giovedì 24 marzo 2016

SOCRATE E GLI ATTENTATI



Laura Poltrina. Buona giornata o Socrate! Mi fa davvero piacere incontrarti
Socrate. Fa molto piacere anche a me, ottima amica. Ma, cos'hai? Vedo tristezza nei tuoi occhi.
P. Si o Socrate, tristezza. E come potrei non essere triste dopo quanto è successo a Bruxelles?
S. Ti capisco. Morti innocenti... è terribile.
P. Certo. Ed oltre che triste sono assai preoccupata.
S. Temi che nuovi attentati possano colpire la tua persona? Sarebbe davvero un dramma, per tutti!
P. Non è questo o Socrate. Mi preoccupano le conseguenze di questo attentato, penso a quanto cercheranno di strumentalizzarlo coloro che detestano l'Islam. Già Taddeo Saltini fa affermazioni mostruose, e dice che la colpa di tutto è dell'Islam, e cerca di gettar la croce addosso ad una religione di pace. Grande è la mia preoccupazione per tutto questo.
S. Ottima amica, non mi sembra che Saltini inciti ad indiscriminate ritorsioni o violenze. Sottolineano invece, lui e tanti altri, le responsabilità di una certa ideologia religiosa, e queste mi appaiono innegabili.
P. Ma come puoi dire questo o Socrate! Anche tu cedi al clima di isteria anti islamica che ci circonda? Non ci posso credere.
S. Cara Poltrini, tu sai bene che nulla mi è tanto estraneo quanto il cedere a sentimenti irrazionali. Ma non mi sembra irrazionale affermare che dietro ad atti come quello di Bruxelles ci sia un certo tipo di fanatismo religioso. Sono loro, gli attentatori, ad affermare di essere musulmani, sono loro ad urlare “Allah è grande” prima di farsi esplodere o sparare sulla folla inerme. Io, e tanti altri, non facciamo altro che prenderli sul serio, credere alle loro parole. Del resto, perché dovrebbe mentire chi sta per immolare la propria vita? E cosa più di una fede cieca, fanatica, può spingere gli uomini a morire, pur di uccidere?
P. Ma no, o Socrate. Questi sono solo dei volgari criminali. Quanti rapinatori, stupratori, ladri ci sono fra i cristiani? Molti di certo, ma noi non diciamo che è il cristianesimo ciò che li spinge ad agire.
S. Il discorso mi sembra assai diverso amica mia.
P. E perché mai?
S. Dimmi, se Tizio, cristiano, uccide la moglie che lo tradiva, Caio, cristiano, rapina una banca, e Sempronio, sempre cristiano, scippa una vecchietta potremmo dire che è la fede cristiana, bene o male intesa che sia, ciò che li spinge a tali azioni?
P. Non mi sembra, appunto...
S. In effetti non sembra neppure a me. Perché molti non cristiani uccidono le mogli, rapinano le banche e scippano le vecchiette. Ma se Tizio uccide un ragazzo dalla pelle nera urlandogli “sporco negro”, Caio pretende che un signore dalla pelle nera non entri in un certo ristorante e Sempronio stupra una ragazza di colore e si giustifica dicendo che era solo una “puttana negra”, dimmi, possiamo dire che qualcosa unisce questi tre comportamenti?
P. Certo che possiamo dirlo! Si tratta di osceno, intollerabile razzismo!
S. Sono pienamente d'accordo. E dimmi ora, ottima amica. Se Tizio, Caio e Sempronio entrano tutti e tre nel Ku Klux Klan ed insieme bruciano la casa di una persona di colore, possiamo dire che è il razzismo ad averli spinti a simili gesti?
P. Certo che possiamo!
S. Quindi, se Tizio, Caio e Sempronio compiono “normali” atti criminali noi potremmo dire solo che si tratta di tre criminali, ma se compiono atti chiaramente legati al razzismo, ed entrano a far parte di una organizzazione razzista sarà riduttivo definirli semplicemente “criminali”, ma dovremmo dire che sono criminali razzisti, e che il razzismo la radice dei loro gesti, ne convieni?
P. E come no?
S. E non ti pare che lo stesso discorso si possa fare anche per gli attentatori musulmani?
P. No, non mi pare.
S. Nessuno, mi pare, direbbe che se un musulmano rapina una banca e poi utilizza il denaro per darsi ai bagordi si tratta di un gesto collegato alla sua fede. Sei d'accordo?
P. Certo che lo sono.
S. Ma, poniamo che con quel denaro il musulmano rapinatore acquisti armi e con queste, insieme ad altri, ammazzi gente a casaccio urlando “Allah è grande”. Dimmi, ti sembra che questo caso sia identico al precedente? Non c'è nessuna differenza fra rapinare una banca per aver soldi con cui darsi ai bagordi e farlo per finanziare atti di terrore compiuti in nome di Allah?
P. Certo che c'è differenza.
S. E non ti pare che la differenza sia proprio nel legame fanatico con una certa fede?
P. Non saprei.
S. Non ti pare che nel primo caso i soldi siano il fine e nel secondo solo un mezzo?
P. Forse
S. Hai mai visto un rapinatore che mira solo ai soldi uccidersi durante una rapina gridando: “Allah è grande”?
P. No, mai
S. O un boss mafioso che si immola per conquistare il paradiso?
P. Non mi pare
S. Se un corruttore si facesse esplodere nel momento stesso in cui sta consegnando la mazzetta, diremmo che il suo è il gesto di un corruttore o di un fanatico?
P. Di un fanatico direi
S. Infatti, perché un corruttore è interessato a che il suo atto corruttivo vada a buon fine, non a morire insieme al corrotto.
P. Vero
S. Quindi, fra chi uccide e si uccide in nome di Dio e chi uccide per denaro, o per gelosia, o per altri motivi c'è differenza, concordi?
P. Concordo
S. E non ti sembra evidente che la differenza sia proprio nel fanatismo religioso?
P. Insomma Socrate, quanti sofismi, quanti cavilli! Posso anche ammetterlo, e allora? Anche se i terroristi sono fanatici si tratta di fanatici che non hanno nulla in comune con l'Islam.
S. Fammi capire, ottima amica. Possiamo ammettere che i terroristi non sono criminali comuni ma uccidono mossi da fanatismo religioso?
P. Si, ammettiamolo.
S. Però tu aggiungi che tale fanatismo con l'Islam non ha nulla a che vedere, questo tu dici?
P. Esattamente. L'Islam non ha nulla a che vedere con tali aberrazioni. Prova ne sia che i terroristi sono poche migliaia, forse qualche decina di migliaia in tutto il mondo, mentre di musulmani nel mondo ce ne sono centinaia di milioni.
S. Si tratta invero di un discorso che a prima vista appare assai sensato.
P. Certo che lo è! E non solo a prima vista!
S. Non ti alterare, ti prego. Lo sai come sono fatto. Amo approfondire ogni cosa, esaminarla a fondo, per cercare, se posso, di avvicinarmi alla verità. Per questo ti chiedo se posso farti qualche domanda.
P. E sia o Socrate! Domanda pure.
S. Dimmi, un tempo, diciamo una cinquantina d'anni fa, il razzismo era molto diffuso negli stati del sud degli USA?
P. Direi di si, ed anche oggi lo è, e non solo negli stati del sud.
S. Io volevo circoscrivere il discorso per maggior chiarezza. E dimmi, accadeva in quegli stati che qualcuno a volte linciasse un giovane dalla pelle nera?
P. Certo che accadeva.
S. E in quanti partecipavano al linciaggio?
P. Non saprei.
S. La maggioranza della popolazione o una piccola minoranza?
P. Una piccola minoranza, ma questa piccola minoranza poteva fare cose tanto orribili perché molti condividevano le sue idee razziste o comunque non si opponevano a certi crimini.
S. E dimmi ora, i tedeschi che facevano materialmente a pezzi le vetrine degli ebrei erano la maggioranza della popolazione tedesca?
P. Non saprei
S. Quanti avranno materialmente partecipato alla notte dei cristalli?
P. Qualche migliaio di persone, forse diecimila, non so.
S. Allora nella Germania di Hitler l'antisemitismo riguardava al massimo diecimila persone?
P. Ma no. Una minoranza faceva a pezzi le vetrine ed una gran maggioranza condivideva, stava soddisfatta a guadare, comunque non si opponeva.
S. E potremmo fare simili considerazioni anche per chi mandava materialmente gli ebrei nelle camere a gas? Erano relativamente pochi i boia, ma tanti coloro che sapevano, o intuivano o sospettavano e tacevano perché in fondo pensavano che gli ebrei meritavano i forni. Possiamo dirlo?
P. Si, possiamo.
S. Quindi possiamo anche dire che il nazismo è una ideologia ed un movimento politico criminale anche se solo una minoranza dei nazisti commetteva direttamente dei crimini. E che è infame il razzismo anche se non tutti i razzisti linciavano ragazzi dalla pelle nera.
P. Certo che si
S. Ma, se possiamo dire questo non possiamo quanto meno dire che ci sono nell'Islam forti tendenze integraliste, aggressive e terroriste, indipendentemente dal numero di coloro che, fra gli islamici, sparano sulla folla o si fanno esplodere?
P. Ma no! Come puoi dire cose tanto nefaste o Socrate! Sei affetto anche tu da islamofobia!
S. Scusa nobile amica, è o non è vero che se un giornale pubblica una vignetta del profeta il giorno dopo milioni di persone scendono in piazza, assaltano ambasciate, incendiano chiese e addirittura linciano persone che hanno il solo torto di essere occidentali?
P. Non so, forse. Comunque è irrispettoso disegnare vignette del profeta.
S. Ed è o non è vero che quando papa Benedetto ha fatto alcune pacatissime e rispettosissime considerazioni teologiche e filosofiche sul concetto di guerra santa si è scatenato l'inferno in mezzo mondo?
P. Pare sia vero, ma forse era meglio se il papa non faceva simili considerazioni.
S. Ma... niente vignette, niente considerazioni filosofiche, sembra debba fare una brutta fine la nostra libertà.
P. Occorre rispettare l'Islam.
S. Tralasciamo. Dimmi piuttosto, è o non è vero che all'indomani degli attentati dell'undici settembre 2001 in molti paesi islamici, e soprattutto a Gaza, folle sono scese in piazza ad applaudire e a festeggiare gli otre 3000 morti?
P. Si, pare sia vero, ma la politica americana è sempre stata molto cattiva.
S. Ora non stiamo discutendo di quella politica. Solo, ti chiedo: se i seguaci di una certa religione sono pronti ad applaudire un sanguinosissimo attacco terrorista, e a scatenare l'inferno per una vignetta e addirittura per qualche considerazione filosofica, è o non è fondato pensare che fra costoro ci siano molti potenziali terroristi?
P. Che domande! Come posso saperlo? Che prove hai per convalidare la tua tesi?
S. Qui parlare di prove non è necessario. Non stiamo processando qualcuno, ma facendo considerazioni politiche su un movimento religioso e politico. Comunque una specie di prova, politica, non giuridica, posso portarla.
P. E sarebbe?
S. Sarebbe che se anche non tutti i musulmani sono terroristi si da il caso che tutti, o la immensa maggioranza dei terroristi siano musulmani, e questo un certo significato mi pare lo abbia.
P. Molto debole è la tua prova o Socrate! Resta il fatto che solo pochi musulmani sono impegnati in azioni terroristiche.
S. Ti avevo detto che era una prova politica, non giuridica. Lo ripeto, non dobbiamo stabilire se il tale sia o no terrorista, stiamo discutendo delle caratteristiche di un certo movimento, e mi pare che il fatto che sforni tanti terroristi sia significativo. Comunque, a dire il vero, non mi sembra che siano poi tanto pochi i musulmani che attivamente praticano il terrorismo.
P. Come puoi negarlo! Anche se fossero 100.000 in tutto il mondo sarebbero una percentuale infima del miliardo e mezzo di musulmani.
S. Scusa nobile amica, da quanto tempo si sta parlando di terrorismo?
P. Ma, da almeno quindici anni.
S. Forse anche da 20. E dimmi, in questi anni sono caduti tanti terroristi?
P. Sembra di si. Israele poi si è specializzato nello sterminare presunti terroristi, ucciderli senza processo.
S. Lasciamo perdere, non è di Israele che ora ci stiamo occupando. Dimmi piuttosto, i terroristi caduti sono stati rimpiazzati?
P. Si
S. Sia i semplici combattenti che i capi?
P. Si
S. E sono molti i terroristi uccisi o catturati o messi nella impossibilità di nuocere?
P. Sembrerebbe.
S. Quindi, l'Islam non ha nulla a che vedere col terrorismo, ma i terroristi che cadono vengono immediatamente rimpiazzati. Sembra che il terrorismo abbia un ottimo retroterra umano nel mondo islamico.
P. Non so...
S. Possiamo calcolare che negli ultimi 20 anni i vari terroristi siano stati sostituiti almeno una decina di volte?
P. Non so...
S. Se così fosse il numero dei terroristi effettivamente scesi in campo sarebbe di circa un milione. Un numero di tutto rispetto direi, di certo non un numero che ci possa far pensare a piccoli gruppi di fanatici.
P. Ma tu dai numeri a caso o Socrate, butti giù cifre senza senso!
S. Nobile amica, anche se dimezzassimo o riducessimo ad un quarto tali cifre ci troveremmo sempre di fronte ad un numero enorme di combattenti, ad un reclutamento di incredibile estensione e, soprattutto, durata nel tempo. Ammetterai che nessun gruppo terroristico, nessuna setta di fanatici ha mai potuto contare su una tale area in cui reclutare i propri militanti.
P. E sia, ammetto che i terroristi hanno radici nel mondo islamico, ma questo nulla prova, o Socrate.
S. E perché mai?
P. Perché ciò che li spinge ad uccidere non è la religione, ma le orribili condizioni in cui noi occidentali li teniamo. Pensa ai poveri islamici che vivono in occidente, chiusi in miseri ghetti, disoccupati, privi di decenti alloggi. E' chiaro che chi vive in simili condizioni si ribelli, e compia gesti disperati.
S. Veramente molti terroristi non vivono in Europa ma vengono in Europa a seminare morte, ma tralasciamo pure questo particolare. Dimmi o Poltrina, i musulmani che vivono in Europa sono forse obbligati a vivere in certi quartieri? Non possono entrare in certe zone, come è accaduto per secoli agli ebrei?
P. No.
S. Sono forse discriminati nella assegnazione delle case popolari? O nelle assunzioni?
P. No. Ma sono comunque poveri.
S. Vuoi dire che fra loro ci sono molti disoccupati?
P. Si
S. E molti che pure lavorano e non ce la fanno ad arrivare a fine mese?
P. Si
S. E quindi vivono in orrendi ghetti?
P. Si
S. Dimmi ottima amica, in quei quartieri che tu chiami ghetti arrivano luce, gas ed acqua?
P. Ma si, che domande!
S. E c'è linea per i cellulari?
P. Che discorsi, certo che c'è
S. Non dirmi che arriva pure internet.
P. Uffa! Certo che arriva
S. E questi quartieri sono collegati al centro, ci sono autobus, tram e metrò?
P. Si, si
S. E scuole?
P. Si
S. E negozi, e supermercati?
P. Si, ma cosa c'entra tutto questo?
S. Mi sembra che quelli che tu chiami quartieri ghetto altro non siano che normalissimi quartieri periferici, in cui vivono da decenni moltissimi italiani. E se le condizioni di vita sono peggiorate in quei quartieri ciò è dovuto proprio alla immigrazione senza limiti che ha creato grossi problemi di convivenza.
P. Ma no! Sono quartieri grigi, brutti, tristi.
S. Ammetto che vivere in centro è meglio che in periferia, ma dimmi: ci sono italiani che vivono nelle periferie?
P. Si
S. E ci sono stranieri non musulmani che ci vivono?
P. Si
S. E ci sono italiani, o cinesi, o rumeni che vivono in periferia e sono disoccupati?
P. Si
S. E che non arrivano a fine mese?
P. Si
S. E dimmi ora: hai notizia di un italiano disoccupato che si fa esplodere nel metrò, o di un cinese che non arriva a fine mese che spara all'impazzata sulla folla?
P. Non mi pare sia successo
S. Ciò è assai strano, perché se sono i quartieri ghetto o le difficoltà economiche che spingono agli attentati ci dovrebbero essere numerosi attentati compiuti da italiani o da stranieri non musulmani che vivono qui da noi.
P. Sei un sofista o Socrate! Fai girare i concetti, stordisci con le tue domande! Mi fai venire il mal di testa!
S. Me ne spiace immensamente nobile amica!
P. Comunque, i tuoi sofismi non possono cancellare la verità.
S. Dimmela allora, la verità. Io aspiro a conoscerla.
P. La verità è che se anche la religione può avere una piccola parte negli attentati la causa maggiore è la miseria, la emarginazione, la ghettizzazione.
S. La cosa non mi convince. Posso chiederti amica mia: qualche terrorista si è mai fatto esplodere gridando: “voglio un lavoro”?
P. Ma no
S. Oppure: “aumentatemi lo stipendio”?
P. No
S. E c'è qualche documento di qualche gruppo terrorista in cui si avanza la richiesta di case in centro e si minacciano attentati se questa richiesta non viene accolta?
P. Non mi pare esista niente di simile.
S. Invece urlano “Allah è grande” e pretendono la rimozione dei crocifissi e le piscine separate per maschi e femmine e cose simili, mi pare.
P. Ma non li puoi prendere sul serio! Non sanno quali sono i loro veri interessi! Parlano in preda alla esasperazione!
S. Che dici mai amica mia? Mi sembra assai razzista il tuo discorso.
P. Come ti permetti di accusare me di razzismo? E' molto offensivo da parte tua.
S. Assolutamente non ti voglio offendere. Ma, potremmo noi definire persona ragionevole chi parla senza sapere ciò che dice?
P. Sembra di no.
S. Potremmo definirlo un robot?
P. Forse si
S. O uno zombie?
P. Probabilmente.
S. O un burattino, o un essere decerebrato, meno intelligente di un topo?
P. Forse.
S. E non ti pare che definendo robot, zombie, burattini, decerebrati centinaia di migliaia di musulmani tu cada nel razzismo?
P. Basta o Socrate! Discutere con te è impossibile! La testa mi duole! Me ne vado!
S. No amica mia, continuiamo a discutere, ci sono tante cose da approfondire.
P. Un'altra volta. Addio Socrate.
S. Arrivederci ottima amica.

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