Val la pena, per inquadrare quanto sta avvenendo in Ucraina, fare
alcuni ultra telegrafici cenni storici.
L’Ucraina ha sempre
rappresentato un grosso problema per i bolscevichi.
Durante la
guerra civile fra bianchi e rossi in ucraina operarono sia gli
anarchici di Ector Machno organizzati nelle armate “nere”, che le
“armate verdi”, una sorta di esercito contadino. Sia i neri che i
verdi agirono come terza forza fra bolscevichi ed anti bolscevichi.
Sostenitori di un generico socialismo rurale non autoritario vennero
duramente repressi dai rossi al termine della guerra
civile.
L’Ucraina, il granaio d’Europa”, fu una delle
regioni più colpite dalla politica agraria dei bolscevichi, basata,
prima della svolta della NEP, sulle requisizioni forzate dei raccolti
ai contadini.
Al termine degli anni ‘20 dello scorso secolo
Stalin decide di abbandonare la NEP, rompe con Bucharin e dà inizio
alla collettivizzazione forzata dell’agricoltura.
I “kulaki”,
contadini definiti “benestanti”, vengono letteralmente spogliati
di tutto, ma proprio di tutto, mobili, abiti, piatti e vasellame
compresi. Deportati in massa diventeranno una parte molto rilevante
del popolo dei gulag. Gli altri contadini saranno costretti ad
entrare nei Kolchoz, fattorie collettive in cui lavoreranno
duramente, pagati con il solo, scarsissimo cibo. Di fatto saranno
ridotti in schiavitù.
L’Ucraina sarà la regione più
duramente colpita dalla folle politica staliniana. La carestia
provocata da tale politica causerà l’holodomor, letteralmente,
genocidio per fame. Moriranno fra i 4 ed i 7 milioni di esseri umani,
le cifre precise non si conosceranno mai. Fra il 1932 ed il 1933
ricomparve e si diffuse largamente in Ucraina il cannibalismo. Si
aggiunga che tutta la politica staliniana nei confronti dell’Ucraina
e non solo, fa basata su una brutale opera di
denazionalizzazione.
Durante la seconda guerra mondiale si
verificarono in Ucraina episodi di tentata fraternizzazione con gli
occupanti tedeschi. Duramente colpiti dalle politiche staliniane
molti ucraini videro inizialmente nei nazisti dei potenziali
liberatori. Si accorsero presto del loro errore. Per i nazisti tutti
gli slavi erano sottouomini da trattare come tali. La gran maggioranza
degli ucraini diede il suo contributo di sangue alla “grande guerra
patriottica”. Ma questo a Stalin non bastò. Per i popoli di tutti
i paesi vincitori la fine del secondo conflitto mondiale fu una
festa. Non per i russi. Stalin considerava “collaborazionisti” i
popoli delle regioni occupate dai tedeschi e chi era caduto
prigioniero dei tedeschi un probabile “traditore”. La
vittoria sul nazismo fu accompagnata da una ulteriore stretta nella
repressione interna. Moltissimi prigionieri di guerra passarono
direttamente dai lager hitleriani ai gulag staliniani. Ancora una
volta fu l’Ucraina a pagare il prezzo più alto.
Se si
tiene conto degli antecedenti storici non stupisce che l’Ucraina
guardi oggi con molto sospetto alla Russia. Certo, la Russia di oggi
non è la Russia di Stalin e neppure quella dei suoi successori. Ma
gli ucraini non dovettero subire solo le follie del totalitarismo
comunista, intrecciato, ed antecedente, a tali follie, dovettero
subire lo sciovinismo grande russo. E’ perfettamente naturale che
tengano moltissimo alla loro indipendenza.
Questo vuol dire che
ci si debba preparare oggi ad una guerra con la Russia? Assolutamente
no. Una guerra fra Russia ed occidente non sarebbe una delle tante
guerre locali che il mondo ha conosciuto negli ultimi decenni. La
Russia è purtroppo in buoni rapporti con la Cina, una guerra fra
Russia ed occidente potrebbe sfociare nella terza guerra mondiale, la
catastrofe massima che tutti hanno il dovere di cercare di
evitare.
Da questo però non segue che si debba guardare con
particolare simpatia alla Russia di Putin che di certo non è la
Russia di Stalin, ma è ben lontana dall’essere una vera
democrazia.
Lo so bene, e lo capisco. L’occidente di oggi fa
per molti aspetti talmente schifo che molti
sono portati a guardare con simpatia anche ad un paese come la
Russia.
L’occidente di Greta Thunberg e Fedez, del gender, del misticismo ecologico e della resa all’Islam è
talmente lontano dai valori forti della tradizione occidentale che
molti credono di poter rinvenire quei valori in un paese che non ha
mai conosciuto la democrazia autentica.
E’ un grave, anche se
comprensibile errore.
Occorre che tutte le persone di buona
volontà lavorino per una soluzione diplomatica della crisi ucraina,
senza cedere a pericolose tentazioni guerriere, ma anche senza
attribuire alla Russia meriti che non ha.
E senza illudersi che
la cosiddetta Europa possa svolgere chissà quale ruolo in questa
situazione.
Personalmente ho una mia convinzione. L’attuale
occidente non è in grado di costituire una alternativa forte a paesi
come la Russia e la Cina. Una società disgregata, priva di valori
forti unificanti non è in grado di reggere un confronto di lungo
periodo con paesi fortemente unificati (la Cina soprattutto, più che
la Russia).
Anche se la guerra sarà evitata, e penso che alla
fine lo sarà, tutta la vicenda ucraina è una prova ulteriore della
debolezza profonda della nostra civiltà.
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