giovedì 12 settembre 2013

LA LOGICA ED I PARANOICI DEL COMPLOTTO



I paranoici del complotto ripetono sempre due slogan:

TUTTO CIO' CHE SAI E' FALSO.

TUTTO CIO' CHE NON SAI E' VERO.


Si tratta di due slogan che riassumono molto bene loro paranoia complottista. Il mondo che conosciamo non è autentico, reale. Si tratta di un mondo fittizzio, una pura illusione virtuale indotta in noi da forze potentissime ed oscure che agiscono nell'ombra. Ciò che crediamo di sapere è falso, ciò che non sappiamo è vero.
Per valutare adeguatamente questi slogan val la pena di esaminarli con un minimo di attenzione.

Se la proposizione “tutto ciò che sai è falso”, chiamiamola P, è vera, allora, in forza di quanto essa stessa asserisce, diventa immediatamente falsa. Io infatti so che tutto ciò che so è falso, quindi è falsa la proposizione P che asserisce la falsità di tutto ciò che so. Una proposizione come P è auto contraddittoria, lo è necessariamente, in forza della sua struttura logica. Si tratta di una proposizione che non può mai essere vera.
Qualcuno potrebbe obiettare che P può essere espressa in un metalinguaggio diverso dal linguaggio oggetto in cui suono espresse le proposizioni p, p1, p2 eccetera di cui P predica la falsità. Questo fa si che P eviti di riferirsi a se stessa e di cadere nella autocontraddittorietà. Tutto vero. Nulla però mi vieta di esaminare la proposizione: “P è autocontraddittoria”, dopo averla collocata, naturalmente, in un linguaggio oggetto diverso dal metalinguaggio in cui io la esamino. La conclusione di questo esame non potrà essere che positiva: P è in effetti auto contraddittoria.
P può sfuggire alla trappola della autocontraddittorietà solo se la si modifica in questo modo: “TUTTO CIO' CHE SAI E' FALSO TRANNE LA PROPOSIZIONE P”. Così modificata P cessa di essere logicamente contraddittoria, ma cade immediatamente nel più cieco dogmatismo fideista. Perché mai dovrebbe essere vera P in forma modificata? In effetti io sono ragionevolmente convinto di un certo numero di cose: “due più due fa quattro”, “Roma è la capitale d'Italia”, “Beppe Grillo era un comico”,” Antonio Di Pietro non sa usare i congiuntivi”, “la Germania nazista ha perso il secondo conflitto mondiale” e tante altre. Ora, P mi dice che tutto ciò che so è falso tranne, appunto, la proposizione che afferma la falsità di tutto ciò che so. Perché mai dovrei credere ad una simile proposizione? Io controllo le cose in cui credo. Ne esamino la coerenza logica e la corrispondenza coi fatti; ora c'è chi mi dice che tutti i miei controlli sono inutili, che gli strumenti che ho per cercare di appurare la verità non servono a nulla: c'è chi mi inganna costantemente e io non posso rendermene conto. Ma, se io non ho strumenti per controllare se qualcosa sia o non sia vero, perché mai dovrei fidarmi di chi afferma P? Non potrebbe essere lui il mentitore? P si basa su una sfiducia assoluta nei confronti del mondo e delle mie capacità conoscitive e su una altrettanto assoluta fiducia nei confronti di chi mi mette in guardia contro l'universale menzogna in cui sarei immerso. Insomma, chi afferma P è un Dio o qualcosa di simile. Ma io ho visto in faccia le persone che asseriscono P e il loro volto non mi sembra l'immagine di Dio, tutt'altro. Preferisco dubitare di quanto mi strilla Beppe grillo che non del mondo e delle mie facoltà conoscitive.

Esaminiamo ora la proposizione “tutto ciò che non sai è vero” e chiamiamola P'. Questa non è autocontraddittoria: non c'è contraddizione nel dire che tutto ciò che non so è vero. Chi asserisce P' non cade in contraddizione logica alcuna; P' però è ancora più dogmatica e fideistica di P, anche di P nella sua forma modificata: “tutto ciò che sai è falso tranne P”.
P' afferma che tutto ciò che non so è vero. Ma, quante sono le cose che non so? Il numero delle cose che so è finito ed è probabilmente anche abbastanza piccolo, quello delle cose che non so è potenzialmente infinito. Non so un sacco di cose che altri esseri umani sanno, e non so moltissime cose che con me nessun essere umano sa. Non so come risolvere una equazione ad n incognite, non so se nell'universo ci siano altri esseri intelligenti, non so di che colore sia la terza casa di via Pincopallo a Brescia, e neppure so se esiste a Brescia, o altrove, una via Pincopallo. Il numero delle cose che non so ha un solo limite: l'estensione dell'universo e delle possibili combinazioni fra tutti gli enti, reali o possibili, dell'universo, un limite posto all'infinito. Io non so un numero infinito di cose. Però esiste un uomo che afferma che tutte queste infinite cose che non so sono VERE. Quest'uomo non solo sa quali cose io non so, è strano, io non gli ho mai detto quali siano quelle che so, sa anche che sono vere. Come diavolo fa a saperlo? Quali sono le sue facoltà conoscitive? Legge nel mio pensiero? E' dentro alla struttura ultima del cosmo? Vive in unità mistica col tutto? Quest'uomo, questa mente onnisciente che sa cosa io non so e che sa che tutto ciò che io non so è vero, quest'uomo dicevo, non è un uomo, e non è neppure un Dio. Egli E' DIO, a lui dobbiamo credere, senza esitazione alcuna. Io sarei ben felice di credergli. Solo... ho un dubbio. Possibile che DIO abbia il volto di BEPPE GRILLO?

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