domenica 30 aprile 2017

ESEMPIO DI PROPAGANDA GOEBBELSIANA




Una bella ragazza ci dice che ha fatto l'esame del suo DNA e da questo vien fuori che lei è al 30% spagnola, al 29% “nativa” americana, al 10% britannica e così via. Insomma, una bella mistura. La morale della sua lezioncina è chiara: si alle migrazioni, smettiamola coi muri e le barriere!
Bella propaganda, degna di Joseph Goebbels!
Però chi ha fatto lo spot non è molto bravo, in nessun campo.

Non è capace, in primo luogo di ragionare LOGICAMENTE.
La fanciulla ci dice che lei è al 30% iberica. Ma se lei ha ragione ci dobbiamo chiedere: CHI è “iberico”? Un iberico risulterebbe essere al 30% italiano, al 20% russo e così via. Vogliono eliminare ogni radice ma per farlo cercano di ricostruire le radici di ognuno di noi. Siamo una mistura di nazionalità dicono, ma allora le nazionalità che formano la mistura esistono! Sono obbligati ad ammettere l'esistenza di ciò che volevano negare! Bravi!

Non ha inoltre la minima conoscenza SCIENTIFICA.
Perchè il DNA riguarda la genetica, non le nazionalità, le culture e le civiltà.

Non è capace in secondo luogo di ragionare STORICAMENTE.
Certo, in ognuno di noi c'è qualcosa che viene dai nostri avi, ed i nostri avi vengono dai paesi più lontani, ed allora? Questi avi si sono stanziati in certi territori, hanno dato vita a culture, civiltà, stati. E queste culture, queste civiltà, questi stati hanno assunto determinate caratteristiche che li hanno differenziati da altri stati, culture e civiltà. Il fatto che il mio DNA sia all'un per cento polinesiano non fa di me un polinesiano all'un per cento. Perché io, col mio DNA, sino nato e vivo in Italia, mi sono formato nel clima culturale italiano, faccio parte di una cultura che non è quella polinesiana. Invece per la fanciulla del filmato siccome nel mio DNA c'è qualcosa di polinesiano allora non esiste nulla di serio che differenzi la mia cultura da quella polinesiana. Davvero interessante, e molto, molto RAZZISTA!

Infine non è capace di ragionare POLITICAMENTE.
Perché una cosa sono i contatti fra individui, culture e civiltà che avvengono in maniera graduale, consensuale, regolamentata. Cosa del tutto diversa sono processi di migrazione che sottopongono gli abitanti di qualche zona del mondo ad un impatto violento che viene dall'esterno e che loro possono solo subire. Per la fanciulla non c'è nessuna differenza fra il matrimonio di un italiano con una nigeriana e lo sbarco giornaliero di due, tremila migranti sulle nostre coste. Tizio va a lavorare in Gran Bretagna con tanto di documenti in ordine e contratto di lavoro e questo non è diverso dall'ingresso in Gran Bretagna di migliaia di clandestini. Tutte le “misture” sono uguali!

Goebbels sapeva benissimo che la sua propaganda era menzognera. Mi chiedo se la ragazza del filmato creda davvero a quanto sostiene.

giovedì 27 aprile 2017

KIM JONG UN

Lenin scrive in “stato e rivoluzione” che dopo la rivoluzione comunista lo stato avrebbe iniziato ad estinguersi. Prima di lui Engels aveva detto che il comunismo avrebbe relegato lo stato al posto che gli spettava: nel museo delle antichità accanto all'ascia di bronzo.
Poi lo stato che “si doveva estinguere è diventato il più colossale, e mostruoso, apparato burocratico totalitario di tutti i tempi. Non a caso. Non c'è alcun ponte, né logico, ne empirico, né storico fra l'accentramento di tutti i mezzi di produzione nelle mani dello stato e l'inizio della sua “estinzione”. Un simile ponte può poggiare solo solo sulle magie della dialettica hegeliana. Ma le magie non reggono i ponti, mai.
Ed oggi lo stato totalitario burocratico di Stalin e Mao è diventato lo stato totalitario burocratico e DINASTICO di Kim Jong Un. Il comunismo dinastico è la fase ultima di un comunismo morente, ma che affascina ancora qualche pseudo intellettuale occidentale, convinto che dal “liberismo” vengano tutti i mali del mondo.
E mentre qualcuno chiacchiera il simpatico Un gioca con le bombe atomiche.
Se si arriverà ad un precipitare della crisi con il nord Corea di certo risorgerà l'esercito dellapace e l'antiamericanismo, messo in soffitta con Obama, a cui è stata perdonata l'avventura libica, risorgerà, più violento che mai. A sinistra ed anche a destra, credo.
Penso seriamente che le persone di buon senso non si devono fare ingannare. E' un bene che un ad pazzoide come Un vengano tagliate le unghie. Con le buone o con le cattive.

domenica 23 aprile 2017

LA FRANCIA

Probabilmente Emmanuel Macron sarà il nuovo presidente dei francesi, tuttavia la partita è forse più aperta di quanto non possa sembrare a prima vista.
Sulla carta Marine le Pen non sembra avere speranze: tutti sono contro di lei. Ed il sistema a doppio turno, il peggiore che sia possibile immaginare, sembra fatto apposta per favorire le grandi alleanze contro il “nemico del popolo”. Marine potrebbe quindi fare la stessa fine del padre, sconfitto da un autentico plebiscito nel 2002. Anche allora ci fu la mobilitazione di tutti contro un uomo considerato, abbastanza a ragione, un estremista di destra. Ma non credo che oggi le cose possano andare nello stesso modo. Le forze cosiddette “populiste” non possono più, oggi, essere presentate come “fasciste e razziste”. Una simile definizione può affascinare i giovanotti dei centri sociali o un buon numero di giornalisti faziosi, non consistenti masse di elettori. I “populisti” non sono, probabilmente, in grado di vincere nell'Europa continentale, ma rappresentano ovunque una parte consistente dell'elettorato. Partiti “populisti” si collocano in numerosi paesi europei al primo o al secondo posto nelle preferenze degli elettori. Intercettano, cosa che dovrebbe far pensare i guru della sinistra, fasce consistenti di voto operaio. Farli passare per “fascisti” è un giochetto destinato a fallire. Per questo Marine le Pen sarà, probabilmente, sconfitta, ma non travolta da una valanga di voti a “difesa dell'Europa democratica”. Le indicazioni di voto date dai leader non contano molto al giorno d'oggi e fra due settimane gli elettori francesi potrebbero riservare a tutti una brutta, o bella, dipende dai punti di vista, sorpresa. Personalmente lo ritengo poco probabile ma... non si sa mai.
Poi c'è il problema delle elezioni legislative. Il nuovo presidente dovrà vedersela con un parlamento di colore diverso dal suo? Sarà un presidente capace davvero di operare o un mezzo presidente alla perenne ricerca di una maggioranza? Tutto da vedere.

Un dato mi ha particolarmente colpito: il risultato del voto a Parigi.
Parigi è la città europea più ferocemente colpita dal terrorismo, vive letteralmente in stato d'assedio. Eppure ha tributato un autentico trionfo a Macron ed una sonora batosta a Marine le Pen.
Non dispongo degli ultimi dati, le mie sono solo impressioni personali, ma un simile risultato non può che far sorgere la domanda: cosa sono diventate le grandi città europee?
Nel bene e nel male Parigi è da sempre la Francia. La città della “declaration des droits”, della Comune, delle lotte sul caso Dreyfus, del maggio 1968 e del successivo trionfo gollista. La città delle avanguardie artistiche, delle nuove correnti culturali. Una città fortemente permeabile al fascino perverso delle ideologie, forse, ma anche, fino in fondo, nel bene e nel male, una città occidentale. Lo è ancora? C'è da dubitarne. Certo, le grandi città sono strutturalmente “progressiste”, lontane da visioni localistiche della politica, tendenzialmente cosmopolite. E' vero per Parigi come per Londra o New York. Ma qui non si tratta di questo, non stiamo parlando di un generico posizionamento “a sinistra” dei grandi centri urbani. In questi centri gli elettori oggi premiano ideologie che col progressismo di sinistra non hanno nulla a che vedere. Cosa ha di “progressista”, cose c'è “di sinistra” nell'Islam? NULLA.
L'immigrazione incontrollata sta cambiando o ha cambiato radicalmente la composizione sociale delle grandi città. Intere zone di Parigi, come di Londra, non sono più occidente, questo è il punto. E' vero, il voto dei "nuovi francesi" va a personaggi come Macron, il cui mondialismo non è di certo compatibile col fondamentalismo islamico, ma si tratta in larga misura di un voto tattico, difensivo. Prima o poi a Parigi, e a Londra, e altrove cominceranno a sorgere partiti islamici e allora i “progressisti” potranno constatare quanto sia stata pagante la loro politica di tollerante accoglienza. Ma forse sarà troppo tardi.

Mi permetto di chiudere con un alcune considerazioni “private”.
Ho sempre amato le grandi città. Ho lavorato e vissuto per quasi tre anni a Milano e ne ho un bellissimo ricordo. Anche ora, che sono un vecchietto, ogni tanto prendo la macchina, vado sino a Milano, non ci vuole molto, e passo una mezza giornata a gironzolare per il centro. Guardo una vetrina, entro in una libreria... tutto molto, molto bello. Mi piace il traffico, le vetrine sfarzose, il vedere gente di tutti i tipi nelle strade. Mi ha sempre affascinato e mi affascina il cosmopolitismo, non sono affatto un “localista”. Amo la cucina giapponese, il pensiero cinese. Ho frequentato per anni un dojo di karate. Ma sono, fino in fondo, occidentale. E l'occidente è, si, apertura, ma anche tutela della propria identità. E' apertura all'altro sulla base della affermazione della propria identità. E questa le grandi metropoli occidentali non sembrano più in grado di garantirla. Per questo la salvezza può venire, oggi, non dalla grandi città ma dai piccoli centri. La cosa può non piacere, personalmente non mi piace. Ma chi ha detto che il mondo debba sempre piacerci?

sabato 22 aprile 2017

FEDE E MATRIMONIO

Il Santo padre ha raccontato ieri la storia toccante di un uomo musulmano la cui moglie cristiana è stata sgozzata dai tagliagole dell'ISIS.
Dal racconto del papa emerge la visione d un Islam buono, tollerante, aperto. Ci si può sposare fra cristiani e musulmani ed ognuno dei coniugi esercita liberamente il proprio credo, in pace e letizia. Sono i tagliagole dell'ISIS ad opporsi a tutto questo, dimostrando in questo modo di non essere “veri” musulmani. Questo il quadretto che emerge dalle parole del pontefice.

Qualcuno provi a digitare in rete “matrimoni fra cristiane e musulmani” e faccia una piccola ricerca. Sebbene già sapessi cosa avrei trovato io la ho fatta, per evitare imprecisioni. Ecco alcune cosucce che emergono e che riporto col “copia incolla”.

“La legge islamica consente il matrimonio tra un uomo Musulmano ed una donna Cristiana e non, invece, tra una donna Musulmana ed un uomo Cristiano. Questa regola è basata sulla premessa che nella vita matrimoniale e  familiare l'Islam è la religione definitivamente valida e superiore agli occhi di Dio, ed in caso di disaccordo il marito ha l'ultima parola. Secondo la visione tradizionale islamica un marito cristiano non è accettabile per una moglie musulmana, perché il suo supposto dominio nella famiglia porterebbe con sé il dominio certo dell'elemento Cristiano”.

“Secondo la visione islamica, i figli di un uomo musulmano e di una donna cristiana sono Musulmani per nascita, ed i loro genitori hanno il dovere di crescerli come Musulmani. Questo dovere, il raggiungimento del quale è la responsabilità primaria del marito musulmano, è oggettivamente incompatibile con il dovere della moglie cattolica di crescere i suoi figli nella stessa fede”.

E importante per una donna cristiana che valuta il matrimonio con un musulmano sapere che, secondo la legge islamica, non può ereditare dopo la morte del marito. Ancor più importante può essere il fatto che la legge islamica permette all'uomo di contrarre un secondo matrimonio anche se ha sposato una donna cristiana.

Per non farla troppo lunga. Una donna musulmana sposata ad un islamico si trova in una posizione di radicale subordinazione nei confronti del marito. Nulla di nuovo, intendiamoci, sono cose risapute.
Eppure il santo Padre sembra credere alla favola di un Islam tollerante in cui a tutte le fedi sono garantiti pari diritti, anche nel matrimonio. Con l'eccezione dei cattivoni dell'ISIS che probabilmente più che del Dio musulmano sono adoratori del “Dio denaro”.
Mi chiedo rispettosamente se ci creda davvero.

giovedì 20 aprile 2017

L'ISIS E IL VOTO

L'Isis vota Le Pen afferma oggi in una intervista a “La Repubblica” un “filosofo” francese.
Cosa passi per la testa malata dei fondamentalisti islamici resta ovviamente un mistero. E' vero che a volte le forze estremiste preferiscono avere come antagonista chi intende combatterle sul serio perché questo “semplificherebbe” lo scontro. E' anche vero però che quando si trovano a fare i conti con chi intende davvero combatterle queste forze finiscono prima o poi per rimetterci le penne. Hitler è stato sconfitto dalla intransigenza di Churchill, non dallo spirito imbelle di Monaco. Gli israeliani hanno ridotto in maniera drastica gli attentati quando hanno deciso di costruire il famoso “muro” (che poi tale non è) fregandosene delle critiche ipocrite degli occidentali “buoni”. Al contrario, la politica del “dialogo”, della “comprensione”, delle porte aperte ad una immigrazione senza controllo ha diffuso in tutta Europa il cancro del terrorismo, ha creato, qui da noi, una autentica base sociale di massa in cui i terroristi reclutano indisturbati i loro militanti.
In Francia esistono intere zone del paese in cui di fatto le leggi francesi non vigono più. In molti quartieri una donna non può passeggiare da sola, meno che mai se indossa una minigonna o un paio di jeans attillati. Sono le zone ed i quartieri in cui i terroristi si muovono “come pesci nell'acqua”, per usare le parole del presidente Mao.
Eppure ci sono intellettualini da quattro soldi che si permettono di pontificare e di opporre il “dialogo” e l'”integrazione” a chi il terrore intende combatterlo sul serio. E tremano non perché tutti possiamo diventare bersagli, ma perché forse Marine le Pen può prendere qualche voto più del previsto.
Ma che vadano al diavolo!!!

PS. Forse sbaglio ma mi convinco ogni giorno di più che finora (sottolineo il FINORA) il nostro paese non ha subito attentati per un solo motivo. I tagliagole non sono cretini. Perché rischiare di chiudere la porta spalancata di accesso all'Europa?
Prima o poi comunque decideranno che il nostro turno è arrivato, ed allora non saranno di certo gli Alfano a salvarci. E quando anche noi dovremo piangere i nostri morti qualche “filosofo” comincerà a belare: “ci vuole tolleranza, dialogo, integrazione! Non facciamo il loro gioco!”

DI NUOVO PARIGI

Di nuovo la Francia, di nuovo Parigi.
Ormai non passa una settimana senza che i nostri fratelli non colpiscano da qualche parte.
E a noi toccherà risentire le idiozie di sempre.
Non sono islamici veri, l'Islam è una religione di pace.
Le crociate, il colonialismo!
Trump, Israele!
Dialogo dialogo!
Integrazione, integrazione!
Gli islamici sono tanti i terroristi pochi! (Sarà vero ma ho la leggerissima sensazione che se gli islamici fossero pochi i terroristi sarebbero pochissimi. Di certo sbaglio...)
La colpa è dei ghetti!
La colpa è di chi alza muri!
E così via, in una gara a chi spara la idiozia più grossa.

Solo un paio di considerazioni.

1) Pare che uno degli attentatori fosse “attenzionato”, cioè, per parlare come le persone normali, fosse noto ai servizi segreti. Domandina: perché non è stato rispedito al paese d'origine? Forse era diventato un “buon cittadini francese”? Ecco, l'errore è anche li, nel regalare la cittadinanza. O forse non lo si è mandato a casa perché sarebbe stato un atto poco democratico? Forse è così, e allora? E' “democratico” vivere in città blindate? Avere paura di salire su un treno, di passeggiare lungo un viale?

2) Qualche cretino di certo dirà che l'attentato rischia di favorire Marine le Pen. Ecco, questo è il vero problema! Non che non si possa uscire di casa, non che da un momento all'altro un fanatico ti spari, o ti sgozzi, o ti investa con la sua auto. Il vero pericolo è la signora Le Pen.
Volete togliere argomenti alla signora Le Pen? Combattete sul serio il terrorismo, invece di belare cazzate sul “dialogo” e “l'integrazione”!

Non lo faranno, temo.

mercoledì 19 aprile 2017

AVANTI C'E' POSTO

Esiste ovunque. Nei cinema e nei teatri. Nelle navi, sui treni e sugli aerei. Negli alberghi, nei residence e negli agriturismo. Mi riferisco al TUTTO ESAURITO. Non ci sono più posti disponibili, non si può entrare. Spiacenti...
Per i “migranti” pare di NO.
“Cerchiamo di fare accordi col governo libico”, borbottano i sapientoni del governo. “I paesi di origine non li vogliono indietro” aggiungono...
Quindi... beh, si... DOBBIAMO TENERCELI, TUTTI. Al massimo possiamo rispedire a casa qualche decina di malviventi, in aereo, al modico prezzo di qualche migliaio di euro al viaggio...
E le decine, le centinaia di migliaia che abbiamo traghettato in Italia? Non li rivogliono, dobbiamo tenerceli... sono risorse in fondo.
Il tutto esaurito non esiste per i migranti, non ci sono limiti. Centomila, un milione, dieci milioni, cento milioni. Siamo obbligati ad accogliere tutti. A meno che non si convinca un governo che non esiste ad accordarsi con noi, E se non si accorda? AVANTI C'E' POSTO!



lunedì 17 aprile 2017

IL NOSTRO FUTURO

Al termine della guerra civile in Spagna, nel 1939, un gran numero di sostenitori della repubblica sconfitti fuggirono dal loro paese. Dove andarono? In Francia.
Sempre la Francia fu la meta degli antifascisti italiani che preferirono espatriare.
I cubani in fuga dal regime di Castro fuggivano negli Stati Uniti.
Gli ungheresi in fuga dal loro paese, dopo la rivoluzione del 1956, raggiungevano il più vicino paese democratico.
I tedeschi della DDR fuggivano nella Germania occidentale.
Chi fugge da guerre e persecuzioni raggiunge paesi vicini e simili culturalmente al suo. Quanto meno, simili a ciò che vorrebbe fosse il proprio paese.
I migranti NO. Attraversano mezzo mondo per arrivare in Italia. Passano indisturbati attraverso numerosi paesi per arrivare in posti lontanissimi, e caratterizzati da una cultura diversissima dalla loro.
E nessuno cerca di fermarli. I berlinesi che tentavano di superare il muro rischiavano di morire, Castro faceva fucilare chi tentava di lasciare Cuba. I migrati invece attraversano mezzo mondo e nessun pone loro la minima difficoltà. Si imbarcano indisturbati dopo aver atteso pazientemente il lor turno e, appena partiti, trovano chi li traghetta in Italia. Ed i paesi che hanno loro permesso di partire NON li vogliono indietro! Permettono a centinaia di migliaia di persone di imbarcarsi ed una volta che la nave di qualche ONG li ha traghettati a casa nostra affermano: “ora ve li tenete voi!
Ed i nostri amati governanti non sanno dire altro che: “mica possiamo rispedirli a casa loro: non li vogliono”. In pratica, visto che i paesi da cui partono non li rivogliono indietro noi dobbiamo tenerceli tutti. Centomila, un milione, dieci milioni, cento milioni. Se no saremmo “disumani”.
Domandine: sono disumane anche la Spagna, la Francia, l'Austria, per non parlare di Repubblica ceca o Ungheria?
Rifiutare di farsi sommergere da una marea di “migranti” vuol dire essere “disumani”?
Qualcuno pensa seriamente che una volta sommersi da una simile marea potremo continuare ad essere ciò che siamo: dei paesi occidentali democratici e liberali?

Una volta che la marea dei migrati ci avrà sommersi paesi come l'Italia, la Francia o la Germania saranno del tutto simili a Siria, Iran o Arabia saudita. Avremo generalizzato le situazioni da cui i “migranti” dicono di fuggire. E non ci sarà più alcun paese libero in cui fuggire.
Bello vero?

giovedì 13 aprile 2017

ANCORA DUE PAROLE SULLA LEGITTIMA DIFESA

”E' l'argomento più usato dai critici della legittima difesa.
“Ma come”, dicono, “pretendete che Il magistrato eppure indaghi quando c'è di mezzo un morto?”
No cari signori, le cose non stanno così.
E' ovvio che se nel salotto di casa mia c'è un morto il magistrato deve indagare. Ma, indagare su cosa? Tizio afferma che quel tipo che si trova, cadavere, nel suo salotto gli si è introdotto in piena notte in casa. Il magistrato deve appurare se Tizio dice il vero. Davvero quella persona è entrata in piena notte di casa di Tizio? Oppure si tratta di un ospite che Tizio, per motivi suoi, ha fatto fuori? Ovvio che si debba indagare, nessuno, credo, lo nega.
Ma i nemici della legittima difesa hanno in mente ben altro quando parlano di indagini.
Tizio si è introdotto alle tre di notte in casa mia. Era armato o disarmato? E, se era armato, di cosa lo era? Aveva un coltello o una pistola? E se aveva una pistola me la puntava o non me la puntava addosso? E se me la puntava addosso aveva o non aveva intenzione di farmi fuori? Ecco,
QUESTO TIPO di indagini sono decisamente inutili. Tizio ha forzato la porta di casa mia, si è introdotto nella mia abitazione alle tre di notte. Questa è una aggressione, una aggressione gravissima dalla quale io ho il diritto di difendermi. Punto.

L'esercito del paese X supera le frontiere ed entra nel paese Y. Cosa fa l'esercito di Y? Controlla se l'esercito invasore possiede armi leggere o pesanti? Cerca di appurare se gli invasori hanno già sparato o si stanno solo preparando a farlo? Può darsi che i governanti di Y facciano, per motivi precauzionali, cose simili, ma può anche darsi di no. In ogni caso
non sono obbligati a farlo. Y sta subendo una invasione ed ha diritto di difendersi, ha il diritto di farlo anche se per ipotesi nessun suo abitante è stato ucciso.
Se l'aereo di un paese entra senza preavviso nello spazio aereo di un altro in cui il sorvolo è vietato viene subito affiancato da un paio di caccia che lo invitano a tornare indietro. Se non lo fa può essere abbattuto. Eppure l'aereo che ha sconfinato non ha sganciato alcuna bomba, né mitragliato nessuno. Entrare in un ambiente non tuo, in una zona vietata costituisce un atto di aggressione grave che da all'aggredito il diritto di difendersi. Certo, l'aggredito può pensarci due volte prima di mettere in atto tale diritto, ma nessuno nega che di diritto reale si tratti. Val la pena di aggiungere che una un capo di stato si trova in una situazione emotiva diversa rispetto ad un semplice cittadino che si trova in casa uno o più sconosciuti nel cuore della notte.

Un poliziotto può sparare ad un rapinatore, o anche ad un malvivente che non si ferma ad un posto di blocco. Un paese invaso può difendersi. Un spazio aereo può essere difeso dai caccia. Ma un privato cittadino, un settantenne ad esempio che in piena note si trova in casa due o tre giovanotti grandi e grossi, armati di coltelli non può sparare. I giovanotti hanno “solo” coltelli quindi non c'è “proporzionalità” se lui usa la pistola. E i giovanotti non lo volevano mica uccidere, solo derubare, o malmenare. Al massimo il settantenne poteva reagire coi pugni, se no manca la “proporzionalità”.
Mi chiedo se chi dice cose simili davvero ci creda.

domenica 9 aprile 2017

RISPETTOSE DOMANDE

Io pensavo che si fa il pane perché esiste la fame. E che si fanno gli abiti perché esiste il bisogno di vestirsi, e le case perché esiste il bisogno di un luogo comodo e riparato in cui vivere, e le automobili perché esiste il desiderio di spostarsi rapidamente.
Sbagliavo. Esiste la fame perché si fa il pane, esistono il bisogno di vestirsi, ripararsi, muoversi perché si costruiscono abiti, case ed automobili.
Me lo insegna il Santo Padre, quando afferma che esistono guerra e terrorismo perché esistono le armi e non viceversa.

Però ho dei dubbi. Certo, se non ci fossero esplosivi nessuno potrebbe farsi esplodere, ma potremmo anche dire che a nessuno verrebbe voglia di farsi esplodere se tutti fossimo buoni. Ma pare che NON TUTTI siamo buoni. Ed allora, Santità, come la mettiamo? I cattivi le armi possono costruirle, comprarle e vendere. Costruiscono, comprano e vendono armi perché sono cattivi o sono cattivi perché costruiscono, comprano e vendono armi?
E coloro che cattivi NON sono devono o non devono avere, anche loro, armi con cui difendersi dai cattivi?
Ogni volta che Lei si muove, Santità, è discretamente scortato da un piccolo esercito di uomini super addestrati ed armati sono ai denti. Proteggono la Sua augusta persona e Le consentono di far udire al mondo le Sue nobili parole.
Ma sanno combattere, e sono armati. Si servono, anche loro, di chi costruisce, compra e vende le aborrite armi. Dobbiamo per questo equipararli ai terroristi che massacrano i cristiani e, probabilmente, vorrebbero trucidarLa,?
Mi dia qualche lume, Santità.

sabato 8 aprile 2017

LA FOLLIA ESISTE


Lo domando ai critici del “bottone facile”.

Kim Jong Un ha tuonato: “l'attacco di Trump giustifica l'atomica. Idiozie? Esibizione muscolare? Forse. Ma cosa si dovrebbe fare se il regime nord coreano, al di la delle farneticazioni del suo leader, si dimostrasse seriamente intenzionato ad aggredire il Giappone o la Corea del sud? Bisognerebbe aspettare una bella atomica su Tokio prima di muovere un dito?
E cosa si dovrebbe fare se, in un domani non troppo remoto, l'Iran dovesse dotarsi di una bella bomba atomica e fosse pronta ad usarla contro Israele? Anche in questo caso, nessuno si muova se no passa per guerrafondaio?
Si, lo so. Probabilmente Israele ha l'atomica, ma Israele NON E' l'Iran. E tanto basta.
E cosa si dovrebbe fare se quel simpaticone di Kim Jong Un dovesse cercare di vendere, o regalare, un po' di bombette atomiche a quei simpaticoni dell'ISIS? Dovremmo mandare un avviso di garanzia al dittatore nord coreano? O fare una veglia di preghiera? O decorare i muri con gessetti colorati?
Oppure potremmo fare quello che ci suggerisce quel genio della geo politica che si chiama Di Battista: sganciare sui terroristi non bombe ma banconote.Che fantastica idea: per battere il terrore concediamo ai tagliagole il salario di cittadinanza! Come non averci pensato prima?

Il fanatismo, l'irrazionale, la follia ESISTONO! E non si possono battere sparando stronzate! Al di la dei giudizi su Trump o Putin, prima ci rendiamo conto, tutti, di questa verità ELEMENTARE meglio è.

giovedì 6 aprile 2017

BASHAR AL ASSAD

Detesto gli ipocriti. Quelli che si accorgono ogni tanto che in guerra muoiono anche i civili, anche i bambini. Quelli che fingono di non vedere che fra i nemici di Assad non si trova nessun democratico, nessun laico, neppure nessun “moderato”. E che dimenticano, o fingono di dimenticare, che il peggior nemico di Assad è quella peste del genere umano che si chiama ISIS.
Tutto questo però non mi rende tanto cieco da scambiare Bashar al Assad per un campione della lotta al terrorismo.
Bashar al Assad è un tiranno sanguinario, e fin qui nulla di nuovo. Il medio oriente pullula di tiranni più o meno sanguinari. La sola democrazia esistente in medio oriente si chiama ISRAELE, punto. Ma Assad non è solo un tiranno sanguinario. E' da sempre un uomo strettamente legato al terrorismo islamico. Nemico storico di Israele ha appoggiato Hezbollah ed Hammas ed è attualmente sostenuto dall'Iran, forse la peggiore teocrazia medio orientale. Uno stato in prospettiva ancora più pericoloso dell'ISIS, una potenza regionale che grazie alla politica imbelle di Obama e della UE potrebbe a breve diventare una potenza atomica, col risultato che ci troveremmo ad avere una Corea del nord a poche ore d'aereo da casa nostra.

Non credo francamente che Trump si sia comportato da “pazzo” rispondendo militarmente all'attacco di Assad, come non credo sia da pazzi mostrarsi determinati contro la Corea del Nord.
Qualcuno si è ingannato su Trump, nel corso della campagna elettorale. Ha scambiato la volontà di instaurare rapporti non conflittuali con la Russia di Putin con la scomparsa di ogni frizione fra Russia e Stati Uniti, o le tendenze protezionistiche con la volontà di chiudersi a riccio ignorando quanto avviene nel mondo. Non a caso hanno mostrato qualche simpatia per Trump anche alcuni campioni dell'anti americanismo. Sbagliavano e sbagliano. Trump non allineerà la politica americana alle idiozie insieme buoniste ed avventuriste della UE (si pensi alla Libia), non si imbarcherà, credo, in avventure sconsiderate. Ma sarà molto, molto determinato, credo, nel difendere, anche militarmente, gli interessi strategici del suo paese. Chissà, forse tutto questo deluderà qualcuno, pazienza.
Il mondo attraversa un momento difficilissimo. Non si può certamente far fronte ai problemi con gli slogan e la facile propaganda.

lunedì 3 aprile 2017

LA PUNTA DELL'ICEBERG

Se i signori dei media si esercitassero ogni tanto in quella faticosa attività che si chiama “pensare” si sarebbero da tempo accorti di una cosa: malgrado le dure sconfitte subite l'ISIS continua a reclutare sempre nuovi adepti e resta in grado di tenere il mondo sotto la minaccia del terrore.
E' un fatto molto rilevante. Qualcuno riesce ad immaginare nazismo e fascismo che nel 1946 riuscissero a conquistare nuovi adepti? E iniziassero un nuovo tipo di guerra contro chi li aveva sconfitti sul campo di battaglia?
I terroristi dell'ISIS sono solo un pugno di fanatici, continuano da anni a ripetere i Pierini del politicamente corretto, ma questo “pugno di fanatici” combatte in Siria, Iraq, Libia ed organizza attentati in mezzo mondo. E l'ISIS non è di certo il solo gruppo terroristico, ce ne sono altre decine anch'essi impegnati da anni a combattere in mezzo mondo. E quanti sono i terroristi caduti negli ultimi 20 anni? Quanti sono morti, quanti sono stati catturati, quanti hanno disertato? Di certo, come minimo, numerose decine di migliaia. Eppure sono stati TUTTI rimpiazzati ed il fenomeno globale del terrorismo islamico è cresciuto costantemente in questi anni.
Altro che “un pugno di fanatici”, altro che "fenomeno marginale"! Il terrorismo è forte e fa paura perché ha solide basi di massa. I combattenti assassini sono la punta dell'Iceberg, dietro di loro esistono masse enormi di simpatizzanti o di persone che mantengono nel loro confronti una posizione di benevola neutralità, pronta a trasformarsi in appoggio. Per questo restano in grado di colpire malgrado le sconfitte che subiscono, per questo ogni giorno qualche l”lupo solitario” si aggrega al  branco.

Ma i Pierini queste cose semplici, elementari, non le vogliono capire. Preferiscono trastullarsi con la favoletta del “pugno di fanatici” da sconfiggere a suon di avvisi di garanzia o, magari, col “dialogo” ed i gessetti colorati. E strillano contro Trump, ed organizzano contro il neo presidente marce di donne velate. E cercano di far credere che il vero problema sia costituito oggi dalla “islamofobia”. Un po' come se in Gran Bretagna nel 1940 qualcuno avesse teorizzato che il problema era la “germanofobia” o la “nazifobia”.
A proposito. Nel 1940 Hitler, ormai padrone dell'Europa, propose alla Gran Bretagna la “pace”. Churchill rispose senza esitazioni: “NO”. "Noi continueremo a combattere" disse il grande statista, "continueremo in ogni caso a combattere fno a quando non vi avremo sconfitti". Davvero un guerrafondaio questo Churchill!!! Proviamo ad immaginare cosa avrebbe risposto al dittatore nazista, in uno dei momenti più tragici della storia, un tipetto come... Angelino Alfano! O cosa avrebbero detto altri personaggi come Speranza, od Orlando, o la signora Boldrini o il signor Hollande, o la signora Merkel.
Purtroppo sono questi gli esponenti della classe politica occidentale oggi.

Non so chi ci sia dietro all'attentato di ieri a San Pietroburgo, anche se appare probabile la matrice islamica. In ogni caso le autorità russe hanno da subito parlato di “terrorismo”. Nessuno, mi pare, neppure per un istante, ha parlato di “squilibrati”, “depressi”, “persone che avevano subito atti di bullismo o incomprese dai genitori”.
Non ho soverchie simpatie per la Russia di Putin né ripongo sul leader russo le speranze che altri invece sembrano nutrire. Ma che in un grande paese come la Russia nessuno o quasi si crogioli in ridicole illusioni o  faccia ricorso a pietose bugie è un fatto consolante. Uno dei pochi nel momento orribile in cui ci troviamo.

TELEGIORNATE ORWELLIANO

Ieri sera un giovane in difficoltà economiche è entrato in un bar ed ha educatamente chiesto al gestore un contributo che gli permettesse di far fronte alle difficile momento che stava attraversando. Il barista, noto in paese per le sue idee di stampo reazionario, ha risposto in malo modo.
Il giovane allora ha estratto una piccola pistola (che non era sua intenzione usare) ed ha invitato il barista a dargli qualcosa. Il gestore del bar ha reagito in maniera isterica aggredendo il povero ragazzo con calci e pugni. Ha poi afferrato un potentissimo fucile da guerra che deteneva sfruttando la troppo permissiva legge sulle armi e lo ha rivolto contro il giovane. Ne è seguita una sparatoria nel corso della quale il barista aggressore è stato ucciso, il povero ragazzo ed alcuni avventori feriti. Il giovane ingiustamente aggredito e costretto a difendersi e gli avventori feriti chiederanno ai familiari del barista alcuni milioni di euro di danni.
In serata il paese teatro di questi eventi è stato attraversato da una fiaccolata. Sono stati liberate colombe, lanciati palloncini bianchi e abbelliti i muri con gessetti multicolori. Negli interventi tutti hanno espresso solidarietà col giovane costretto a difendersi e condannato la brutale aggressione perpetrata dal barista.


La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.
George Orwell.