lunedì 10 febbraio 2014

EUGENIO SCALFARI



E' uno dei maggiori nemici di Silvio Berlusconi, lo sanno tutti. Per anni ha accusato tutti i giorni il cavaliere di essere un delinquente, gli ha rinfacciato i suoi guai giudiziari, ed anche ora non lesina critiche a Matteo Renzi “reo” di aver fatto “resuscitare ” il “pregiudicato”. Forte del proprio ascendente sui partiti del centro sinistra che fa ora il grande vecchio? Li esorta ad introdurre una bella patrimoniale, unico mezzo, a suo parere per uscire dalla crisi.

Però, vediamo un po' quali sono i precedenti di questo campione della democrazia, del diritto, della più incontaminata e cristallina onestà.

Scalfari è del 1924. Scrive Wikipedia che “Tra le sue prime esperienze giornalistiche c'è "Roma Fascista", organo ufficiale del GUF (Gruppo Universitario Fascista). Negli anni successivi continua a collaborare con riviste e periodici legati al fascismo, come "Nuovo Occidente", diretto dall'ex squadrista e fascista cattolico Giuseppe Antonio Fanelli. Nel 1942 Scalfari sarà nominato caporedattore di "Roma Fascista".
All'inizio del 1943 scrisse una serie di corsivi non firmati sulla prima pagina su Roma Fascista in cui lanciava generiche accuse verso speculazioni da parte di gerarchi del PNF sulla costruzione dell'EUR”.
Dunque, la gioventù del nostro amico non è esente da colpe. Nulla di grave, sia ben chiaro: tutti possiamo sbagliare, specie se molto giovani. Però, è indicativo che nel 1943, quando l'Italia sta precipitando nel baratro della guerra civile lui critichi il partito nazionale fascista... per cosa? Per degli episodi di corruzione. Non lo preoccupano la guerra persa, l'Italia spaccata in due ed invasa da due eserciti stranieri, no, lui fa delle “critiche” al PNF per delle speculazioni immobiliari messe in atto da alcuni gerarchi. Buon sangue non mente.

Continuiamo. “Nel 1968 pubblicò insieme a Lino Jannuzzi l'inchiesta sul SIFAR. Il generale De Lorenzo li querelò e i due giornalisti furono condannati rispettivamente a 15 e a 14 mesi di reclusione, Ambedue i giornalisti evitarono il carcere grazie all'immunità parlamentare loro offerta dal Partito socialista italiano”
Non mi interessa stabilire se sia stata giusta o no la condanna a Scalfari e Jannuzzi. Ragionando che gli attuali parametri di Scalfari una simile domanda è insensata: “NON SI COMMENTANO LE SENTENZE” ci hanno detto una infinità di volte i forcaioli che hanno in Scalfari un leader carismatico. Ed ancora, è significativo che Scalfari, fiero nemico della immunità parlamentare, abbia evitato la galera proprio grazie a questa immunità, generosamente offertagli dal PSI, lo stesso partito che poi Scalfari definirà come un covo di corrotti e corruttori.

Se ragionassimo come lui, se fossimo come lui dovremmo definire il fondatore di “Repubblica” un “PREGIUDICATO” ed anche un ex fascista, uno di cui ci si dovrebbe vergognare di averlo come padre, nonno o anche solo amico o parente.
Però i democratici liberali NON sono come lui. Possiamo quindi definirlo solo come un vecchio forcaiolo, pieno di boria e di arroganza.


1 commento:

  1. "...lo stimavo, ma comincio a credere che questa Sua pervicace attrazione verso Renzi, che detto fra noi non credo contraccambi per niente, mi lascia pensare. Vuoi vedere che anche Lui (Scalfari) ha subito o subisce il fascino del "venditore di fumo"? No, non lo posso credere, mi rifiuto di credere una cosa simile..."

    RispondiElimina