sabato 30 aprile 2022

RIVEDERE LA STORIA


Leggo che il professor Orsini ha dichiarato che Hitler non intendeva scatenare la seconda guerra mondiale.
C’è un grumo di verità in questa affermazione, ma si tratta del tipico grumo di verità che cerca di rendere verosimili le menzogne.
Hitler intendeva conquistare lo spazio vitale, cioè ridurre l’Europa orientale, compresa in prospettiva la stessa Unione sovietica, allo status di colonia agricola della Germania. Per far questo era pronto alla guerra con le democrazie occidentali, ma sperava di evitare un simile scoglio.
Il tiranno nazista sperava che Francia e Gran Bretagna non reagissero alle sue provocazioni, non rispondessero ai suoi atti sempre più violenti di pirateria internazionale. Htler Sperava, in altre parole, che le democrazie occidentali si comportassero più o meno come i vari Orsini, Capuozzo, Travaglio e compagna vorrebbero si comportasse oggi l’occidente a fronte della aggressione russa all’Ucraina. Gli era andata bene con la Renania, con l’Austria, con i Sudeti e poi con tutta la Cecoslovacchia. Gli andò male con la Polonia. A fronte della invasione nazista della Polonia Francia e Gran Bretagna risposero dichiarando guerra alla Germania.
Se il professor Orsini avesse un minimo di coerenza logica ed onestà intellettuale dovrebbe dire che la responsabilità dello scoppio del secondo conflitto mondiale fu non della Germania nazista, ma della Francia e della Gran Bretagna. Furono le democrazie occidentali a dichiarare guerra alla Germania nazista, non viceversa. E’ vero che le democrazie occidentali si mossero in risposta alla invasione tedesca della loro alleata Polonia, ma pare che per il professor Orsini non sono gli aggressori ed i ricattatori ad essere responsabili delle guerre che scatenano. Ad essere responsabili sono gli aggrediti che si difendono e coloro che non cedono ai ricatti.
Quindi, basta con la menzogna di una Germania nazista responsabile del secondo conflitto mondiale. Le vere responsabili sono le democrazie, meglio, la “plutocrazie” occidentali, esattamente come oggi sono l’Ucraina che si difende e la Nato che la aiuta ad essere responsabili della guerra in corso.
Il professor Orsini dovrebbe iniziare una grande campagna di revisione storica volta a riabilitare, almeno parzialmente, uno dei peggiori, forse il peggior tiranno di ogni tempo, ed i suoi emuli dovrebbero dargli man forte. A condizione, lo ripeto, che fossero coerenti ed intellettualmente onesti.
Ma chiedere coerenza ed onestà intellettuale a simili personaggi è davvero una esagerazione.

 

giovedì 21 aprile 2022

VITA E LIBERTA'

 

Piero Sansonetti afferma, in un articolo pubblicato su "Il riformista", che la vita è un valore assoluto, che viene prima di tutti gli altri. La vita è più importante della liberà, dell’indipendenza, dell’uguaglianza. Prima viene la vita, dopo il resto.
Cosa significa tutto questo?
Può significare una cosa che è paradossalmente banale ed insieme profonda: per essere liberi occorre essere vivi. E può anche significare che il rispetto della vita umana è un imperativo etico fondamentale: nessuno deve attentare alla altrui vita. Non si può ovviamente che essere d’accordo con questo. Ma non di questo si tratta.
Innanzitutto occorre porsi la domanda: cosa intendiamo per vita? Ha senso contrapporre la vita alla libertà e ad altri fondamentali valori?
Aristotele afferma, nell’etica nicomachea e altrove che la vita è attività, continuo passaggio dalla potenza all’atto. La vita è sviluppo delle doti umane fondamentali, si vive attualizzando ciò che si è in potenza. La vita è tensione e, se è buona vita, acquisizione di comportamenti virtuosi. Nella vita l’uomo si forma, diventa realmente uomo. Bastano queste brevi considerazioni per capire quanto sia errata la contrapposizione fra vita e libertà. Si è uomini nella misura in cui lo si diventa, e questo diventare è l’attualizzazione della libertà. La vita contrapposta alla libertà è mera sopravvivenza. La domanda da farsi è allora: davvero la mera sopravvivenza è un valore assoluto, da anteporre sempre, in tutte le situazioni, a tutti gli altri? Quanti di noi accetterebbero senza combattere di vivere in una cella di un metro per due? Oppure legati ad un letto ed alimentati con delle flebo? Quanti accetterebbero senza combattere, e rischiare di morire, di vivere in una società come quella descritta da Orwel in “1984”? Non molti, credo. Non a caso sempre nella storia gli esseri umani hanno ritenuto che val la pena di combattere contro la riduzione della vita a mera sopravvivenza, o a schiavitù, o ad oppressione sociale, nazionale o etnico razziale. Piaccia o non piaccia a Sansonetti, da sempre gli esseri umani hanno lottato per quei valori che lui ritiene “secondari”, spesso hanno dato la vita per questi.

Sansonetti in realtà non nega che si possa lottare per la libertà anche a costo di sacrificare la vita. Dopo aver affermato che la vita è un valore assoluto, cui tutti gli altri vanno subordinati, fa marcia indietro e dice di ammirare quelli che si sacrificano per la libertà, l’uguaglianza o altri valori. Questo però, continua, non deve coinvolgere terze persone, i civili. Se Tizio ritiene che valga la pena di rischiare la morte pur di essere libero, faccia pure, ma non coinvolga gli altri, la popolazione civile. Questo invece fa la guerra ed è questo ad essere inaccettabile. “Quando c’è una guerra, e quando in questa guerra cadono migliaia e migliaia di civili, non c’è una scelta da parte dei civili. Non sono loro che si offrono in cambio della possibilità, talvolta remota, di conquistare l’indipendenza, o la libertà”, afferma Sansonetti.
Che pensiero profondo! Un certo paese, ad esempio, la Russia, ne invade un altro, ad esempio, l’Ucraina, lo vuole “denazificare”, deucrainizzare”, gli vuole imporre un governo di suo gradimento, vuole stabilire quale lingua devono parlare i suoi abitanti, quale devono essere al sua collocazione internazionale e la sua politica estera. Ha questo paese il diritto di difendersi? In teoria si, a condizione che i civili non siano in nessun caso coinvolti. Se il paese aggressore spara e bombarda i civili il paese aggredito deve arrendersi perché la difesa coinvolgerebbe i civili; se non si arrende è l'aggredito ad essere responsabile dei crimini che l’aggressore compie. Ragionando come Sansonetti qualsiasi difesa, qualsiasi lotta per la libertà che coinvolga non i singoli ma intere collettività diventerebbe impossibile, al contrario qualsiasi prepotenza, qualsiasi pretesa di stati autocratici ed aggressivi sarebbe immediatamente premiata. Lo stato A invade lo stato B e minaccia di bombardare obiettivi civili. Subito lo stato B deve arrendersi perché individualmente ognuno di noi ha il diritto di difendersi, ma chi governa uno stato non può coinvolgere nella sua difesa la popolazione di questo. La guerra come un incontro di pugilato o una partita di calcio, al massimo un regolare duello insomma… fantastico! Ragionando come Sansonetti si sarebbe dovuta consegnare tutta l’Europa, magari tutto il mondo, ad Hitler perché lottare contro il tiranno nazista avrebbe portato sicuramente alla morte di molti civili.
Per inciso, ragionando come Sansonetti la stessa difesa individuale diventerebbe impossibile. Passeggio per strada e vedo un bruto che sta violentando una ragazza. Devo intervenire? Il bruto potrebbe essere armato, se intervengo potrebbe sparare ed uccidere un ignaro passante, potrebbe uccidere la ragazza che invece se io non intervenissi se la “caverebbe” con lo stupo. Meglio girarsi dall’altra parte.
Ma… lasciamo perdere gli incisi riguardanti i casi individuali. Sansonetti sembra sicuro che arrendersi ai prepotenti non provochi nessuna vittima civile. E se le cose stessero diversamente? Se nel 1940 La Gran Bretagna avesse accettato le proposte di “pace” di Hitler il tiranno nazista sarebbe diventato l'incontrastato padrone dell’Europa continentale ed avrebbe potuto, in tutta calma, senza che nessuno lo disturbasse, massacrare milioni e milioni di ebrei. E, per venire alle cose di oggi, cosa succederebbe agli ucraini se Putin vincesse a mani basse? Non ci sarebbero vendette, fucilazioni, fosse comuni? Sansonetti non sembra troppo preoccupato da simili eventualità. Forse non sa che in tempo di “pace” sono avvenuti autentici genocidi, uno proprio in Ucraina, si chiama Holodomor.

Infine, è proprio sicuro Sansonetti che le popolazioni civili vogliano sempre la resa? E’ proprio sicuro che “i civili” non tengano alla libertà, all’indipendenza, alla democrazia? La popolazione ucraina oggi vuole la pace ma non la resa. Non è Zelens’kyj che obbliga gli ucraini a combattere, al contrario, questi con tutta probabilità gli si rivolterebbero contro se lui accettasse la resa. Gli inglesi non volevano la “pace” con Hitler nel 1940. Quando le popolazioni civili vogliono davvero la resa (che è cosa ben diversa dal soffrire per gli orrori di una guerra ed anche dal protestare per l’incapacità, vera o presunta, dei governanti di condurla efficacemente) di solito le guerre finiscono. Nessun governante può obbligare alla lotta un popolo che ad immensa maggioranza non vuole più battersi, non può farlo perché non esistono muraglie cinesi fra civili ed esercito. I civili altro non sono che i genitori, le mogli, le fidanzate, i figli e le figlie dei militari, per questo, se è davvero diffuso,  il desiderio di resa del popolo coinvolge alla fine gli stessi combattenti. Il fronte occidentale tedesco crollò letteralmente dopo il fallimento dell’offensiva delle Ardenne, interi paesi si arresero senza combattere agli anglo americani. I tedeschi si difesero invece fanaticamente sul fronte orientale per un motivo molto semplice: temevano le rappresaglie dei russi. L’esercito zarista si disfò completamente nell’autunno del 1917, sappiamo cosa successe poi.
Ovviamente è dovere assoluto dei governanti di un paese costretto alla guerra cercare di tutelare al massimo la popolazione civile, ed evitare attacchi indiscriminati contro la popolazione civile del paese nemico. Ma questo dovere non va confuso con un presunto dovere di arrendersi. Non esiste questo dovere. Esiste il dovere di rispettare la altrui vita e libertà. Ed il diritto di difendersi da ingiuste aggressioni.

Un’ultima considerazione. Sansonetti conclude il suo articolo affermando che la globalizzazione oggi rende possibile che ogni negoziato si concluda positivamente, perché le dittature sono destinate alla sconfitta dal potere della globalizzazione. Aspettino qualche decennio gli ucraini e tutto si risolverà. Tralasciamo le facili ironie. Partito da considerazioni etiche e di principio Sansonetti termina con risibili considerazioni empiriche. Che la globalizzazione porti alla irresistibile affermazione mondiale della democrazia liberale era la tesi esposta poco dopo il crollo del comunismo da Francis Fukuyama in “la fine della storia e l’ultimo uomo”. Una tesi che ha trovato negli ultimi decenni innumerevoli smentite, ovunque. L'ultima smentita a questa tesi, letteralmente demolita sul piano analitico da Samuel Huntington ne “lo scontro delle civiltà”, ce la fornisce proprio la guerra in Ucraina. Gli ucraini rivendicano anche per se il diritto universale delle nazioni all'auto determinazione, i russi intendono negar loro questo diritto. Né gli uni né gli altri prestano attenzione alcuna all'utopia, una distopia in realtà, di un mondo senza frontiere, enorme area grigia priva di stati e nazioni, culture e civiltà. Non val la pena di aggiungere altro.
In passato ho provato simpatie per Sansonetti. Continuo a condividere le sue idee riguardo alla giustizia, lo trovo una persona onesta. Ma che per puntellare la sua teorizzazione del dovere di arrendersi faccia ricorso a tesi che pochi ormai osano sostenere mi sembra davvero deprimente. Pazienza.

sabato 16 aprile 2022

TRE BREVI SCRITTI SULL'UCRAINA

TRASIMACO
Tutti i profondissimi, eruditissimi, estremamente complessi discorsi dei finti pacifisti (i pacifinti) si riduco a questo: Se sei aggredito da chi è più forte non ti difendere e dagli tutto ciò che vuole.
Non devi lottare, non devi chiedere aiuto, devi solo cedere, subito, senza neppure tentare una qualche difesa. Se non lo fai sei TU il responsabile delle sofferenze che accompagnano ogni conflitto.
Cosa significa tutto questo? Molto semplice: nei rapporti fra gli stati vale la LEGGE DEL PIU’ FORTE. Chi è più forte ha diritto alla aggressione, chi è più debole non ha diritto di difesa.
Ok, prendiamone atto. E’ questo ciò che pensano i pacifinti, però, di grazia, lo dicano chiaramente e ci risparmino le chiacchiere sulla “pace”, il “dialogo”, le “trattative”, la “complessità” eccetera eccetera. Nei rapporti internazionali vale la legge della giungla, punto.
Però, a pensarci bene, perché questa legge dovrebbe valere solo nelle relazioni internazionali? Se uno stato ha il diritto di invaderne un altro perché mai un individuo non dovrebbe avere il diritto di aggredirne un altro? Se non si deve aiutare uno stato aggredito a difendersi perché mai si dovrebbe prestar difesa ad una ragazza minacciata di stupro? O ad un ottantenne preso a pugni da un teppista giovane e forte che si vuole impossessare del suo portafoglio? Se la forza è legge sia legge sul serio, a tutti i livelli!
I pacifinti probabilmente non lo sanno, ma hanno un illustre predecessore: Trasimaco, il protagonista, insieme a Socrate, del primo libro della “Repubblica” di Platone.
Rispondendo alla domanda di Socrate su cosa sia la giustizia Trasimaco afferma: “giustizia è l’utile del più forte”. Chiaro no? Se Tizio è più forte di Caio è “giusto” che Tizio malmeni, derubi, al limite uccida Caio. La Russia è più forte dell’Ucraina quindi è “giusto” che le città ucraine siano assediate e bombardate. Se invece un missile ucraino manda a fondo una nave russa questo è molto ”ingiusto”, degno di biechi “guerrafondai”.
Quasi tutta la filosofia politica occidentale rifiuta la definizione di giustizia di Trasimaco, ma questo non turba probabilmente i sonni dei pacifinti. Il sofista Trasimaco, nella rappresentazione, non si sa quanto corrispondente al vero, che ce ne dà Platone nel primo libro della “Repubblica”, è il leader teorico dei vari Capuozzo, Feltri e Liguori. Non so se lo conoscono. In ogni caso, se lo tengano.

ASIMMETRIA
Fra le tante cose che i sedicenti “equidistanti” non capiscono spicca il carattere asimmetrico della guerra in corso.
Non si tratta della mancata distinzione fra aggredito ed aggressore, invasore ed invaso, si tratta di qualcosa di più, e ancora più grave.
Se la Russia dovesse perdere questa guerra, la “sconfitta” (non sono casuali le virgolette) per lei si ridurrebbe a far tornare a casa i suoi soldati. La “sconfitta” non farebbe perdere alla Russia un centimetro del suo territorio, non le imporrebbe la rinuncia ad un metro cubo del suo gas, ad un grammo delle sue materie prime. Non sarebbe seguita da nessun umiliante accordo di pace.
Per l’Ucraina il discorso è completamente diverso. La sconfitta (senza virgolette) porterebbe alla fine dell’Ucraina come stato indipendente.. Una Ucraina sconfitta si trasformerebbe nel migliore dei casi in uno stato fantoccio, nel peggiore in una regione della grande Russia.
Nessuno definisce la Russia una non – nazione. Putin definisce invece non – nazione l’Ucraina.
Nessuno cercherebbe di “derusificare” una Russia “sconfitta”. Una Ucraina sconfitta verrebbe invece brutalmente “deucrainizzata”.
Se i russi fossero costretti a lasciare l’Ucraina nessuno ucraino torcerebbe un capello a Putin (questo semmai avrebbe da temere un colpo di stato nel suo paese).
Se i russi conquistassero Kiev con tutta probabilità Zelens’kyj finirebbe appeso ad una forca.
Mi sembrano differenze sostanziali.
Ma in tanti si ostinano a non capirle.

DOMANDA RETORICA?
Come tutti sanno, o dovrebbero sapere, l’Ucraina ha restituito alla Russia 1900 testate atomiche, ricevendo in cambio la formale assicurazione che la sua integrità sarebbe sempre stata rispettata. Sappiamo come sono andate le cose.
Oggi Putin minaccia addirittura l’uso di atomiche “tattiche” contro gli ucraini.
Eppure stamattina ho dovuto sentire il senatore Gasparri, di Forza Italia, affermare che “per fortuna l’Ucraina non ha più le testate nucleari” se no… chissà cosa avrebbero fatto quei guerrafondai di ucraini. (chissà forse in quel caso non ci sarebbe stata invasione da parte russa).
Vittorio Feltri dal canto suo è molto dispiaciuto per l’affondamento dell’incrociatore russo. Ora Putin si incazza e vedrete cosa succede!
Feltri ha cominciato a strillare "resa" dal primo minuto di guerra. In buona compagnia: Capuozzo, Liguori, Sansonetti, Travaglio, Rizzo, Fusaro, D’Alema eccetera eccetera. Mai si era vista una simile armata Brancaleone della “pace” (cimiteriale).
In questi giorni ho chiesto più di una volta a chi teorizza la resa: “direste lo stesso se ad essere sotto assedio fossero Milano o Roma?”.
Pensavo si trattasse di una domanda retorica. Credevo che in questo caso i sostenitori della “pace” (cimiteriale) in Ucraina sarebbero stati per la resistenza armata.
Sbagliavo, comincio a pensare.
Certi personaggi con tutta probabilità consegnerebbero le chiavi dell’Italia al primo invasore di turno. Tutto per la “pace” (cimiteriale) perbacco!
Se poi l’invasore ci ricompensa con qualche prebenda… meglio!
C’è chi la libertà la merita e chi no...



 

venerdì 8 aprile 2022

RESA E REALISMO


E’ dal primo minuto di guerra che una schiera di giornalisti, scrittori, esperti in geopolitica e gastronomia, intellettuali, filosofi, ballerine e cabarettisti strilla: “resa! Resa!”.
Fosse per loro la guerra sarebbe finita da un pezzo. Zelens’kyj con tutta probabilità penzolerebbe da una forca e l’Ucraina sarebbe rientrata a vele spiegate nell’impero russo (o sovietico).
Non intendo dilungarmi troppo sul valore etico di una simile “soluzione” del conflitto. In fondo, chi se ne frega dell’Ucraina? Confina con la Russia e deve tenerne conto in nome del “realismo” perbacco! La Polonia confinava con Germania ed URSS, non ha voluto tenerne conto ed avete visto cosa le è successo? Chi confina con i cattivoni deve diventare colonia dei cattivoni… è tanto semplice (e se coi cattivoni ci confinassimo NOI?). Quanto a Zelens’kyj… beh… sono convinto che la sua impiccagione causerebbe a qualche “pacifista” piccoli orgasmi. Ognuno ha gli orgasmi che si merita.
Lo ripeto, tralasciamo gli svolazzi etici, pensiamo al realismo. Parliamo delle conseguenze di questa tanto agognata resa di quei rompipalle di ucraini.
Avremmo la “pace”? Io credo di no.
In primo luogo non credo che la resa farebbe cessare le ostilità in Ucraina. Quei “nazisti” di ucraini pare non vogliano proprio saperne di tornare sotto il dominio russo. La resa che i vari Capuozzo, Feltri, Liguori invocano di continuo sarebbe seguita dall’esplodere di una guerriglia che l’occidente non potrebbe esimersi dall’aiutare qualche modo. L’Ucraina diverrebbe una zona di altissima instabilità, una sorta di Afghanistan in Europa. Altro che “pace”!
La Russia dal canto suo non si fermerebbe all’Ucraina. Putin ha già detto chiaro e tondo che se la Svezia si provasse ad entrare nella Nato sarebbero guai, non parliamo poi della Finlandia. Ha già avanzato mire sulla Moldavia, e pretende concrete azioni di disarmo da parte degli stati baltici. Del resto proprio la resa dell’Ucraina spingerebbe al riarmo Moldavia e stati baltici, e Svezia e Finlandia a pensare seriamente ad un ingresso nella Nato, unica garanzia per la loro sicurezza.
La resa in altre parole aumenterebbe probabilmente l’instabilità e quindi i rischi di nuove guerre.
Questo, mi sembra, ci dice il “realismo”, perché una analisi realista deve tener conto di TUTTE le variabili. La prepotenza di Putin, certo, ma anche l’ostilità degli ucraini, le paure della Finlandia, della Moldavia e degli stati baltici. Se no il “realismo” cessa di essere tale e diventa pura e semplice speranza che tutti si adeguino alla pretese della Russia. Qualcosa di molto poco realistico.

 

sabato 2 aprile 2022

TAIWAN

 


Possiamo esserne certi.
Se la Cina invadesse Taiwan subito una schiera di sapientoni inizierebbe a pontificare.
“Taiwan è da sempre parte della Cina”, direbbe uno. La cosa è inesatta ma si tratta di dettagli.
“Gli USA hanno armato Taiwan e questa minaccia la Cina”, aggiungerebbe un secondo.
“E’ vero”, esclamerebbe un terzo, “Taiwan è parte di una manovra che mira ad accerchiare la Cina”.
Un professorone esperto in economia, geopolitica, fisica quantistica, filosofia teoretica, gastronomia e stronzologia comparata si alzerebbe dicendo con voce stentorea: “Taiwan è governata dai fascisti!”
Un professorino specializzato in culinaria e teoria della complessità replicherebbe: “forse i governanti di Taiwan non sono tutti fascisti ma di certo la democrazia a Taiwan ha molte lacune”. Invece in Cina è perfetta.
Tutti strillerebbero: “Taiwan ha dato asilo a Chiang Kai Shek, un nemico mortale della libertà”. Mao ne era invece un fulgido difensore.
Una militante di qualche collettivo femminista rivoluzionario direbbe singhiozzando. “A me interessa il lato umano della vicenda. Aiutando Taiwan l’occidente prolunga la guerra e questa fa aumentare i morti. Fermiamo i guerrafondai americani!”
Suo figlio, sempre singhiozzando aggiungerebbe: “In ogni caso Taiwan non può resistere alla invasione cinese. Fornendo armi a Taiwan ne prolunghiamo l’agonia”.
Una leggiadra fanciulla sentenzierebbe: “la guerra non si ferma con armi! Difendendosi Taiwan non fa altro che aggiungere violenza alla violenza”.
“L’Italia deve restarne fuori!” Strillerebbero in molti. “Ce lo impone la costituzione”.
“Volete portare il mondo alla terza guerra mondiale per difendere un’isola priva di importanza?” Direbbe un anziano signore con espressione contrita.
“l’occidente deve ritirarsi, non può sostenere il confronto con la Cina mantenendo le attuali posizioni”. Direbbe una docente in filosofia esperta in strategia geopolitica. E aggiungerebbe: “se non si ritira l’occidente è responsabile dei morti che la guerra provoca”.
Tutti farebbero precedere le loro dottissime affermazioni da queste parole: “io non sono con Xi JinPing… però…”
PS. Nel suo ottimo libro “Fermare Pechino” Federico Rampini, uomo di sinistra che dice cose intelligenti e largamente condivisibili da ogni persona di buon senso, ricorda che Taiwan è la prima produttrice al mondo di semi conduttori. In quella piccola isola è concentrata la produzione mondiale di circa il 60% dei semi conduttori. I semi conduttori sono quei cosini senza i quali nella nostra società non funziona praticamente nulla: dai telefonini agli aerei, dagli elettrodomestici alle auto, dai missili alle attrezzature sanitarie.
Proviamo a pensare come andrebbero le cose se questa isola “senza importanza” cadesse nelle mani di quel simpaticone di Xi Jinping…
Ah… dimenticavo ogni riferimento alla situazione attuale dell’Ucraina è puramente casuale. Certi “argomenti” (si fa per dire) sono interscambiabili, dettagli a parte. Valgono per l’Ucraina, ma possono valere per Taiwan come per gli stati baltici o per la Polonia… a scelta.




CUORI GENEROSI


“Seguivo il suo profilo, su Facebook, anche se da tempo era chiaro che avesse altre cose da fare. Era un comunista vecchio stampo, che non negava le foibe, e piuttosto ne faceva una gloria della giustizia proletaria. Riposi in pace, lui e la sua coerenza, che rivelano la grande confusione tra i cuori generosi e smarriti delle destre e delle sinistre più eccitabili”.
Così il fiero tony Capuozzo parla di Edy Ongaro, l’uomo che, dopo aver eroicamente preso a calci in pancia una donna, è fuggito dall’Italia ed ha trovato eroica morte nel Donbas.
Ongaro era un comunista stalinista duro e puro, uno di quelli che sono pronti a giustificare, meglio, ad esaltare ogni orrore se questo serve a realizzare il presunto paradiso in terra che la loro ideologia promette alla future, molto, molto future, generazioni.
Di questo personaggio Capuozzo non dice che era un pericoloso fanatico, no, lo considera una persona coerente, profondamente legata alle proprie idee, quindi un “cuore generoso”.
Ma né la coerenza né il legame con le proprie idee sono, in quanto tali, delle virtù. Esiste la coerenza della ricerca scientifica, ma esistono anche la lucida coerenza dei folli e la coerenza assassina dei criminali. Ed esistono le idee assassine, accanto alle idee positive.
In tutta la storia nessuno, credo, è stato più fanaticamente e coerentemente legato alle proprie idee di Adolf Hitler. Il tiranno nazista era convinto, sinceramente convinto, che gli ebrei fossero la sifilide del genere umano e ne ha coerentemente programmato il massacro. Non credo lo si possa definire un “cuore generoso”.
Ma il grande Capuozzo non si limita a considerare un “cuore generoso” il signor Ongaro, no, se la prede col popolo ucraino.
L’Ucraina è “è un Occidente alla buona, fatto di Nato e laboratori chimici che è scomodo ospitare da noi, di badanti e utero in affitto, di un popolo che non vuole tornar sotto il grigiore del socialismo reale senza neanche il socialismo, e che per farlo ha rispolverato vecchi eroi collaborazionisti…”
Voglio dirlo chiaramente. Considero moralmente repellenti questi continui attacchi ad un popolo che ha subito in passato un autentico genocidio su cui ancora grava un infame silenzio tombale e che vive oggi sotto le bombe.
Considero puro e semplice razzismo il continuare a parlare degli ucraini come di un popolo di badanti ed uteri in affitto, ed è prova di totale ignoranza storica, se non di autentica malafede, il parallelo fra gli episodi di collaborazionismo che ci sono stati in effetti in Ucraina ai tempi dell’invasione nazista e gli eventi di oggi.
In alcune occasioni i nazisti furono accolti come liberatori dalle popolazioni ucraine, è vero. Ne parla anche Solzenicyn in “Arcipelago Gulag”. Ma Solzenicyn, che è stato un grandissimo scrittore ed un eccellente storico, non un giornalista un tanto al chilo, spiega anche le cause di simili eventi. I contadini ucraini nel 1941 erano letteralmente stremati dalla guerra di sterminio che Stalin aveva loro dichiarato. A milioni erano morti di fame a causa delle brutali requisizioni dei raccolti messe in atto dal tiranno sovietico, quello che certi “cuori generosi” ancor oggi amano ed ammirano. Qui è la radice, la causa profonda del tragico errore, cui si sono accompagnati anche crimini ed orrori, di cui è si è resa colpevole una parte, comunque minoritaria, del popolo ucraino. Errore ed orrori che comunque nulla hanno a che vedere con quanto accade oggi in Ucraina, a meno di non voler prendere per buona la propaganda di Putin.
Non val la pena di continuare. Tony Capuozzo è oggi molto amato da tutti i teorici della resa, è il punto di riferimento obbligato di quanti affermano che se questa guerra orribile continua la colpa non è degli aggressori ma degli aggrediti. Perfetta logica, degna dei più generosi dei cuori.
Capuozzo è stato a suo tempo militante di Lotta continua. Oggi è anche peggio.
E tanto basta.