sabato 17 maggio 2025

NUMERI

 

E’ uno degli argomenti “forti” dei propal: i numeri.“Sono morti meno di 2.000 israeliani e oltre 50.000 palestinesi e questo la dice lunga sulle ragioni e sui torti del conflitto”: questo più o meno il loro “argomento”.Si tratta con tutta evidenza di una siderale idiozia. Non solo prende per buone l le incontrollabili cifre fornite da Hamas ma instaura una ridicola equivalenza fra torti e ragioni di un conflitto da una parte e numero dei caduti dall’altra. Ragionando (si fa per dire) in questo modo la Germania nazista avrebbe avuto nella seconda guerra mondiale enormemente più ragioni della gran Bretagna, visto che ha avuto un numero di caduti quasi 30 volte superiore. Ma… lasciamo perdere, prendiamo per buono questo pseudo argomento, concentriamoci pure sui numeri.
Lo abbiamo visto tutti: in occasione della liberazione di alcuni ostaggi i “palestinesi” di Hamas hanno preteso la liberazione di oltre 100 terroristi palestinesi per ogni ostaggio liberato. In molti casi hanno preteso più di 100 palestinesi vivi per restituire agli israeliani il corpo senza vita di un ostaggio assassinato. Il rapporto è stato di uno a 100, forse di uno a 120 o 150.
Negli attacchi del 7 ottobre sono morti circa 1.300 israeliani, tutti civili, inermi, disarmati: giovani che ballavano, donne, bambini, vecchi.Ebbene, secondo il rapporto, stabilito da Hamas, in base al quale sono stati liberasti un certo numero di ostaggi questi 1.300 israeliani assassinati dovrebbero valere come minimo 130.000 palestinesi, probabilmente molti di più. In ogni caso, anche prendendo per buone le inattendibili cifre fornite da Hamas sui caduti palestinesi siamo ancora ben lontani da una cifra simile.
La mia è solo una provocazione ovviamente: nulla è tanto rivoltante quanto la macabra contabilità sui cadaveri che i propal fanno continuamente, ma è una provocazione che ne mette in risalto la cattiva fede, l'intollerabile disonestà intellettuale. Non fanno altro che confrontare il numero dei morti, ma diventano ciechi, sordi e muti di fronte allo spettacolo indegno di centinaia di terroristi liberati in cambio spesso di qualche corpo senza vita restituito a persone in lacrime.
Anche quelli sono numeri! O no?


Sopra ho parlato del numero dei caduti nella guerra di Gaza riferendomi al demenziale rapporto di uno a 100, addirittura uno a 150 richiesto da Hamas in occasione del rilascio di alcuni ostaggi (per inciso, prendere civili in ostaggio è ufficialmente un crimine di guerra).
Torno sull’argomento “numeri” affrontandolo da un altro punto di vista: quello del TEMPO. Il sette ottobre i tagliagole di Hamas hanno ucciso, in un SOLO giorno, circa 1300 civili israeliani. Hanno colpito questi civili deliberatamente, non si tratta delle vittime collaterali dei combattimenti, ma di persone inermi finite nel mirino dei criminali proprio perché inermi. Hamas non avverte i civili, non li invita ad abbandonare il luoghi dello scontro, val la pena di sottolinearlo.In ogni caso, in un SOLO giorno Hamas ha trucidato 1.300 israeliani, poi si è dovuta fermare, non perché sazia di sangue, semplicemente perché la IDF ha impedito ai suoi militanti di continuare la mattanza. Ora, 1.300 morti in un giorno vuol dire circa 40.000 in un mese, quasi 500.000 in un anno; certo, Hamas non ha raggiunto simili mostruose cifre, ma, val la pena di ripeterlo, non le ha raggiunte solo perché NON in grado di farlo, solo perché ha dovuto pensare a sfuggire agli attacchi delle IDF, senza potersi concentrare su vecchi, donne e bambini. Però… che succederebbe se Hamas vincesse? Se la “Palestina” fosse “libera dal fiume al mare” come strillano i propal? Cosa succederebbe se Israele cessasse di esistere e di fronte ai tagliagole di Hamas restassero solo inermi civili? Basta porsi una simile, elementare domandina per capire CHI ha davvero in mente un genocidio, chi dovrebbe essere oggi sotto accusa di fronte al mondo.
Ma tanti occidentali “buoni” sono ciechi, sordi e muti, in molti casi stupidi, quando c’è di mezzo Israele.