Il romanzo "la follia e la speranza si è classificato al sesto posto al concorso letterario "Albero Andronico".
Presentazione del romanzo presso la libreria "Mondadori" di Latina.
Recensione del romanzo apparsa sul "Cittadino" , quotidiano genovese.
La
follia
e
la speranza
E'uno
stile asciutto, quasi
giornalistico
ma, inaspettatamente,
denso
e graffiante
quello
con cui Giovanni
Bernardini
accompagna, e cattura,
il
lettore tra i labirinti del
"Mondo
Nuovo" descritto in
"La
follia e la speranza"(Edizioni
Albatros,
pp. 282). Il romanzo
riscopre
la tradizione
del
filone fantapolitico che,
toccato
l'apice con capolavori
come
"1984", "New Brave
World"
e "Lord of The
World",
è via via declinato
nella
ricerca del sensazionalismo,
verso
un fantasy spoglio
di
quella funzione di riflessione
profetica
e di denuncia che
ne
aveva determinato grandezza
e
fortuna. La vicenda
narrata
da Bernardini si svolge
in
un futuro prossimo, intorno
al
2050, in un mondo governato
dal
"partito dell'amore".
La
storia di Giovanni Bertini,
il
protagonista, si svolge in
una
Milano sfigurata nella
nuova
"Città del Sole", la cui
vita
è organizzata sotto la sorveglianza
dell'onnipresente
partito
e secondo i dettami di
un'ideologia
in cui molte delle
mode
culturali dell'Occidente
politicamente
corretto vengono
portate
alle loro estreme ed
inumane
conseguenze.
Amore
per la natura e gli animali
che
si riduce nel regresso
delle
condizioni di vita e nel
sacrificio
legalizzato degli esseri
umani,
una tecnologia che
si
appropria e gestisce ogni
istante
del nascere, del vivere,
dell'alimentarsi
e del morire,
una
multiculturalità conclamata
che
si trasforma in piatta
omologazione,
lo svuotamento
di
tutte le relazioni sociali e
degli
affetti umani - persino i
più
intimi e naturali - sono il
volto
agghiacciante di una
realtà
da cui Giovanni Bertini,
cinquantenne
che ricorda ancora
il
sapore e i colori della
"vita
di un tempo", proverà a
fuggire.
Le
inattese conseguenze di un
suo
gesto disperato, silenzioso
ed
estremo, lo porteranno a ritrovare
e
riconoscere la propria
dimensione
umana e spirituale,
in
un percorso verso
una
ribellione coraggiosa e
"militante"
che aprirà, nel finale,
a
un flebile, ma radioso,
spiraglio
di speranza.
Romanzo
che intreccia riflessioni
profetiche
sul sonno
della
ragione contemporanea e
sul
valore insopprimibile della
dignità
della persona a una
narrazione
ricca di suspence e
colpi
di scena, "La follia e la
speranza"
è un'opera animata
da
una profonda passione
umana
e civile che rende la
lettura
delle quasi 300 pagine
intensa
e scorrevole.
Alfredo
Majo
UN BRANO DEL PRIMO CAPITOLO
Raggiunsero
il cortile. Era squallido: un quadrato di terra circondato da alte
mura che lasciavano vedere solo il cielo scuro di nubi. Di fronte a
loro, ben infisso per terra, situato a circa mezzo metro dal muro
grigio, c’era il palo a cui il condannato sarebbe stato legato.
Pioveva e faceva freddo. Il terreno era fangoso, pieno di
pozzanghere. Proprio ai piedi del palo si era formata una pozzanghera
particolarmente grossa.
“Quello sciagurato morirà con i piedi bagnati” pensò Giovanni
“le ultime sensazioni che proverà saranno il
freddo e l’umido. L’acqua che gli scivola addosso, gli entra nel
collo, gli appesantisce gli abiti e il freddo, e i piedi in quella
pozzanghera, poi… poi basta, basta freddo, acqua, umidità.. basta
tutto”
Una piccola porta si aprì sul muro a loro fianco e il condannato
uscì. Era davvero solo un ragazzo, biondiccio, mingherlino,
piuttosto basso. Era pallidissimo, camminava a piccoli passi
guardandosi intorno smarrito. Due guardie enormi lo sorreggevano per
le braccia spingendolo avanti senza troppi complimenti; lo psicologo
seguiva il terzetto e parlava all’orecchio del ragazzo, parlava
senza interrompersi, in continuazione. Il ragazzo neppure sentiva le
sue parole consolatorie, cercava di rallentare il passo, puntava i
piedi in avanti come fanno i muli ma le guardie che gli stringevano
inesorabili le braccia erano troppo forti per lui, lo spingevano, lo
spingevano e i tacchi della sue scarpe sdrucite lasciavano solchi
profondi nella fanghiglia. Infine raggiunse il palo. Lo legarono
stretto e lo bendarono. Giovanni notò che il condannato cercava di
togliere i piedi dall’acqua fangosa della pozzanghera, cercava di
spostarli, di metterli all’asciutto. Si trattava probabilmente di
un gesto meccanico ma sembrava che in quegli ultimi istanti lo
sventurato volesse concentrarsi su qualcosa che non fosse ciò che
stava per succedergli.
“Avanti ragazzi” disse Giovanni.
Avanzarono e si schierarono. Imbracciarono i fucili.
“Caricate, puntate…fuoco!”
Il
ragazzo si afflosciò sulle corde che lo sostenevano. Giovanni avanzò
verso di lui, pistola in pugno, alla distanza giusta puntò il
revolver alla testa del criminale e sparò. Si, finalmente tutto era
finito.
"La follia e la speranza", edito dalla Albatros, è un romanzo di fantapolitica, ambientato in un futuro non troppo remoto, in una orribile società totalitaria in cui tutte le assurdità oggi di moda vengono portate alle loro logiche e disumane conseguenze. Il finale della narrazione lascia intravedere tuttavia un filo di esile speranza.
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Che ti devo dire, Giovanni. Ho letto e apprezzato il romanzo. Rispetto a quello scenario siamo diventati tutti matti?
RispondiEliminaForse non è del tutto irrealistico...
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