“Tot miliardi di euro andati in fumo
in borsa”. Lo si sente ripeter spesso dagli “esperti” e in
questi giorni di post brexit lo si sentirà ripetere ancora più
spesso.
Ma, ha senso dire che le variazioni di borsa distruggono, o creano ricchezza?
Nel 1600 ci fu in Olanda, ormai è abbastanza noto, la famosa crisi dei tulipani. Il prezzo dei tulipani saliva precipitosamente e molti iniziarono a speculare. Compravano tulipani con l'intenzione di rivenderli ad un prezzo più alto. Per un po' le cose andarono bene, poi ci fu l'inevitabile crollo dei prezzi ed un bel po' di gente rimase, come suol dirsi, col cerino acceso in mano, ed in tasca un sacco di soldi in meno.
Qualcuno può pensare che mentre il prezzo dei tulipani saliva si stava creando nuova ricchezza e quando invece ci fu il crollo venne distrutta ricchezza? No, ovviamente. La ricchezza esistente in Olanda era esattamente la stessa sia nella fase del rialzo che in quella del ribasso. Nulla venne creato nella prima e nulla andò “in fumo” nella seconda. Nella fase di ascesa un mazzo di tulipani valeva quanto una casa, in quella di discesa con un mazzo di tulipani non si sarebbe comprato neppure un mattone. La ricchezza globale era esattamente la stessa prima e dopo. Le variazioni di prezzo derivanti da ondate speculative, momenti di euforia o di panico fanno variare i prezzi relativi delle varie merci, ma non creano o distruggono nulla. Certo, le crisi borsistiche possono avere conseguenze pesantissime sulla economia reale, soprattutto possono minare la fiducia degli operatori nel sistema bancario, con esiti distruttivi, ma, in quanto tali, non “mandano in fumo” un bel niente.
Quindi la smettano gli “esperti” di parlare di miliardi “andati in fumo” a causa della Brexit. Quando i mercati si assesteranno gli “esperti” scopriranno che non è successo nulla di particolarmente traumatico.
Il giorno successivo alla brexit la borsa che ha reagito in maniera più composta è stata quella di Londra, che ha contenuto le perdite in un modesto 3%. Milano invece ha avuto un tonfo del 12%. Una situazione “paradossale” hanno gracchiato gli “esperti”. Ne siamo proprio sicuri?
Passato un momento di sbandamento i mercati si assesteranno, ed allora scopriremo che ad essere andata in fumo per la Brexit è solo l'arroganza degli euroburocrati.
Ma, ha senso dire che le variazioni di borsa distruggono, o creano ricchezza?
Nel 1600 ci fu in Olanda, ormai è abbastanza noto, la famosa crisi dei tulipani. Il prezzo dei tulipani saliva precipitosamente e molti iniziarono a speculare. Compravano tulipani con l'intenzione di rivenderli ad un prezzo più alto. Per un po' le cose andarono bene, poi ci fu l'inevitabile crollo dei prezzi ed un bel po' di gente rimase, come suol dirsi, col cerino acceso in mano, ed in tasca un sacco di soldi in meno.
Qualcuno può pensare che mentre il prezzo dei tulipani saliva si stava creando nuova ricchezza e quando invece ci fu il crollo venne distrutta ricchezza? No, ovviamente. La ricchezza esistente in Olanda era esattamente la stessa sia nella fase del rialzo che in quella del ribasso. Nulla venne creato nella prima e nulla andò “in fumo” nella seconda. Nella fase di ascesa un mazzo di tulipani valeva quanto una casa, in quella di discesa con un mazzo di tulipani non si sarebbe comprato neppure un mattone. La ricchezza globale era esattamente la stessa prima e dopo. Le variazioni di prezzo derivanti da ondate speculative, momenti di euforia o di panico fanno variare i prezzi relativi delle varie merci, ma non creano o distruggono nulla. Certo, le crisi borsistiche possono avere conseguenze pesantissime sulla economia reale, soprattutto possono minare la fiducia degli operatori nel sistema bancario, con esiti distruttivi, ma, in quanto tali, non “mandano in fumo” un bel niente.
Quindi la smettano gli “esperti” di parlare di miliardi “andati in fumo” a causa della Brexit. Quando i mercati si assesteranno gli “esperti” scopriranno che non è successo nulla di particolarmente traumatico.
Il giorno successivo alla brexit la borsa che ha reagito in maniera più composta è stata quella di Londra, che ha contenuto le perdite in un modesto 3%. Milano invece ha avuto un tonfo del 12%. Una situazione “paradossale” hanno gracchiato gli “esperti”. Ne siamo proprio sicuri?
Passato un momento di sbandamento i mercati si assesteranno, ed allora scopriremo che ad essere andata in fumo per la Brexit è solo l'arroganza degli euroburocrati.