E' in vendita su Amazon il libro "La decadenza dell'occidente", di Giovanni Bernardini.
Il libro raccoglie alcuni scritti sul tema della crisi culturale della nostra civiltà e delle ideologie in cui questa si concretizza.
Qualcuno si può stupire del fatto che ancora si
parli di ideologie. Molti ritengono che col crollo del nazifascismo
prima e del comunismo poi l’era delle ideologie sia definitivamente
tramontata. Ma si tratta di un errore. Il crollo del comunismo in
particolare si è lasciato alle spalle una autentica schiera di
“orfani dell’assoluto”. Prima ancora che analisi socio
economica il comunismo marxiano è aspirazione ad una totale,
radicale trasfigurazione dell’uomo e della società. Il suo
crollo, e lo spettacolo delle miserie e dei lutti che ha causato,
hanno distrutto molte illusioni ma non l’anelito verso il
radicalmente altro. E così le ideologie sono, in qualche modo,
rinate. Non più come compatte costruzioni teoriche, visioni
globali del mondo, dell’uomo e della società. Sono rinate come
ideologie “fai da te”, prodotti “casarecci” che prendono in
esame particolari aspetti del mondo, ma lo fanno riproponendo ognuna,
dal suo particolare punto di vista, la visione totalizzante, e con
questa l’intolleranza, che erano state proprie delle grandi
ideologie.
Non esiste oggi nessuna ideologia che abbia la
compattezza, l’ampiezza e l’interna coerenza del marxismo.
Nessuna pretende di spiegare tutto, tutte affrontano la realtà da
punti di vista particolari, ma tutte lo fanno con un dogmatismo che
poco o nulla ha da invidiare a quello dei padri fondatori del
“socialismo scientifico”.
Il mondialismo teorizza la
fine di stati, nazioni, culture, civiltà. Il mondo è ridotto ad
enorme area grigia in cui tutti possono muoversi senza incontrare
limiti od ostacoli. L’accoglienza diventa un nuovo assoluto,
l’imperativo categorico cui ognuno è tenuto ad obbedire, senza
remore o riserve.
La filosofia gender teorizza la fine dei
sessi. Il sesso cessa di essere un elemento costitutivo dell’identità
di ognuno di noi per diventare qualcosa di secondario, una sorta di
giocattolo erotico privo di spessore e rilevanza ontologica. Per i
teorici del “non binarismo” la svalutazione del sesso va
addirittura oltre. Il sesso diventa mero fluire, effimera scelta
legata al sentire del momento.
Il misticismo ecologico
teorizza la fine del contrasto, anzi, di ogni possibile tensione fra
uomo e natura. L’uomo deve tornare al posto che il creatore, o
madre natura, gli hanno assegnato, abbandonando la sua insana
“volontà di potenza”. Solo allora potrà vivere felice, in
perfetto amore ed armonia con tutte le specie viventi. Da questo
quadretto edificante nascono da un lato le esaltazioni della
“decrescita felice” e, dall’altro, le teorizzazioni di chi nega
possa o debba esistere uno status etico privilegiato dell’uomo nei
confronti degli altri animali, o addirittura del resto della
natura.
Tutte queste ideologie poco o nulla hanno a che
vedere, dovrebbe esser chiaro, col la rivendicazione del dialogo fra
culture diverse, con la lotta rigorosa per la piena, totale
emancipazione femminile, con la difesa dei diritti degli
omosessuali, o ancora con la sacrosanta difesa dell’ambiente. Si
tratta, appunto, di ideologie, non di ragionevoli proposte politiche,
meno che mai della difesa di diritti.
E, tutte insieme possono
esser definite come ideologia della non differenza, non differenza fra sessi, nazioni, culture, e della assoluta
inclusività, intesa, quest’ultima, non come riconoscimento della
pari dignità di tutte le persone, ma come negazione del concetto
stesso di identità.
Le identità però esistono. E, proprio per questo,
l’inclusività politicamente corretta non può realizzarsi
altrimenti che attribuendo ai soggetti ritenuti “deboli” un certo
numero di “quote” nelle varie istituzioni.
L’occidente
attuale appare in questo modo caratterizzato dall’inversione fra
universale e particolare. Da un lato un universalismo fasullo che
nega le particolarità, dall’altro l’esaltazione di sempre nuove
particolarità. Nel momento stesso in cui si nega la rilevanza di
questo e quello si chiedono sempre nuove quote riservate a questo e
a quello. Alla accoglienza “inclusiva” ed illimitata si affianca
la frammentazione tribale delle società.
I vari scritti
presenti ne “La decadenza dell’occidente” trattano di questi
temi. Dal radicalismo gender al misticismo ecologico, dalla
degenerazione liberal dell’idea liberale alla perdita di un centro
unificante da parte delle nostre società.
Il libro si conclude
con uno scritto dedicato ad una grande ideologia: il marxismo, di cui
si analizza soprattutto la struttura dialettica. E leggendolo si può
fare un facile confronto fra una filosofia vera, anche se
sostanzialmente errata e gravida di conseguenze tragiche, e le
banalità pseudo filosofiche di moda oggi.
A lettore ovviamente
il giudizio su quanto e come l’autore sia riuscito a trattare in
maniera adeguata simili tematiche.
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