venerdì 22 settembre 2017

UNO PSEUDO FILOSOFO

E' sempre più presente in rete, ed in TV ed in libreria, uno pseudo filosofo. Un giovanotto arrogante che risponde al nome di Diego Fusaro. Non conosco bene il pensiero di questo signore e, a dir la verità, la cosa mi interessa poco. Però ho sentito in un video questo “filosofo” sostenere che gli attuali processi migratori sono determinati dalla necessità del “capitale internazionale” di “ricostituire l'esercito industriale di riserva” ed argomentare la sua affermazione con l'uso di categorie marxiane.
Cos'è per Marx l'esercito industriale di riserva? Molto semplicemente la massa dei disoccupati che, facendo concorrenza agli occupati, contribuiscono a mantenerne bassi i salari.
E come si forma l'esercito industriale di riserva?
Marx ne parla nel libro primo, sezione settima, capitolo 23 del “Capitale”. (Per trovare il punto preciso mi sono aiutato con la rete, poi ho controllato la corretezza delle citazioni consultando una vecchissima edizione del “Capitale” che ho comprato secoli fa, e che conservo con grande cura).
L'esercito industriale di riserva è per Marx la conseguenza della sostituzione del lavoro vivo col lavoro morto, detto in altre parole, di operai  con macchine.
Cediamogli la parola.


“la rivoluzione tecnica del capitale addizionale è accompagnata dalla rivoluzione tecnica del capitale originario. Con il procedere dell’accumulazione varia quindi la proporzione fra la parte costante del capitale e quella variabile; se in origine era di i 1:1 ora diventa 1, 2 : 1, 3 :1, 4 1, 5 : 1, 7  ecc., cosicchè, aumentando il capitale, invece della metà del suo valore complessivo si convertono in forza-lavoro progressivamente solo 1/3, 1/4, 1/5, 1/6, 1/8, ecc., e di contro si convertono in mezzi di produzione 2/3, 3/4, 4/5, 5/6, 7/8, ecc. Siccome la domanda di lavoro non è determinata dal volume del capitale complessivo, ma dal volume della sua parte costitutiva variabile, essa diminuirà quindi in proporzione progressiva con l’aumentare del capitale complessivo, invece di aumentare in proporzione di esso” (1)
Traducendo: più avanza la accumulazione del capitale più le macchine sostituiscono gli operai, da qui il crescere dell'esercito industriale di riserva e la concorrenza fra occupati e disoccupati. Come si vede in questo processo l'immigrazione non c'entra assolutamente NULLA.
Ovviamente il dottor Fusaro può non concordare, come io non concordo, con Marx, ma allora è bene che non infioretti i sui discorsetti con citazioni marxiane.

Val la pena di aggiungere alcune altre considerazioni.

1) Per Marx l'aumento del lavoro morto a scapito del lavoro vivo (macchine al posto di operai) porta inevitabilmente (!) alla caduta del saggio di profitto. Il profitto deriva infatti per Marx solo dalla parte variabile del capitale (è plusvalore estorto agli operai), quindi il rapporto fra questo plusvalore ed il totale del capitale investito non può che calare se aumenta la componente fissa di questo.

2) E' semplicemente ridicolo pensare che al “capitale internazionale” occorra oggi una enorme quantità di mano d'opera dequalificata, del tutto inutilizzabile nei settori di punta della produzione. Un operaio del tutto dequalificato non può di certo fare concorrenza ad un tecnico infotmatico, quindi non può neppure contribuire a far calare la sua retribuzione.

3) Il processo di concentrazione e di automazione del lavoro ha raggiunto ormai livelli avanzatissimi.  Dovrebbe quindi esistere quasi ovunque in occidente, e non solo, un enorme esercito industriale di riserva. Perché mai accrescerlo ancora?

4) Come mai paesi capitalistici molto avanzati come il Giappone, ed ora anche gli USA, contrastano i flussi migratori? In Giappone e negli USA non serve l'esercito industriale di riserva?

5) La teoria della caduta del saggio di profitto è la previsione marxiana maggiormente smentita dalla storia. Insieme a quella della crescita continua ed inarrestabile dell'esercito industriale di riserva.

Ma tutto questo forse è troppo per il dottor Fusaro. Questo “filosofo" parla di argomenti che conosce poco, sostituendo le scarse conoscenze con l'arroganza.
Purtroppo ha un certo numero di seguaci sia a destra che a sinistra.
Segno dei tempi.





1) Karl Marx: Il Capitale. Avanzini Torraca 1965, pag. 366

venerdì 15 settembre 2017

I FONDI DELLA LEGA

Se Tizio usa a fini privati dei fondi che dovrebbero servire a finanziare la attività politica del suo partito, ad essere danneggiato è proprio il partito di Tizio. Questo indipendentemente da ogni considerazione sulla bontà o meno della legge sul finanziamento pubblico ai partiti o sulla estrema difficoltà di distinguere, in molti casi, quali spese siano da considerare legate alla attività politica e quali no.
Ma la magistratura a volte non fa distinzioni troppo sottili. E così la condanna di Bossi e Belsito, il cui comportamento ha, a rigori, danneggiato la lega, è stata seguita dal blocco di tutti i fondi di questo partito che in questo modo risulta doppiamente danneggiato. Un provvedimento gravissimo, mai preso per nessun partito, anche se tutti sanno che per decenni i partiti, TUTTI I PARTITI, si sono finanziati in maniera assai irregolare, per usare un cortese eufemismo.

E' molto, molto difficile non pensare che dietro ad un simile provvedimento non ci siano finalità politiche. Di fatto si impedisce alla lega di svolgere attività politica, la si paralizza in un momento estremamente delicato della vita del paese. Va detto chiaramente: un simile provvedimento è da condannare indipendentemente dalle simpatie o antipatie che si possono nutrire nei confronti della lega. Se un atto della magistratura può di fatto bloccare la vita di un partito la democrazia non esiste più, tutti i partiti sono a rischio.
Per venti e più anni la magistratura italiana ha dato la caccia a Berlusconi, imbastendo contro il cavaliere decine di processi, aprendo centinaia di inchieste e spendendo quantità enormi di pubblico denaro (alto che le cifre spese da Bossi e Belsito!)
Si poteva sperare che, eliminato il cavaliere, le cose si calmassero, ma non sembra sia così.
Una vera riforma della giustizia appare ogni giorno più urgente. Per il bene di tutti, a partire da quei numerosi magistrati che svolgono seriamente il loro lavoro, senza farsi guidare preconcetti politici.
Ma c'è da scommettere che nessuno riuscirà a far nulla.
Povera Italia! E poveri noi...

lunedì 11 settembre 2017

LE TEORIE DEL COMPLOTTO IN QINQUE PUNTI

Ieri era il sedicesimo anniversario della strage dell'undici settembre ed in rete si sono fatte sentire (c'era da dubitarne?) le voci dei complottisti per i quali l'Islam ed Al Qaeda in quel massacro non c'entrano per nulla, mentre c'entrano, eccome, la Cia ed il Mossad.
Dall'attacco alle torri gemelle allo sbarco sulla luna, dai vaccini al crollo del comunismo, per i paranoici del complotto dietro ad ogni evento importante c'è l'oscura regia di forze misteriose e potenti che tutto controllano e tutto determinano.
Ovviamente nella storia esistono i complotti. Ciò che distingue i paranoici del complotto dalle persone normali non è l'ammissione che complotti possano esistere, ma il tipo di argomentazioni che si portano a sostegno delle loro teorizzazioni. I discorsi strampalati con cui i paranoici difendono le loro teorie sono brevemente riassunti nei cinque punti che seguono. Di questi il primo rappresenta l'argomento principe dei complottisti. L'ultimo sintetizza la conseguenza che si può trarre dalle loro farneticazioni. I tre punti centrali rappresentano invece le caratteristiche costanti del discorso complottista. Quasi mai queste vengono chiaramente esplicitate, ma basta un minimo di attenzione per capire che sono sottintese in praticamente tutti i loro discorsi.

Passiamo ai punti.


1) A chi giova?

Se X giova ad Y di certo è stato Y a causare X. Se un mio lontano parente muore lasciandomi qualche soldo in eredità io sono il suo assassino.
Fantastico modo di ragionare! Che tra l'altro dimentica che ogni evento giova spesso a molte persone e che il “giovare” o meno di qualcosa a qualcuno cambia radicalmente col passare del tempo e a seconda dei punti di vista. L'evento X può favorire inizialmente Tizio, poi Caio e poi Sempronio, o li può favorire, da diversi punti di vista, tutti e tre contemporaneamente. La morte del mio lontano parente può aver favorito me, ma anche sua moglie, un suo concorrente o un suo collega. Eppure io, la moglie, il concorrente ed il collega non siamo minimamente implicati nell'evento luttuoso.
Il beneficiario dell'evento “seconda guerra mondiale” è stata fino al 1942 la Germania nazista. Alla fine i maggiori beneficiari di questo evento sono stati USA e URSS. Quindi Hitler non c'entra nulla nello scoppio della seconda guerra mondiale. Sembra impossibile ma c'è chi “ragiona” (si fa per dire) in questo modo.


2) Ogni complotto genera nuovi complotti

Tutto ciò che contrasta con la teoria del complotto è a sua volta risultato di altri complotti.
Centinaia di persone hanno visto l'aereo schiantarsi sul Pentagono. Sono state pagate per mentire.
Ci sono le conversazioni telefoniche fra i passeggeri ed i loro familiari registrate poco prima dello schianto. Sono state costruite ad arte.

Sul Pentagono si sarebbe schiantato un missile e non un aereo. E che fine ha fatto l'aereo? Che fine i suoi passeggeri? Sono stati fatti scomparire, non si sa dove, come e quando.
E si prosegue così, all'infinito. I complotti si infittiscono e si moltiplicano, coinvolgono migliaia, decine di migliaia di persone. Eppure la caratterstica principale di un complotto è la segretezza, e la segretezza è impossibile da conservare quando nel complotto sono coinvolte troppe persone...

3) L'assenza di prove "prova" il complotto.
Anzi, ne è la “prova” regina. I cospiratori sono diabolicamente astuti. Il fatto che non esistano prove del complotto dimostra la loro diabolica abilità.

4) Dimostrare la non esistenza.
“Noi non possiamo dimostrare l'esistenza del complotto” dicono i complottisti, “ma voi non ne potete dimostrare la non esistenza”.
Dimenticano che è logicamente impossibile dimostrare la non esistenza di qualcosa. Per provare la non esistenza di X dovrei esaminare tutti i possibili mondi e le possibili situazioni in cui X può esistere, dovrei fare cioè una serie infinita di controlli e di esami.
Tutto ciò che non è contraddittorio è logicamente possibile. Non è possibile che io sia e nel contempo, e dallo stesso punto di vista, non sia un uomo, ma è possibile che l'evento X sia avvenuto o che l'ente Y esista.
E' possibile dire che il drago sputafuoco non esiste? No, è solo possibile dire che non esiste alcuna prova empirica, neppure debole, neppure approssimativa, della sua esistenza.
Può darsi che esista il drago sputafuoco, o che gli extraterrestri ci spiino dallo spazio profondo, o che la Cia ed il Mossad abbiano organizzato gli attentati dell'undici settembre.
Ma l'onere della prova è tutto a carico di chi teorizza cose simili.

5) Il paradosso del mentitore.
Tutte le teorie del complotto si riducono al paradosso del mentitore: "sto mentendo”, enunciato che se è vero è falso e se è falso è vero.
Per i paranoici del complotto tutto è la risultante di diabolici complotti. Ma se tutto è la risultante di diabolici complotti cosa ci assicura che non siano loro i cospiratori? Chi ci assicura che la teorizzazione del complotto non sia a sua volta parte un complotto volto a destabilizzare l'occidente?
Tempo fa faceva bella mostra di se nelle librerie un libro dal titolo: “Tutto ciò che sai è falso”.
Stupendo! Ma, se tutto ciò che so è falso perché dovrebbe essere vera la affermazione secondo cui è falso tutto ciò che so?
Se almeno i complottisti avessero qualche nozione di logica!

I cinque punti elencati dimostrano una cosa: le varie teorie del complotto (cosa ben diversa dalla dimostrazione che un certo complotto esiste od è esistito) sono costruite in modo da essere inconfutabili. Sono vere qualsiasi cosa accada. Sono vere anche se a loro sostegno non esiste prova alcuna (punto 3) o anche se (punto 2) esistono numerosissime prove che le smentiscono.
Però una teoria costruita in modo tale da essere vera qualsiasi cosa accada ha un valore probatorio pari a ZERO.
Per questo è del tutto inutile discutere con i paranoici del complotto: loro hanno sempre ragione perché tutto ciò che contrasta con quanto farneticano è frutto di oscuri complotti. Anche chi discute con loro, cercando di farli ragionare, forse è un agente dei cospiratori...
Cuociano pure nel loro cattivo brodo!

sabato 2 settembre 2017

NICHILISMO CONTRO LA STORIA

Dopo il generale Lee tocca a Cristoforo Colombo. Domani potrebbe toccare a George Washington che fu proprietario di schiavi. Dopodomani qualcuno potrebbe chiedere che un certo Aristotele sia espulso dai corsi di storia della filosofia. Lo stagirita, come si sa, difese e teorizzò lo schiavismo. Anche Nietzsche e Tommaso d'Aquino avrebbero dei problemi, per non parlare di Cesare e Cicerone. I politicamente corretti vorrebbero escludere dalla storia e dalla cultura tutto ciò che non quadra con la loro visione del mondo. In questo modo però del mondo resta molto poco.
Se fossero coerenti questi signori dovrebbero chiedere lo scioglimento degli Stati Uniti d'America, e non solo di questi. Argentina, Messico e Brasile dovrebbero seguire a ruota. Bisognerebbe restaurare l'impero atzeco e restituire il nord America alle tribù dei “nativi americani”. A ben vedere le cose però neppure in questo modo si farebbe giustizia. Gli Atztechi erano imperialisti e schiavisti, e si dilettavano in sacrifici umani nel corso dei quali veniva strappato il cuore a giovani fanciulle vergini. Quanto alle tribù dei “nativi americani”... beh, pare passassero molto del loro tempo a farsi la guerra per strapparsi a vicenda cibo, cavalli e donne.
Questo però non turba i sonni degli angioletti del politicamente corretto. Severissimi con tutto ciò che è occidentale questi signori diventano incredibilmente tolleranti quando ci sono di mezzo civiltà non occidentali. Gli orrori della conquista e della colonizzazione delle Americhe suscitano la loro riprovazione, ma quelli degli imperi mongolo e cinese, atzteco o islamico li lasciano del tutto indifferenti. Relativisti fino al midollo quando ci sono di mezzo civiltà non occidentali perdono ogni senso della storia quando si tratta di giudicare ciò che è occidentale. Sono fatti così...

La storia è piena di orrori, ovunque, sotto tutte le latitudini. Orrori che nulla può giustificare. Come ben argomenta Popper, lo storicismo, la teoria cioè secondo cui la storia sarebbe retta da un fine provvidenziale e che il male in essa presente sarebbe un mezzo necessario per la realizzazione del bene, questa teoria non è solo scientificamente risibile, ma anche eticamente inaccettabile. Ma il fatto che nella storia ci siano il male, gli orrori e le ingiustizie non cancella ciò che, malgrado tutto, esiste in questa di positivo. Il fatto della schiavitù nella antica Grecia non elimina l'immenso valore della filosofia di Platone ed Aristotele, esattamente come il potere assoluto del celeste imperatore non sminuisce il valore del pensiero di un Confucio o di un Lao Tze. Il Colosseo resta una costruzione ammirevole anche se un tempo dentro le sue mura i gladiatori si ammazzavano per divertire la plebe romana. E le piramidi d'Egitto mantengono tutta la loro imponenza anche se sono letteralmente impastate del sangue degli schiavi.

La civiltà occidentale è unica non perché esente dal male e dagli orrori. In fondo Hitler e Stalin sono anche loro, a modo loro, figli di una parte almeno della tradizione culturale dell'occidente. La civiltà occidentale è unica perché in questa civiltà sono sorte, malgrado tutti gli orrori, le idee ed i valori della tolleranza e della libertà personale, della discussione razionale dei problemi e della democrazia politica. Sono questi valori e queste idee che fanno dell'occidente una civiltà espansiva, tendenzialmente universalistica e che differenziano la nostra civiltà dalle altre, piaccia o non piaccia questo ai teorici del politicamente corretto.
Il loro tentativo di riscrivere la storia cancellando da questa tutto ciò che non quadra con la loro angusta visione del mondo non è quindi solo stupido. E' anche profondamente nichilista. Distrugge quella tradizione culturale in cui sono nati, insieme allo schiavismo, alla intolleranza ed al fanatismo, anche le idee ed i valori che hanno permesso di combattere fanatismo, intolleranza e schiavismo.
Ma questo i fanatici del politicamente corretto non lo capiranno mai.