire, e con molte più ragioni, che se Berlusconi non fosse entrato in politica probabilmente non avrebbe subito una quarantina di processi in venti anni e che se non ci fosse in circolazione un buon numero di magistrati ideologizzati non sarebbe mai scoppiato il “caso Salvini”.

A proposito di Salvini. Quelli che dicono che la autorizzazione a procedere andava concessa perché ci si difende nei e non dai processi dimenticano una cosetta: Salvini si è sempre, sin dall'inizio, dichiarato COLPEVOLE. Chi strilla: “decida la magistratura” deve prima stabilire su cosa dovrebbe “decidere la magistratura”. Su cosa dovrebbe decidere la magistratura nel caso “Diciotti”? Sulla colpevolezza o innocenza di Salvini? NO, è LUI a dichiararsi colpevole. In un eventuale processo per "il caso Diciotti” la magistratura dovrebbe stabilire se impedire per un certo numero di giorni (cinque, mi pare) lo sbarco di clandestini equivale a mettere in atto un sequestro di persona. In un eventuale processo a Salvini i magistrati dovrebbero decidere se un atto politico è o non è assimilabile ad un atto criminale. La posta in gioco era, e potrebbe tornare ad essere, la criminalizzazione o meno di determinate politiche. Una mostruosità, un precedente gravissimo che di fatto metterebbe definitivamente i poteri legislativo ed esecutivo sotto il controllo politico della magistratura. Altro che “democrazia”, altro che “divisione dei poteri”!
Altro che formulette rituali sulla “fiducia nella magistratura”

martedì 12 febbraio 2019

AMMUCCHIATE

Risultati immagini per Emanuele Fiano

Molti esponenti del PD, a cominciare dall'incredibile Emanuele Fiano, parlano, a proposito delle elezioni in Abruzzo, di “rilancio del centro sinistra”, quasi un successo insomma.
In effetti se paragonato ai disastri del PD il 30% dei voti racimolato in Abruzzo dal centro sinistra può apparire un risultato soddisfacente. Ma le cose stanno ben diversamente e stupisce che persone capaci di pensare non se ne accorgano (ma forse il problema è tutto qui: la capacità di pensare).

In primo luogo c'è un dato numerico di cui prendere atto, al di là di tutti i contorcimenti sofistici: col suo 30% il centro sinistra resta staccato di circa 19 punti dal centro destra. Un distacco abissale, che non lascia intravedere serie possibilità di rimonta.
Poi, ed è la cosa più importante, c'è un dato politico. Il 30% che fa sperare Fiano e Zingaretti è il frutto di una ammucchiata inveroconda. E' stato ottenuto mettendo insieme tutti, ma proprio tutti, coloro che detestano la lega di Salvini.
Riproposta a livello nazionale questa ammucchiata metterebbe insieme eurotecnocrati e persone vicine ai centri sociali, Renzi, Calenda e Minniti da una parte e Moni Ovadia, Laura Boldrini e Roberto Saviano dall'altra. Tutti uniti contro il nuovo mostro, l'ennesimo nemico del popolo da sconfiggere a tutti i costi, mobilitando attori, cantanti, pseudo intellettuali, cabarettisti, ballerine, conduttori di talk show e, soprattutto, magistrati politicizzati. L'ex garantista Giuliano Ferrara e il vecchio forcaiolo Marco Travaglio finalmente uniti nella lotta.
Su che programma? Per quali obiettivi? Ha poca importanza. La sinistra italiana è specializzata nelle sacre alleanze contro qualcuno, il per cosa viene dopo, se e quando viene. Anche se in questo caso con tutta probabilità un per cosa ci sarebbe. Quale? Lo ha detto quel sommo genio della politica che risponde al nome di Maurizio Martina: la priorità per lui, e non solo per lui, è riaprire i porti. Ricominciare con l'immigrazione senza regole, riempire l'Italia di migranti, con la speranza che questo in prospettiva giovi elettoralmente al PD e dia ossigeno ai conti di tante cooperative.

Nulla di nuovo sotto il sole. Il centro sinistra come grande ammucchiata non è una invenzione di Zingaretti o Martina. Lo aveva realizzato il vecchio Romano Prodi il cui governo in un certo momento giunse a reggersi sui voti congiunti di stalinisti e trotzkisti. Si, proprio così, il professore riuscì laddove la storia aveva fallito: unificare i sostenitori della “rivoluzione permanente” e quelli del “socialismo in un solo paese”. Grandioso!
Il nemico del popolo, il demonio di allora era Silvio Berlusconi, quello di oggi Matteo Salvini. Con una differenza: la ammucchiata di Prodi riusciva anche a vincere, si collocava vicino al 50% del corpo elettorale. Quella di oggi dista anni luce da un simile obiettivo. Questo dovrebbe far pensare anche i tanti campioni del non – pensiero che militano nel partito degli “intellettuali” che bollano di “analfabetismo funzionale” i loro critici.
Ma, come diceva Hegel, è immane la fatica del pensiero.