martedì 22 aprile 2025

FRANCESCO

 

E’ giusto, doveroso il rispetto nei confronti di chi ha attraversato la soglia che separa tutti noi dall’insondabile mistero della morte. Gli strilli, le polemiche faziose, gli insulti, sempre criticabili, diventano in simili occasioni del tutto inaccettabili. Tutto questo però non implica che il discorso sulla vita di chi ci ha lasciati debba trasformarsi in una sorta di osanna apologetico in cui ogni considerazione critica viene bandita e la discussione pacata ma rigorosa viene sostituita dalla retorica ipocrita.
Lo dico col massimo rispetto ma anche con la massima chiarezza: la mia valutazione sull’apostolato di papa Francesco è e resta del tutto negativa.
Con lui è salita sul soglio di Pietro qualcosa di simile alla teologia della liberazione: un compromesso sincretistico fra cattolicesimo e marxismo che si traduce in una sorta di populismo pauperistico in cui la povertà diventa spesso, invece che un nemico da combattere, un valore da difendere, contrapposta al “consumismo compulsivo” e al “Dio denaro”.
In effetti, se si guarda con attenzione alla predicazione di papa Francesco una cosa salta all’occhio: la profonda antipatia di questo papa nei confronti della civiltà occidentale. Dalla guerra in Ucraina a quella in medio oriente le critiche di papa Francesco sono quasi sempre state rivolte, in maniera spesso assai aspra, contro l’occidente. La crisi in medio oriente in particolare ha spinto Francesco su posizioni che hanno fatto arretrare di decenni i rapporti fra cattolicesimo ed ebraismo. Da un lato il papa ha detto più volte di considerare il fondamentalismo islamico un fenomeno praticamente privo di radici sociali e culturali, una cosa che riguarda solo pochi fanatici, dall’altro ha strizzato l’occhio a chi accusa di “genocidio” uno stato che da quasi 80 anni lotta contro nemici spietati che hanno il solo scopo di cancellarlo dalla faccia della terra.
Tutta la visione socio economica di Francesco si riduce in fondo a quella che il grande filosofo conservatore Roger Scruton ha definito “la fallacia della somma zero”: esiste la miseria perché esiste la ricchezza, nel mondo ci sono i poveri perché ci sono i ricchi che si appropriano ingiustamente di gran parte delle risorse che madre natura ha messo a nostra disposizione. Una concezione elementare dei meccanismi e dei problemi economici, che lo stesso Marx avrebbe rigettato con sdegno. Madre natura ci regala poco o nulla, per trasformare in risorse e poi in ricchezza ciò che madre natura mette a nostra disposizione occorre il lavoro, lo studio, la ricerca, l’innovazione tecnologica. Storicamente il segreto della forza dell’occidente non risiede nella sua capacità di conquista e saccheggio: in questo altre civiltà sono state altrettanto o anche più forti: risiede nella rivoluzione scientifica e industriale, nell’autonomia della società civile, nella “scoperta” dei valori della libertà individuale e poi della democrazia. Tutto questo manca nella visione sociale ed economica di papa Francesco.
E questo tocca profondamente altre parti del suo pensiero: l’atteggiamento ad esempio dei confronti della, non si sa quanto reale e grave, crisi ambientale. Su questo problema Francesco non solo ha sposato le tesi dell’ecologismo più radicale e catastrofista, non solo ha accusato di tutto, more solito, l’occidente dimenticando che non sono certo i paesi occidentali a essere all’avanguardia nell’inquinamento del pianeta, ha avallato, e questa per un credente è forse la cosa più grave, la divinizzazione della natura, una sorta di neopaganesimo oggi di moda in occidente che contrasta radicalmente con la dottrina cristiana. Il cristianesimo, piaccia o non piaccia la cosa, è antropocentrico: il cristiano rispetta e ama la natura, ma la ama e rispetta perché frutto della creazione divina che ha nell’uomo il suo culmine. Per il cristianesimo, e per una parte importante del pensiero filosofico laico, l’uomo è un ente “insulare”, parte della natura ma non SOLO natura, quanto meno,  parte della natura con caratteristiche che segnano uno iato profndo nella natura stessa. Per larga parte del radicalismo pseudo ecologico oggi di moda l’uomo è, nella migliore delle ipotesi, solo una componete di qualche ecosistema, nella peggiore un fattore di squilibrio e crisi. Su questo le posizioni di Francesco sono sempre state quanto meno assai ambigue.
E ancora, assai poco condivisibili restano le posizioni del papa ora scomparso sulle migrazioni clandestine, o sul dialogo inter religioso; attenzione, NON sulle conseguenze sociali, economiche e politiche delle religioni, su questo il dialogo è del tutto accettabile, no, dialogo fra le religioni, come se si potesse discutere sui dogmi! Francesco è giunto al punto di affermare che tutte le religioni credono nello stesso Dio, divergendo solo sulle “vie” per raggiungerlo. Una concezione rispettabile per un non credente come me, ma che, oltre a non essere, ad oggi, non vera dovrebbe essere sostenuta da un deista, non dal vescovo di Roma.
Non è il caso di prolungarsi ulteriormente, non è questa di certo la sede per un discorso approfondito sul pensiero del papa scomparso, né io ho la forza di farlo. Di certo nel suo apostolato ci sono luci e ombre e nulla è tanto ipocrita quanto il plauso apologetico di questi giorni.

mercoledì 16 aprile 2025

REALISMO

 

Oggi Giorgia Meloni incontra Donald Trump. Fare previsioni sull’esito dell’incontro è assolutamente impossibile, quindi non le tento neppure, mi limito a fare alcune considerazioni non sulla Meloni e Trump, ma su tutti quelli che diventano verdi solo a sentir nominare il presidente USA.
Per comodità di ragionamento do ragione a quanti Trump proprio lo detestano: “avete ragione”, dico loro, “Trump è brutto, sporco è cattivo, è il peggio del peggio, l’incarnazione del male… e allora?”
Trump può essere il diavolo in persona, ma chi lo detesta dovrebbe quanto meno tenere bene a mente alcune cosette che elenco brevemente.
1) Trump è il presidente della nazione militarmente ed economicamente più forte del mondo.
2) Oggi Trump è molto più forte di quanto non fosse nel corso del suo primo mandato. Allora aveva contro praticamente tutto l’establishment USA, era osteggiato addirittura da una parte consistente del suo stesso partito, oggi le cose sono completamente diverse.
3)) Chi spera che Trump venga fatto fuori per via giudiziaria, grazie a qualche impeachment è del tutto fuori strada; a meno di colpi di scena assolutamente imprevedibili (malattia o attentato) Trump governerà gli USA fino al gennaio del 2029. Fatevene una ragione.
4) Anche se Trump dovesse morire stanotte il vice che prenderebbe il suo posto è molto simile a lui, addirittura peggiore, per qualcuno. Non solo: fare previsioni è impossibile, ma ci sono quanto meno notevoli probabilità che a fine mandato sia sostituito da un altro della sua stessa pasta.
Da qualsiasi punto di vista ci si collochi una cosa è certa: il “trumpismo” non è un fenomeno passeggero, piaccia o non piaccia la cosa ci troviamo di fronte a un movimento che ha radici profonde nella società americana e non solo. E allora chiedo a quanti Trump lo detestano: come volete reagire a un fenomeno simile? Pensate davvero che ripetere fino alla noia che Trump è tanto brutto cambi di un millimetro le cose? Credete che i vostri strilli un po’ isterici modificheranno la situazione? Credete davvero che Italia ed Europa possano dichiarar guerra, anche solo commerciale, agli USA? Siete davvero convinti che la Cina di Xi Jinpoing sia un partner più affidabile dell’America di Trump? Infine, la domanda da un miliardo di dollari: davvero pensate che contrapporre agli USA di Trump una Europa “woke” sia una mossa giusta? Possibile che non capiate che Trump si è affermato in condizioni quasi proibitive per lui NON perché milioni di persone per bene siano diventate “fasciste” dall’oggi al domani ma perché nauseate dalle follie nichiliste del “woke”? In una certa misura Trump è figlio del “woke”, esprime il rifiuto sempre più diffuso del nichilismo politicamente corretto. Chi non capisce una cosa tabnto semplice è davvero MOLTO “diversamente intelligente”.
Un po' di sano realismo non guasterebbe, ma chiederlo a certi personaggi è davvero... irrealistico.
E tanto basta.

mercoledì 9 aprile 2025

DAZI

 

Qualche modestissima considerazione a ruota libera, senza nessuna pretesa "scientifica", sui dazi.
1) Fa davvero ridere vedere come persone fino a un minuto fa nemiche giurate della globalizzazione, del liberismo, super critiche del mercato siano diventate dall’oggi al domani paladine del libero scambio.
Allo stesso modo è divertente osservare in che modo persone che fino a un minuto fa tuonavano contro il “nazionalismo”, detestavano il concetto stesso di patria, non volevano neppur sentir parlare di identità siano diventate in un attimo strenue paladine dell’economia nazionale, del “patriottismo” italiano e (udite udite) europeo.
2) I dazi non li ha inventati Trump, sono sempre esistiti. Protezionismo e libero scambio sono due poli della politica economica che i vari stati da sempre adottano variandoli al variare delle situazioni. Praticamente tutte le economie del continente europeo sono cresciute potendo contare su preziosi dazi protettivi. Il libero scambio puro non è mai esistito, si tratta di una astrazione economica, utile nel campo analitico ma mai empiricamente adottata. Un paese che ha una bilancia commerciale in disavanzo cronico è tentato di ricorrere a dazi, specie se i concorrenti hanno economie che puntano tantissimo sull’export a danno del mercato interno.
3) La UE e l’Italia in particolare hanno speso e spendono una valanga di soldi per aver spalancato le porte alla immigrazione clandestina di massa. Buttano miliardi e miliardi in politiche pseudo ecologiche. L’imposizione dell’auto elettrica sta letteralmente distruggendo l’industria automobilistica europea, la scelta delle energie “pulite e rinnovabili” (che tali NON sono) costringe le imprese europee e italiane in particolare a pagare molto più cara una energia di cattiva qualità. L’Italia in particolare è soffocata da un sistema fiscale demenziale e da demenziali regole burocratiche. Tutte queste follie deprimono l’economia ben più dei dazi di Trump. Eppure chi strilla contro questi è strenuo sostenitore di quelle...
4) A parte tutto quanto già scritto, cosa voglio di preciso quelli che accusano di “inerzia” il governo Meloni e strillano come se i dazi li avesse messi lei? Cosa propongono di preciso?
Vogliono che la Meloni organizzi una manifestazione contro i dazi, con striscioni e palloncini colorati? Sarebbe una ottima iniziativa perbacco!
Voglio che la UE, Italia in testa, dichiari guerra agli USA? Non credo visto che sono anche contro il riarmo, e poi, ce li vedete i lagunari che sbarcano a New York?
Vogliono una guerra commerciale USA - UE? Non li sfiora il dubbio che ne usciremmo, NOI ben più degli USA, con le ossa rotte?
Vogliono che ci cerchiamo nuovi partner commerciali? La Cina ad esempio? Davvero pensano che con il buon Xi jnping le cose andrebbero meglio?
In realtà non vogliono nulla di preciso, solo fare della propaganda da quattro soldi. L’unica politica sensata in questo momento è proprio quella che faticosamente la Meloni cerca di portare avanti: tentare di ricucire la frattura fra le due sponde dell’oceano. Strada difficile ma non impossibile, comunque l’unica percorribile.
Il resto sono solo chiacchiere.