mercoledì 2 gennaio 2019

CON ORLANDO E DE MAGISTRIS O CON LA LEGGE

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In Italia una legge deve essere votata dalle due camere.
Promulgata dal capo dello stato.
Se sospettata di incostituzionalità si può far ricorso alla corte costituzionale.
Può essere sottoposta a referendum abrogativo.
Un percorso ad ostacoli fin troppo complesso, a modesto parere di chi scrive.
Ora si aggiunge un nuovo ostacolo. Una legge dello stato deve avere il placet dei sindaci! Di tutti i sindaci, se no è una legge ad applicazione variabile. Vale a Catania ma non a Palermo, A Genova ma non a Napoli!
Leoluca Orlando e Luigi De Magistris sono in rivolta contro il decreto sicurezza di Salvini. Si, proprio loro! Quelli che ieri si dichiaravano campioni della legalità. De Magistris era magistrato! Orlando strillava “dura lex sed lex”. Basta che si tratti di “lex” a lui gradita...
E molti sindaci di sinistra si accodano. Con la benedizione del PD.

Ad essere sotto accusa è un decreto che ha il merito enorme di combattere l'immigrazione clandestina. La stessa che ha trasformato le periferie di tante nostre città in autentiche terre di nessuno in cui la legge è latitante. Che ha incrementato al massimo l'insicurezza, la criminalità ed i pericoli di terrorismo. Si, pericoli di terrorismo! Chi crede non esistano provi ad entrare nella Basilica di San Pietro o nel Duomo di Milano. Dovrà prima passare attraverso dei metal detector. I vescovi benedicono i migranti e tuonano contro Salvini che “alimenta le paure”, ma si fanno difendere da militari armati sino ai denti!

Ed i campioni della “rivolta umanitaria” contro una legge dello stato sono gli stessi che benedicono i terroristi di Hammas, che tacciono su Asia Bibi e definiscono l'islam una “religione di pace”. Non sono contro il decreto sicurezza per sue eventuali insufficienze, non si tratta di questo o quell'articolo o comma. No, contestano la filosofia che sta dietro al decreto. Teorizzano il diritto di tutti ad andare dove vogliono, in barba a leggi e regolamenti. Vogliono i porti aperti, le frontiere spalancate, teorizzano che le ONG non devono sottostare a legge alcuna. In tutti i paesi normali quando un permesso di soggiorno scade o viene rinnovato o lo straniero deve tornare al suo paese d'origine. Per i sindaci in rivolta questa che è una prassi assolutamente normale sarebbe “razzismo disumano”. E si ribellano.
Non si può essere neutrali fra Salvini e De Magistris, fra chi vuole che i processi migratori siano controllati, come avviene ovunque nel mondo, e chi teorizza la fine delle frontiere, con l'eccezione, ovviamente, di quelle della sua città, in cui non dovrebbero valere le leggi dello stato, e del giardino di casa sua.
Qualcuno fa finta di non capirlo, ma sul problema della immigrazione si gioca il futuro del nostro paese, e della nostra civiltà.

2 commenti:

  1. Molto d'accordo, Giovanni.
    Si sta programmando per il futuro, come giustamente ricordi, e si sta programmando un futuro senza regolamentazione.
    Capisco adesso il senso della deprecata parola "buonismo", il contenuto è il ricatto morale, l'etichetta di "cattivo" assegnata (nel modo più generale e astratto) a chi vuole guardare più avanti del passo successivo.

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  2. Da uno che tesse le lodi del corano e che ha concesso la cittadinanza onoraria della sua città ad un terrorista palestinese ci si può aspettare di tutto.

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