domenica 2 dicembre 2018

PARIGI BRUCIA?


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Parigi brucia? Ogni persona di buon senso deve condannare con forza gli atti di violenza e di teppismo, le auto distrutte, i negozi saccheggiati, le case date alle fiamme. Ma questa condanna è solo una parte, secondaria, del giudizio che occorre oggi dare della situazione in Francia.
La Francia di oggi è la cartina di tornasole del fallimento totale delle politiche che vanno per la maggiore nella UE e che tutti i media propagandano senza sosta, 24 ore al giorno, tutti i santi giorni.
L'immigrazione fuori controllo, combinata con l'eredità del passato coloniale, ha trasformato una delle più antiche nazioni europee in un aggregato di gruppi etnici che si guardano in cagnesco. E che basta un nulla per fare esplodere. Un poliziotto spara ad un rapinatore di colore ed è subito inferno. Non è importante conoscere i fatti, stabilire le responsabilità. Tu hai fatto fuori uno dei miei e noi scateniamo l'inferno. Questa è la logica tribale che sta dietro le ricorrenti esplosioni delle banlieu francesi. Altro che “integrazione”, altro che “società multicolore”, “felice convivenza fra “diversi”! Viene quasi da chiedersi se la Francia sia ancora uno stato unitario. Non è un caso che ultimamente la Francia abbia di fatto sigillato le frontiere, salvo proporre all'Italia di prendere tutti quelli che lei rifiuta. Sembra però la tipica scelta di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, resa ancora più ipocrita dal fatto che si chiede ad altri, con lei confinanti, di tenerle bene aperte, le stalle.

Ma la Francia di oggi vede anche il fallimento dell'ecologismo da salotto. L'idea che sta dietro alla scelta di inasprire le tasse sulla benzina e di penalizzare i proprietari di auto è semplice. Il pianeta è malato dicono gli “esperti”, come se i pianeti fossero persone, potessero “ammalarsi” o star sani, come se terremoti, maremoti, gas velenosi, formarsi e disgregarsi di corpi celesti non fossero fenomeni assolutamente naturali come l'aria limpida o il mare cristallino. Sono più di 30 ANNI che ci ripetono che siamo sull'orlo del baratro, che basta un passo per farci precipitare, che la catastrofe è alle porte. E da oltre 30 anni, impongono misure che vanno nel senso della green economy, dello “sviluppo sostenibile”, delle “energie rinnovabili” che, per inciso, tali non sono, eccetera. E siamo sempre sull'orlo del baratro...
Credo sia possibile fare a questo punto un piccolo, elementare ragionamento. Se da tanto tempo, e dopo tante misure, siamo sempre sull'orlo del baratro, ma non ci cadiamo, i casi sono due. O il catastrofismo pseudo ecologico è falso, il che non significa che non esitano problemi ambientali da risolvere con serietà e pragmatismo, oppure questo catastrofismo è vero ed allora l'unica misura seria da prendere è il blocco, o quanto meno una pesante, radicale riduzione della crescita economica.
Pensare che siamo sull'orlo del baratro e che possiamo nel contempo permetterci la crescita economica grazie al solare e all'eolico è una idiozia. Nessuno che abbia un minimo di buon senso crede sul serio che eolico e solare possano fornirci anche solo una parte considerevole della energia che ci occorre.
I governanti europei, Macron in prima fila, non mettono in atto, ovviamente, misure che blocchino la crescita, ma accentuano in maniera esponenziale politiche che la rendono più difficile e più costosa, soprattutto a danno degli strati sociali più disagiati. Aumentare il prezzo dei carburanti per finanziare gli investimenti in auto semi elettriche è un esempio da manuale di simili politiche. Penalizza oggi, per primi, i pendolari per avere domani, forse, un piccolo numero di auto semi elettriche che ridurranno poco o nulla le emissioni ed avranno prezzi insostenibili per la gran maggioranza delle persone normali. Considerazioni simili possono farsi per gli aumenti delle bollette elettriche che servono a finanziare i pannelli solari. Gran parte delle gente comune paga una bolletta notevolmente più salata per permettere a pochi di avere qualche pannello solare che fornisce quantità irrisorie di energia e non contribuisce seriamente alla riduzione delle emissioni di CO2. Non c'è da stupirsi se simili politiche si rivelano ogni giorno di più socialmente insostenibili.

La Francia è uno dei paesi più civili d'Europa. Ha alle spalle un grande passato ed una cultura di prim'ordine. Ma oggi è un paese quasi irriconoscibile, che difficilmente può esser paragonato alla Francia che i "diversamente giovani" come chi scrive hanno conosciuto negli anni lontani della loro gioventù. Un paese tormentato dal terrorismo islamico, diviso su basi etniche, sottoposto a politiche ideologiche che mettono al primo posto le pretese dei burocrati UE e considerano sprezzantemente primitivo “populismo” le esigenze, i sentimenti, le paure del popolo, se si può ancora usare questa parola. Non è un caso che questo nobile paese sia oggi attraversato da rivolte violente. In quelle rivolte c'è una vena di nichilismo, è inutile negarlo. Ma c'è anche la sacrosanta protesta di chi non vuole continuare a subire. La Francia ha alle spalle una lunga storia di rivolte, ed anche di rivoluzioni. Stia attento monsieur Macron. Al mondo non esistono solo la UE, le commissioni ONU ed il WTO. E sottovalutare l'incazzatura delle persone normali può essere estremamente pericoloso.

5 commenti:

  1. Penso che Macron deve averla combinata grossa, e più volte. Chi vive in Francia dice che i rincari della benzina sono stati solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Niente male come figura barbina per quello che ha avuto una vittoria schiacciante (e non solo grazie agli immigrati) alle elezioni.
    Adesso però sono i francesi quelli incazzati. I Beaumont, I Duval, i Villeneuve. Non i Mohammed, gli Abdullah o gli Al-Hashim.


    Passando all'ambiente...

    Per il pianeta, gli alberi sono aumentati del 10%, questo ho letto pochi anni fa.

    Ci sono ghiacchiai che ancora oggi crescono come il Perito Moreno (frenato solo dalla presenza del mare) e il Crater Glacier (quest'ultimo all'interno del cratere a ferro di cavallo, quindi aperto su un fianco, del ben noto St.Helens, un vulcano attivo e spesso eruttante), e altri perfettamente stabili. E non vedo il ritiro della maggior parte dei ghiacciai come una tragedia. La terra lasciata libera diventa la casa dei nuovi alberi. Ce n'è uno non lontano da dove vivo (un ora di viaggio), che si è ritirato di brutto, non da quando gli isterici han iniziato a parlare dell'emergenza climatica (global warming è un pò generico, in quanto a venomeno avvenuto più volte nella storia terrestre), ma da ben 130 anni, con periodi di ritiro più rapidi e periodo di ritiro più lenti (come negli anni 80 e tra il 2000 e il 2010).
    Se la terra fosse malata gli alberi non crescerebbero nelle valli a U, invece cominciano a crescere non appena il freddo (che si protrae ben oltre il ghiacciaio) non arriva più.
    non sono solo le auto ad inquinare, ma anche le feci e le urine di alcuni animali, i vulcani e chissà quante altre cose esistenti in natura che noi non conosciamo. In natura esistono veleni mortali come il mercurio, il fatto che ne è vietato l'uso non significa che non esista più o che non continua a formarsi. Stesso discorso si può fare per l'amianto.

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  2. Pare che l' ecotassa di Macron dovrebbe fruttare 12 miliardi, di cui 3 all' ambiente e il resto vanno buttati nel cesso per contenere il debito pubblico in virtù di qualche alchimia economica che non è chiara a nessuno trannne che alla commissione e alla Germania che ci guadagna sopra.

    Ho ascoltato ieri l' intervento di uno psichiatra ( video del 2017 ) che definiva Macron come un ragazzino traumatizzato ( dagli abusi subiti dall' attuale compagna) , psicotico e narcisista. Ed in effetti il silenzio dopo la sommossa popolare si spiega solo con il rifiuto di accettare la realtà perchè non può esistere che un capo di stato tace per 20 giorni con il paese in fiamme.
    Questo ancor più della retromarcia sulle tasse indica chiaramente che Macron è finito, non solo politicamente ma anche umanamente.

    Concludo ricordando che ora molti definiscono gli italiani un popolo di imbecilli perchè i francesi vanno in piazza a difendere i loro diritti e no; ebbene vorrei ricordare a costoro che noi , per lo meno, non votiamo Re Luigi accorgendoci il giorno dopo dopo che se ne fotte del popolo.

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    1. Macron non è Re Luigi, è Maria Antonietta! Lo dicono i francesi!

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  3. Quanto al global warming e il resto, chiariamo: una transizione al rinnovabile è inevitabile e lo dobbiamo fare non soltantoper le generazioni future, ma anche per noi stessi.
    Oggi , infatti, ci troviamo con gli investimenti bloccati anche perchè nessuno ha più bisogno di comprare niente: nel momento in cui viene imposto un passaggio al rinnovabile per tutti , e sarà vantaggioso economicamente fare il passaggio, la gente inizierà ad investirci sopra, l' ambiente sarà più sano e l' economia ricomincerà a girare.
    Oltretutto la riduzione del costo dei trasporti aiuterebbe lo sviluppo economico anche dopo l' eventuale scoppio della bolla.
    Ecco se impostassimo l' eneriga rinnovabile come un investimento che conviene e non un' apocalisse sempre rimandata forse il passaggio sarebbe più semplice e veloce

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