Detesto il fanatismo,la faziosità e le mode pseudo culturali. Amo la ragionevolezza, il buon senso e la vera profondità di pensiero.
lunedì 21 luglio 2014
LO STATO CHE NON DOVREBBE ESISTERE
Proviamo a fare un esperimento mentale. Sul Trentino, il Piemonte, la Lombardia, piovono razzi. Dall’Austria una organizzazione estremista al potere proclama che lo stato italiano non ha diritto di esistere. “Se gli italiani proprio vogliono uno stato possono fondarlo nella foresta amazzonica” affermano i suoi leader. Ed alle parole fanno seguire i fatti. Bombardano città e paesi di confine, tutti i giorni, più volte al giorno. Le vittime non sono molte perché gli italiani convivono da anni con il loro turbolento vicino e sanno prendere contromisure adeguate, però la situazione è insostenibile: decine di migliaia di italiani vivono sotto la costante minaccia di esser fatti saltare in aria. Un bel giorno il governo italiano perde la pazienza e bombarda le postazioni missilistiche austriache. L’azione è dura, numerose le vittime. Ci sono morti e feriti fra la popolazione civile austriaca, anche alcuni bambini perdono la vita. L'austria è popolosa, inoltre l’organizzazione estremista piazza le proprie postazioni militari molto vicino agli insediamenti civili. Le caserme sono costruite accanto alle scuole, le rampe missilistiche nelle vicinanze di asili ed ospedali. Se gli italiani rispondono al fuoco quasi certamente vi saranno vittime fra i civili ed un’abile propaganda avrà buon gioco a presentarli come criminali di fronte al mondo. Ed è proprio questo che avviene. Molti "democratici progressisti" si dicono inorriditi dall’azione militare italiana. Si levano grida contro le atrocità italiane, coloro che non dicevano nulla quando gli austriaci indirizzavano volutamente i loro missili contro scuole ed asili si indignano per le morti fra i civili causate dai "criminali italiani". E mentre nelle piazze di molti paesi grandi folle esprimono tutto il loro odio verso l’Italia, anche gli amici degli italiani rivolgono loro amichevoli rimproveri. “Così facendo fate il gioco degli estremisti” afferma il primo. Ed un secondo aggiunge: “la violenza genera violenza, con le vostre azioni incrementate l’odio che gli austriaci ed i loro amici provano verso di voi”. Insomma, gli italiani dovrebbero accettare di essere bersagliati da missili vita natural durante. Se uno ti aggredisce non devi reagire se no quello si arrabbia ancora di più. Ed infine il consiglio più amichevole di tutti: “trattate con l’organizzazione estremista, dialogate con chi vi bombarda. E’ vero, si tratta di persone che non riconoscono il vostro diritto ad esistere, ma…suvvia, ci vuole realismo, se non dialogate con loro quelli si incattiviscono ancora di più”.
Sembra fantascienza vero? Si, lo sembra, ma solo perché stiamo parlando dell’Italia e dell’Austria. Se invece si parla di Israele ed Hammas la fantascienza si trasforma in ordinaria realtà. Tutti sarebbero solidali con uno stato che reagisse ad attacchi missilistici contro le proprie città di confine, a condizione che lo stato in questione non fosse Israele. Tutti si indignerebbero sinceramente se qualcuno dicesse che l’Italia, o la Francia, o l’Egitto non hanno diritto di esistere in quanto stati indipendenti, ma le cose cambiano se qualcuno dice che Israele non ha diritto di esistere in quanto stato. Di nessuno stato si dice oggi che ha diritto di esistere. E’ ovvio, scontato che la Russia o il Cile o qualsiasi altro stato abbiano diritto di esistere, non occorre ripeterlo. Per Israele no. Nel caso di Israele il semplice affermare il suo diritto all’esistenza scatena discussioni, dubbi, polemiche. Per centinaia di milioni di esseri umani gli ebrei dovrebbero andarsene dalla Palestina o rassegnarsi a vivere da cittadini di serie B (o peggio) in una teocrazia islamica. In ogni competizione sportiva c’è qualche atleta che rifiuta di misurarsi con un atleta israeliano, le partite della nazionale israeliana di calcio diventano, ipso facto, un problema di ordine pubblico (e non per la violenza del tifo), insomma essere israeliano vuol dire far parte di uno stato maledetto, uno stato che esiste ma non dovrebbe esistere. E questo non solo per i fanatici ed i fondamentalisti. Sono moltissimi gli occidentali, anche moderati, che guardano con profonda antipatia ad Israele, sotto sotto sono convinti, anche loro, che sarebbe molto meglio se lo stato ebraico non ci fosse.
La maledizione di Israele sta nella sua origine. La nascita di Israele è una macchia indelebile, una sorta di peccato originale. Anche chi afferma che Israele ha, ormai, diritto di esistere non può non provare un fremito di orrore pensando a come è nato lo stato ebraico. Altri, più radicali non si fanno troppi scrupoli: Israele è nato dalla cacciata dei palestinesi dalle loro terre, dicono, quelle terre devono essere ridate ai palestinesi, punto e basta. Come possono gli israeliani lamentarsi se Hammas li bombarda? Loro non dovrebbero essere dove sono. La terra che gli israeliani occupano la occupano illegalmente, la loro presenza in Palestina è del tutto ingiustificata, costituisce un crimine storico che rende legittima ogni aggressione nei loro confronti. Hanno un bel coraggio a lamentarsi gli israeliani! Vivono su una terra rubata ai loro legittimi proprietari! Hanno anche la pretesa di viverci in pace e sicurezza?
Chi ragiona in modo simile (e sono in tanti a farlo, anche nel democratico e laico occidente) commette, in primo luogo, un fondamentale errore di principio e, in secondo luogo, dimostra di ignorare la storia. L’errore di principio è abbastanza evidente. TUTTI i popoli di TUTTI gli stati del mondo occupano oggi terre che cinquanta, o cento o mille anni fa erano di altri popoli, la nascita di TUTTI gli stati è stata caratterizzata da violenze. Nella storia di ogni stato ci sono guerre, migrazioni, scontri fra etnie, contrasti religiosi risolti con la forza. Se si dovesse contestare il diritto ad esistere di tutti gli stati la cui origine è stata caratterizzata da qualche violenza nessuno stato avrebbe oggi diritto di esistere. Risalire indietro nel tempo per stabilire chi oggi abbia il diritto di occupare un certo territorio porterebbe solo ad una serie senza fine di guerre.
Ma, obiettano i nemici di Israele, nel caso dei palestinesi il contenzioso è ancora in piedi. I palestinesi rivogliono la loro terra, quindi ne hanno diritto, perché erano su quella terra prima degli ebrei. Questo differenzierebbe la loro posizione da quella degli "indiani" d'america o di altri popoli sconfitti che non avanzano però diritti di rivalsa. In base ad un simile "ragionamento" (si fa per dire) se un bel giorno i discendenti degli "indiani" d'america, degli aborigeni australiani o degli aztechi rivendicassero le "loro" terre dovrebbero scomparire stati come gli USA o l'Austraia o il Messico. Sarà un caso ma solo per gli ebrei si tirano fuori simili farneticazioni!
Lasciamo perdere le follie farneticanti. Torniamo ad Israele ed ai fatti che lo riguardano. Chi parla della sua origine illegittima ne scorda alcuni piuttosto rilevanti:
1) Se proprio si volesse andare indietro nel tempo per stabilire chi abbia oggi il diritto di vivere in "Palestina" si dovrebbe concludere che gli ebrei e solo loro hanno quel diritto. Un tempo infatti gli ebrei vivevano nella terra che oggi alcuni chiamano "Palestina" e in quella terra non vivevano i "palestinesi"; non solo, è sempre esistita una presenza ebraica in Palestina. A non aver diritto di stare in Palestina dovrebbero essere i musulmani che la conquistarono.
I sostenitori del regresso temporale usano un metodo molto bizzarro: retrocedono nel tempo solo fino ad un certo punto, prendono in considerazione solo il passato che sembra confermare le loro tesi. Troppo comodo!
2) Non è mai esistito uno stato palestinese. Ai tempi dei primi insediamenti ebraici quella che oggi in molti chiamano Palestina era solo una parte dell’ex impero ottomano. A quei tempi non esisteva neppure una nazione palestinese né un movimento nazionale palestinese. Dopo la dissoluzione dell'impero ottomano nessuno propose la nasciuta di uno stato palestinese, si pensava di fare della "palestina" una regione della Siria. La organizzaione per la liberazione della Palestina (OLP) nacque nel 1964, SEDICI anni dopo la nascita dello stato di Israele.
3) I primi coloni ebrei in Palestina si impossessarono della terra che intendevano colonizzare in maniera assai poco violenta: comprandola dai palestinesi. La compra vendita di terra proseguì per molto tempo, malgrado le pressioni di chi guardava con ostilità i nuovi venuti.
4) Israele è l'unico stato sorto in seguito alla delibera di un organismo che, bene o male, oggi malissimo, tutela il diritto e la legalità internazionale. In realtà la nascita di Israele è stata caratterizzata da MENO violenza che non la nascita di molti altri stati, di cui nessuno si sogna oggi di contestare il diritto ad esistere.
5) Lo stato di Israele ha dato finalmente patria e protezione al popolo che più di ogni altro ha sofferto nella storia orrori e persecuzioni. Gli ebrei possono benissimo vivere in vari stati, come minoranze i cui diritti siano garantiti, affermano molti occidentali "progressisti". Si, possono farlo, fino a quando a qualche ometto coi baffetti non vengano idee strane...
6) Il mandato britannico sulla Palestina comprendeva anche i territori, molto vasti, in cui è sorta la attuale Giordania che può, da questo punto di vista, essere considerata uno stato palestinese.
7) La risoluzione dell’ONU del 1948 in realtà diede vita a DUE stati: Israele ed un nuovo stato palestinese. Questo non prese mai forma per l’opposizione degli stati arabi che volevano semplicemente cacciare gli ebrei. Per decenni il conflitto non fu fra israeliani e palestinesi ma fra Israele e stati arabi.
Tutto regolare allora? Nessuna violenza ha accompagnato la nascita e la crescita dello stato ebraico? Gli israeliani sono privi di colpe? No, ovviamente. Israele ha avuto ed ha i suoi fondamentalisti, i governanti israeliani hanno spesso commesso, o lasciato commettere, gravi violenze. Alcuni israeliani hanno sognato per anni la “grande Israele” ed hanno pensato di poter risolvere sul piano della pura forza militare il contrasto coi palestinesi. Però è innegabile che col tempo queste posizioni estremiste sono state sconfitte o quanto meno sono diventate largamente minoritarie in Israele. Ne è prova tra l’altro il ritiro degli israeliani da Gaza. Quel ritiro poteva diventare la prima tappa della costruzione di una stato palestinese che convivesse accanto ad Israele (e non al suo posto). Questo però non è avvenuto per responsabilità di Hammas e della stessa autorità nazionale palestinese. I fondamentalisti di Hammas hanno interpretato il ritiro israeliano da Gaza come la prima tappa della costruzione di uno stato palestinese AL POSTO di Israele. Non a caso appena insidiati nel territorio lo hanno usato come base per il lancio di missili contro l’odiato nemico.
Il contrasto fra palestinesi ed israeliani appare oggi senza sbocco perché su quel contrasto si è innestata la mala pianta del fondamentalismo terrorista. Israele non deve esistere perché per un islamico fondamentalista è inconcepibile che esista uno stato ebraico in un’area come la Palestina. Nell’ottica fondamentalista gli ebrei possono anche essere tollerati come individui, con diritti assai limitati, ovviamente, ma che esista una nazione ebraica con un suo stato, per di più confinante con stati islamici, in una terra che è stata islamica, questo è inammissibile, una specie di sacrilegio. Lo dicono chiaramente i terroristi di hammas: una terra che è stata, in passato, islamica, deve tornare ad esserlo, fino al giorno del giudizio. Non a caso Hammas bombarda Israele, ma pensa anche alla Spagna, ed alla Sicilia. E’ precisamente per questo motivo che i "democratici progressisti” dell’occidente dovrebbero essere solidali con Israele (pur criticandolo quando merita di essere criticato). Ma ormai in occidente “democratico progressista” è diventato sinonimo di “politicamente corretto” è nulla è più lontano dal politicamente corretto, nulla è più scorretto politicamente che mostrare simpatia ad Israele, figuriamoci poi solidarietà. E così molti "progressisti" occidentali parteggiano oggi per chi vuole la pena di morte per apostati e bestemmiatori, la lapidazione per le adultere, l'infibulazione, il ripudio delle mogli, il velo, o il burka, e tante altre simili dolcezze.
Pazienza, se questo è il "progressismo", non ci resta che restare conservatori. Contano poco, in fondo, le parole.
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vivere da cittadini di serie B in una teocrazia islamica
RispondiEliminaMi sa che anche questa ipotesi qui è fin troppo ottimistica, sai.
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RispondiEliminaChissa perché isrlaele é lo stato + odiato al mondo, forse se la sono cercata! Israele é nato solo a causa del senso di colpa che avevano uk,us,francia ecc post seconda guerra mondiale e continua ad esistere solo perché gli us gli coprono il culo! É stato un errore madornale far nascere quello stato in quella zona, all'epoca si sarebbe potuto costituire il nuovo stato in canada o australia ma invece no...la fottutissima terra promessa volevano ed ecco per tal motivo una guerra che dura da + di 60 anni nella quale sono morti molti piu palestinesi che israeliani, ma moooolti di piu.
RispondiEliminaUno stato ebraico non DEVE esistere, come non devono esistere stati cattolici o islamici. La religione é idiozia e merda e porta solo ad altra merda.
Un link che riassume cos'é israele https://www.facebook.com/Channel4News/videos/vb.6622931938/10153521062446939/?type=2&theater
Leggo solo ora lo squallido commento della signora Alvise.
RispondiElimina"Uno stato ebraico non DEVE esistere, come non devono esistere stati cattolici o islamici", dice la signora. Peccato che il mondo sia PIENO di repubbliche islamiche di cui nessuno si sogna di contestare il diritto ad esistere.
Gli ebrei riconoscono se stessi come NAZIONE in quanto EBREI, per questo Israele è uno stato EBRAICO. Questo non impedisce loro di riconoscere nel loro stato la massima libertà religiosa a TUTTI e a garantire a TUTTI il godimento dei fondamentali diritti politici. Altrove la situazione è ben di versa. Quanto al resto dell'intervento, in particolare la pretesa di costruire uno stato ebraico in Canada...neppure merita risposta. Cosa direbbero i tipini come la signora Alvise se qualcuno dicesse che l'Italia ha diritto di esistere...in Patagonia?
L'antisemitismo è duro a morire. Avviso i tipini antisemiti come la signora Alvise di non importunarmi coi loro commenti. Non ho tempo da perdere in risposte e non intendo sporcare il mio blog con le loro STRONZATE. Quindi li cancellerò. Punto.
Israele poteva sorgere in Australia o Canada, dicono gli antisemiti. Ma Canada ed Australia erano STATI già formati, la cosidetta Palestina invece NO. I governi australiano e canadese avrebbero permesso la costituzione, nei loro stati di un ALTRO stato? Difficile crederlo e comunque nessun legame unisce in qualche modo gli ebrei ai paesaggi canadesi o australiani. Chissà, fra un po' qualcuno ci verrà a dire che Israele potrebbe esistere... in Antartide. E poi dicono di non essere antisemiti...
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