Lo si sente dire spesso: i popoli sono innocenti, non possono essere
considerati responsabili delle nefandezze dei loro governi. Sembra
una affermazione di buon senso, ma… le cose stanno davvero così?
I popoli non sono super persone, misteriose entità metafisiche
che annullano le differenze individuali. Fanno parte di un popolo
persone con idee, interessi, valori diversi, spesso profondamente
diversi. In questo senso parlare di innocenza o colpevolezza dei
popoli è completamente sbagliato, come sono sbagliati, anzi,
criminosi i propositi di vendetta sui popoli per crimini e delitti
commessi da una parte degli stessi. La responsabilità giuridica e
morale è sempre individuale, questo è uno dei principi base della
nostra civiltà cui è bene attenersi, sempre.
Però i popoli
esistono. Non come super persone ma come entità collettive, insiemi
di esseri umani uniti da un linguaggio, una storia, una tradizione,
usi, costumi, abitudini. E capita a volte che queste entità
collettive si ammalino, facciano proprie ideologie assassine o
portino alle estreme conseguenze gli aspetti negativi di ideologie,
fedi religiose, modi di vedere il mondo. Certo, queste malattie
dell’anima non riguardano mai tutti i membri di un certo popolo,
cultura o fede, ne possono infettare però settori estremamente ampi,
sua pure in maniera differenziata. Non tutti i tedeschi erano
nazisti, né tutti i tedeschi che simpatizzavano per il nazismo erano
equiparabili ai criminali che conducevano gli ebrei alle camere a
gas, tuttavia l’ideologia criminale del nazismo infettava in
profondità il popolo tedesco. Durante la notte dei cristalli c’erano
i criminali che spaccavano le vetrine dei negozi retti da ebrei,
c’era chi applaudiva, chi si voltava dall’altra parte, chi non
approvava ma taceva, chi infine si opponeva, ma si trattava di esigue
minoranze. Il popolo tedesco era ammalato di nazismo, questo non lo
rendeva tutto egualmente responsabile dei crimini nazisti, ma lo
esponeva comunque alle conseguenze della malattia che lo aveva
travolto.
Il punto è proprio questo: le vendette a danno
dei popoli sono inammissibili ma questo non implica che i popoli non
debbano mai subire le conseguenze delle loro scelte
collettive, sia pure non unanimi.
Moltissimi tedeschi hanno appoggiato Hitler. La gran
maggioranza di loro ha finto di non vedere le persecuzioni cui il
tiranno nazista sottoponeva gli ebrei e non solo loro. Masse enormi
di tedeschi hanno applaudito freneticamente quando le armate naziste
hanno conquistato la Polonia, la Francia, l’Ucraina. Poi le cose
sono cambiate ed il popolo tedesco ha dovuto patire sofferenze
enormi. Sarebbe stato giusto chiedere ai nemici della Germania
nazista di non attaccarla perché i loro attacchi coinvolgevano
inevitabilmente anche persone che nulla avevano fatto di male? Dal
fatto che un popolo non debba subire vendette collettive deriva che
lo stesso popolo possa evitare di essere coinvolto nelle conseguenze
delle politiche che una sua parte importante ha comunque avallato?
Basta fare la domanda per avere la risposta, credo.
Si possono
fare considerazioni simili riguardo a quanto sta avvenendo oggi a
Gaza.
Non tutti i palestinesi sono terroristi, è vero, però
una parte cospicua dei palestinesi approva gli atti dei terroristi,
li incoraggia, li applaude. Altri fingono di non vedere, altri
ancora, pochi probabilmente, sono in disaccordo ma non possono
opporsi. Dopo gli attentati dell’undici settembre a Gaza sono stati
in moltissimi a festeggiare, lo stesso è avvenuto dopo il 7 ottobre.
Questo non rende collettivamente “colpevoli” i palestinesi, non
li deve esporre a vendette collettive, ma non può neppure esonerarli
dal subire le conseguenze di una politica che tanti di loro hanno
avallato.
E’ bene saperlo: quando parti importanti di un
popolo avalla ideologie assassine e quando queste ideologie assassine
si traducono in concrete azioni criminali tutto il popolo
interessato ne subisce le conseguenze, purtroppo.
Questo è uno
dei motivi più importanti per opporsi con tutte le forze alle
ideologie assassine. Sempre, a tutti i livelli. Dovrebbero pensarci
bene gli intellettuali, veri o presunti, che per le ideologie
assassine hanno una incredibile, e vomitevole, simpatia.