sabato 2 settembre 2017

NICHILISMO CONTRO LA STORIA

Dopo il generale Lee tocca a Cristoforo Colombo. Domani potrebbe toccare a George Washington che fu proprietario di schiavi. Dopodomani qualcuno potrebbe chiedere che un certo Aristotele sia espulso dai corsi di storia della filosofia. Lo stagirita, come si sa, difese e teorizzò lo schiavismo. Anche Nietzsche e Tommaso d'Aquino avrebbero dei problemi, per non parlare di Cesare e Cicerone. I politicamente corretti vorrebbero escludere dalla storia e dalla cultura tutto ciò che non quadra con la loro visione del mondo. In questo modo però del mondo resta molto poco.
Se fossero coerenti questi signori dovrebbero chiedere lo scioglimento degli Stati Uniti d'America, e non solo di questi. Argentina, Messico e Brasile dovrebbero seguire a ruota. Bisognerebbe restaurare l'impero atzeco e restituire il nord America alle tribù dei “nativi americani”. A ben vedere le cose però neppure in questo modo si farebbe giustizia. Gli Atztechi erano imperialisti e schiavisti, e si dilettavano in sacrifici umani nel corso dei quali veniva strappato il cuore a giovani fanciulle vergini. Quanto alle tribù dei “nativi americani”... beh, pare passassero molto del loro tempo a farsi la guerra per strapparsi a vicenda cibo, cavalli e donne.
Questo però non turba i sonni degli angioletti del politicamente corretto. Severissimi con tutto ciò che è occidentale questi signori diventano incredibilmente tolleranti quando ci sono di mezzo civiltà non occidentali. Gli orrori della conquista e della colonizzazione delle Americhe suscitano la loro riprovazione, ma quelli degli imperi mongolo e cinese, atzteco o islamico li lasciano del tutto indifferenti. Relativisti fino al midollo quando ci sono di mezzo civiltà non occidentali perdono ogni senso della storia quando si tratta di giudicare ciò che è occidentale. Sono fatti così...

La storia è piena di orrori, ovunque, sotto tutte le latitudini. Orrori che nulla può giustificare. Come ben argomenta Popper, lo storicismo, la teoria cioè secondo cui la storia sarebbe retta da un fine provvidenziale e che il male in essa presente sarebbe un mezzo necessario per la realizzazione del bene, questa teoria non è solo scientificamente risibile, ma anche eticamente inaccettabile. Ma il fatto che nella storia ci siano il male, gli orrori e le ingiustizie non cancella ciò che, malgrado tutto, esiste in questa di positivo. Il fatto della schiavitù nella antica Grecia non elimina l'immenso valore della filosofia di Platone ed Aristotele, esattamente come il potere assoluto del celeste imperatore non sminuisce il valore del pensiero di un Confucio o di un Lao Tze. Il Colosseo resta una costruzione ammirevole anche se un tempo dentro le sue mura i gladiatori si ammazzavano per divertire la plebe romana. E le piramidi d'Egitto mantengono tutta la loro imponenza anche se sono letteralmente impastate del sangue degli schiavi.

La civiltà occidentale è unica non perché esente dal male e dagli orrori. In fondo Hitler e Stalin sono anche loro, a modo loro, figli di una parte almeno della tradizione culturale dell'occidente. La civiltà occidentale è unica perché in questa civiltà sono sorte, malgrado tutti gli orrori, le idee ed i valori della tolleranza e della libertà personale, della discussione razionale dei problemi e della democrazia politica. Sono questi valori e queste idee che fanno dell'occidente una civiltà espansiva, tendenzialmente universalistica e che differenziano la nostra civiltà dalle altre, piaccia o non piaccia questo ai teorici del politicamente corretto.
Il loro tentativo di riscrivere la storia cancellando da questa tutto ciò che non quadra con la loro angusta visione del mondo non è quindi solo stupido. E' anche profondamente nichilista. Distrugge quella tradizione culturale in cui sono nati, insieme allo schiavismo, alla intolleranza ed al fanatismo, anche le idee ed i valori che hanno permesso di combattere fanatismo, intolleranza e schiavismo.
Ma questo i fanatici del politicamente corretto non lo capiranno mai.

3 commenti:

  1. "E le piramidi d'Egitto mantengono tutta la loro imponenza anche se sono letteralmente impastate del sangue degli schiavi." qui ti devo correggere... il lavoro delle piramidi era fatto da cittadini egiziani liberi, era una specie di lavoro socialmente utile, un misto tra una corvee e un lavoro pubblico keynesiano. Per il resto: hai ragione e siamo a livelli di distopia fantascientifica.

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    1. Oltre al fatto che era impensabile che mani di altra religione, e quindi impure, potessero toccare un edificio religioso.

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