E' morto Roger Scruton. Un filosofo, un filosofo VERO, uno dei pochi che oggi meritino davvero questo nobile appellativo.
Bellissima la sua “filosofia moderna, compendio per temi”, un viaggio, non cronologico ma tematico, da Cartesio ai nostri giorni nel corso del quale Scruton accompagna il lettore dentro ai grandi, eterni, problemi della riflessione filosofica. La verità, il significato, il linguaggio, la logica, l'essere, la possibilità della conoscenza, la moralità, la libertà ed il determinismo, l'amore ed il sesso, la vita e la morte.
“Filosofia moderna compendio per temi” è un'opera “difficile”. Altre sono di più facile lettura, anche se mai superficiali, sempre profonde. “Guida filosofica per tipi intelligenti”, ad esempio, una sorta di sunto della “Filosofia moderna compendio per temi” e poi “Del buon uso del pessimismo”, “essere conservatore”, “l'occidente e gli altri”, “sulla natura umana”. Opere che tengono allenato il cervello e comunicano spesso all lettore un profondo, piacevolissimo senso di appagamento.
Come la scienza autentica la filosofia, la buona, sana filosofia, trova il difficile nel facile, scopre grandi problemi dietro a cose apparentemente banali. La mela di Newton, ad esempio. Nulla è tanto banale quanto una mela che cade dall'albero, ma dietro a quel cadere si cela un problema scientifico e filosofico enorme. Nel contempo la buona filosofia demistifica ciò che è solo apparentemente difficile. Dietro a tanti discorsi pseudo filosofici, a paroloni incomprensibili, a pagine illeggibili si celano molto spesso solo sciocche banalità che lo stile ermetico cerca abilmente di camuffare. Scruton ha denunciato più volte queste banalità pseudo profonde di tanti pseudo filosofi contemporanei. “I professori di discipline umanistiche” scrive nel Buon uso del pessimismo “impararono dai loro mentori francesi che esiste un modo di scrivere che sarà sempre considerato “profondo” solamente a patto che sia: A sovversivo e B incomprensibile”. Si tratta, scrive Scruton, di difese contro la verità. Si contrappone alla verità la banalità, debitamente resa ermetica. Vecchi trucchi.
Scruton era un conservatore. Non un reazionario, non un nemico del progresso. Conservatore non significa questo. E' conservatore chi capisce che i passi avanti si fanno nella continuità storica. La novità assoluta, lo stravolgimento di tutto non è progresso, è nichilismo, l'esatto contrario del progresso. Ed era un identitario. Non un uomo chiuso al dialogo, al confronto. Identitario non significa questo. E' identitario chi sa che ci si può confrontare con altri solo a partire da ciò che si è. La difesa della propria identità è la premessa di ogni dialogo e di ogni confronto. Lo smarrimento della identità al contrario annulla la possibilità stessa di entrambi. E', di nuovo, una forma di nichilismo.
Per queste posizioni Scruton è stato perseguitato dai sacerdoti del politicamente corretto. Presidente della commissione Building Better, il cui ruolo è quello di fare proposte per risolvere la crisi abitativa in Gran Bretagna, è stato estromesso dalla carica dopo che si era permesso di criticare il concetto di “islamofobia”, da lui correttamente definito un pretesto per impedire ogni critica all'Islam.
Eppure oggi parlano bene di lui, ipocritamente, anche coloro che del politicamente corretto hanno fatto una religione. Nulla di cui stupirsi. L'ipocrisia è per certi personaggi una seconda pelle.
Inutile però perdersi in polemiche con gente da poco. Roger Scruton ci ha lasciati, questa è la notizia davvero importante, e tristissima. Da oggi la cultura occidentale è molto più povera.
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