L'articolo 32, comma 1, della
costituzione recita:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
I mondialisti sostenitori della illimitata accoglienza interpretano questo articolo come un principio generale che obbliga universalmente l'Italia nei confronti degli INDIVIDUI, indipendentemente dal loro status giuridico, indipendentemente cioè dal fatto che si tratti di cittadini italiani, stranieri risiedenti in Italia con o senza permesso di soggiorno, turisti di passaggio. E poiché si tratta, dicono, di un diritto INALIENABILE, spetterebbe agli individui in maniera PERMANENTE. Uno straniero con regolare permesso di soggiorno ne ha diritto. Se il permesso non gli viene rinnovato e deve tornare al suo paese perde questo diritto, ma il diritto è inalienabile e lo stato italiano non può prendere decisioni che portino alla sua decadenza. Il mancato rinnovo dei permessi di soggiorno ed i rimpatri sarebbero quindi incostituzionali.
Sembra incredibile ma c'è davvero gente che “ragiona”, si fa per dire, in questo modo. E il diritto alla salute è solo uno dei tanti. I mondialisti accoglienti trasformano ogni richiamo ai diritti universali dell'uomo in una sorta di obbligo del nostro paese nei confronti di qualsivoglia appartenente alla specie umana. Visto che esistono i diritti universali dell'uomo e che la nostra costituzione li accetta l'Italia sarebbe obbligata nei confronti praticamente di tutte le persone che vivono sul pianeta, senza, ovviamente, che queste avessero dovere alcuno nei confronti del nostro paese. Davvero un bel quadretto.
Si tratta ovviamente di una volgarissima mistificazione. I “diritti universali dell'uomo” sono principi generali cui gli ordinamenti giuridici positivi, le leggi e le costituzioni dei vari stati, dovrebbero ispirarsi. Non sostituiscono gli ordinamenti giuridici positivi, ma indicano criteri per giudicarli: le costituzioni che stabiliscono i diritti dei cittadini italiani o francesi, iraniani o statunitensi, cinesi o giapponesi, non dovrebbero essere in contraddizione coi diritti generali dell'uomo. Per il filosofo americano John Rawls i diritti universali dell'uomo sono una sorta di punto di vista archimedeo che ci permette di distinguere gli stati di diritto dagli stati canaglia. Ma simili diritti non possono, se non a prezzo di guerre sanguinose, essere imposti agli stati canaglia e gli stati di diritto hanno a loro volta ordinamenti giuridici diversi, spesso profondamente diversi, fra loro che valgono ognuno nei confronti dei propri cittadini.
Uno stato che accetta i diritti universali dell'uomo viene obbligato in due modi da questa scelta.
In primo luogo deve accordare la propria legislazione, valida per i suoi cittadini, al rispetto di tali diritti, in secondo luogo, nelle sue relazioni con cittadini di altri stati, deve ispirarsi a questi diritti, senza tuttavia che questo porti ad equiparare i cittadini con i non cittadini.
Vediamo di esemplificare. Se un turista giapponese di passaggio in Italia commette un delitto e viene processato valgono nei suoi confronti le stesse garanzie che valgono per tutti i cittadini italiani. La non cittadinanza non può dar luogo in casi simili ad alcun trattamento differenziato.
Ma se il turista giapponese si ammala avrà le stesse tutele sanitarie di un cittadino italiano? E' almeno dubbio. Riceverà di certo le cure di pronto soccorso, ma non credo che, una volta dimesso dall'ospedale, abbia diritto, in Italia, a medicine, visite mediche o esami specialistici gratuiti. Simili materie sono di solito regolate da accordi bilaterali fra gli stati. In ogni caso simili diritti socio economici gli spettano, quando e se gli spettano, non in quanto generico “individuo”, ma in quanto individuo che si trova in una certa relazione col nostro paese. Per questo cessano nel momento stesso in cui egli abbandona l'Italia. Non si tratta di diritti inalienabili, al massimo di diritti temporanei , concessi in maniera differenziata e limitata. Considerazioni simili si possono fare per chi si trova temporaneamente in Italia per lavoro o altri motivi. Ha pienamente riconosciuti i diritti fondamentali della persona e gode in maniera differenziata di alcuni diritti socio economici. Tutti in ogni caso cessano nel momento stesso in cui lo straniero lascia l'Italia o per sua scelta o perché le autorità del nostro paese ritengono che non possa più risiedere in Italia. Il cittadino cinese che torna in Cina vedrà tutelati dalla legislazione cinese i suoi diritti personali, quello americano che torna negli USA sarà sottoposto a trattamenti sanitari regolati dalle leggi americane. L'Italia non resta minimamente obbligata nei loro confronti, quale che sia il giudizio che si può dare sulle legislazioni americana e cinese.
I mondialisti accoglienti vorrebbero invece il nostro paese vincolato nei confronti dei cittadini di mezzo mondo. Chiunque entri, magari solo di passaggio, in Italia acquisisce tutti i diritti di cui parla la costituzione e, in quanto diritti inalienabili, non li perde più. Non solo, acquista anche il diritto di stare quanto tempo vuole nel nostro paese: se infatti fosse costretto ad abbandonarlo perderebbe di fatto tutti o alcuni dei diritti costituzionali che ha acquisito varcando le italiche frontiere e questo sarebbe “incostituzionale”, perbacco!
Continuo a chiedermi se davvero delle persone normali possano credere a simili idiozie!
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
I mondialisti sostenitori della illimitata accoglienza interpretano questo articolo come un principio generale che obbliga universalmente l'Italia nei confronti degli INDIVIDUI, indipendentemente dal loro status giuridico, indipendentemente cioè dal fatto che si tratti di cittadini italiani, stranieri risiedenti in Italia con o senza permesso di soggiorno, turisti di passaggio. E poiché si tratta, dicono, di un diritto INALIENABILE, spetterebbe agli individui in maniera PERMANENTE. Uno straniero con regolare permesso di soggiorno ne ha diritto. Se il permesso non gli viene rinnovato e deve tornare al suo paese perde questo diritto, ma il diritto è inalienabile e lo stato italiano non può prendere decisioni che portino alla sua decadenza. Il mancato rinnovo dei permessi di soggiorno ed i rimpatri sarebbero quindi incostituzionali.
Sembra incredibile ma c'è davvero gente che “ragiona”, si fa per dire, in questo modo. E il diritto alla salute è solo uno dei tanti. I mondialisti accoglienti trasformano ogni richiamo ai diritti universali dell'uomo in una sorta di obbligo del nostro paese nei confronti di qualsivoglia appartenente alla specie umana. Visto che esistono i diritti universali dell'uomo e che la nostra costituzione li accetta l'Italia sarebbe obbligata nei confronti praticamente di tutte le persone che vivono sul pianeta, senza, ovviamente, che queste avessero dovere alcuno nei confronti del nostro paese. Davvero un bel quadretto.
Si tratta ovviamente di una volgarissima mistificazione. I “diritti universali dell'uomo” sono principi generali cui gli ordinamenti giuridici positivi, le leggi e le costituzioni dei vari stati, dovrebbero ispirarsi. Non sostituiscono gli ordinamenti giuridici positivi, ma indicano criteri per giudicarli: le costituzioni che stabiliscono i diritti dei cittadini italiani o francesi, iraniani o statunitensi, cinesi o giapponesi, non dovrebbero essere in contraddizione coi diritti generali dell'uomo. Per il filosofo americano John Rawls i diritti universali dell'uomo sono una sorta di punto di vista archimedeo che ci permette di distinguere gli stati di diritto dagli stati canaglia. Ma simili diritti non possono, se non a prezzo di guerre sanguinose, essere imposti agli stati canaglia e gli stati di diritto hanno a loro volta ordinamenti giuridici diversi, spesso profondamente diversi, fra loro che valgono ognuno nei confronti dei propri cittadini.
Uno stato che accetta i diritti universali dell'uomo viene obbligato in due modi da questa scelta.
In primo luogo deve accordare la propria legislazione, valida per i suoi cittadini, al rispetto di tali diritti, in secondo luogo, nelle sue relazioni con cittadini di altri stati, deve ispirarsi a questi diritti, senza tuttavia che questo porti ad equiparare i cittadini con i non cittadini.
Vediamo di esemplificare. Se un turista giapponese di passaggio in Italia commette un delitto e viene processato valgono nei suoi confronti le stesse garanzie che valgono per tutti i cittadini italiani. La non cittadinanza non può dar luogo in casi simili ad alcun trattamento differenziato.
Ma se il turista giapponese si ammala avrà le stesse tutele sanitarie di un cittadino italiano? E' almeno dubbio. Riceverà di certo le cure di pronto soccorso, ma non credo che, una volta dimesso dall'ospedale, abbia diritto, in Italia, a medicine, visite mediche o esami specialistici gratuiti. Simili materie sono di solito regolate da accordi bilaterali fra gli stati. In ogni caso simili diritti socio economici gli spettano, quando e se gli spettano, non in quanto generico “individuo”, ma in quanto individuo che si trova in una certa relazione col nostro paese. Per questo cessano nel momento stesso in cui egli abbandona l'Italia. Non si tratta di diritti inalienabili, al massimo di diritti temporanei , concessi in maniera differenziata e limitata. Considerazioni simili si possono fare per chi si trova temporaneamente in Italia per lavoro o altri motivi. Ha pienamente riconosciuti i diritti fondamentali della persona e gode in maniera differenziata di alcuni diritti socio economici. Tutti in ogni caso cessano nel momento stesso in cui lo straniero lascia l'Italia o per sua scelta o perché le autorità del nostro paese ritengono che non possa più risiedere in Italia. Il cittadino cinese che torna in Cina vedrà tutelati dalla legislazione cinese i suoi diritti personali, quello americano che torna negli USA sarà sottoposto a trattamenti sanitari regolati dalle leggi americane. L'Italia non resta minimamente obbligata nei loro confronti, quale che sia il giudizio che si può dare sulle legislazioni americana e cinese.
I mondialisti accoglienti vorrebbero invece il nostro paese vincolato nei confronti dei cittadini di mezzo mondo. Chiunque entri, magari solo di passaggio, in Italia acquisisce tutti i diritti di cui parla la costituzione e, in quanto diritti inalienabili, non li perde più. Non solo, acquista anche il diritto di stare quanto tempo vuole nel nostro paese: se infatti fosse costretto ad abbandonarlo perderebbe di fatto tutti o alcuni dei diritti costituzionali che ha acquisito varcando le italiche frontiere e questo sarebbe “incostituzionale”, perbacco!
Continuo a chiedermi se davvero delle persone normali possano credere a simili idiozie!
Perfetto Giovanni, da incorniciare!
RispondiEliminaQuando ho avuto l'infortunio in Israele, appena mi hanno caricata sull'ambulanza, la prima cosa che mi hanno chiesto è stata: "Ha un'assicurazione?" E appena arrivata all'ospedale ho consegnato la mia carta di credito: PRIMA paghi, POI, se hai un'assicurazione, ti fai rimborsare. Funziona così dappertutto ed esistono, esattamente per questo, le assicurazioni di viaggio.
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