sabato 12 febbraio 2022

UCRAINA

Val la pena, per inquadrare quanto sta avvenendo in Ucraina, fare alcuni ultra telegrafici cenni storici.
L’Ucraina ha sempre rappresentato un grosso problema per i bolscevichi.
Durante la guerra civile fra bianchi e rossi in ucraina operarono sia gli anarchici di Ector Machno organizzati nelle armate “nere”, che le “armate verdi”, una sorta di esercito contadino. Sia i neri che i verdi agirono come terza forza fra bolscevichi ed anti bolscevichi. Sostenitori di un generico socialismo rurale non autoritario vennero duramente repressi dai rossi al termine della guerra civile.
L’Ucraina, il granaio d’Europa”, fu una delle regioni più colpite dalla politica agraria dei bolscevichi, basata, prima della svolta della NEP, sulle requisizioni forzate dei raccolti ai contadini.
Al termine degli anni ‘20 dello scorso secolo Stalin decide di abbandonare la NEP, rompe con Bucharin e dà inizio alla collettivizzazione forzata dell’agricoltura.
I “kulaki”, contadini definiti “benestanti”, vengono letteralmente spogliati di tutto, ma proprio di tutto, mobili, abiti, piatti e vasellame compresi. Deportati in massa diventeranno una parte molto rilevante del popolo dei gulag. Gli altri contadini saranno costretti ad entrare nei Kolchoz, fattorie collettive in cui lavoreranno duramente, pagati con il solo, scarsissimo cibo. Di fatto saranno ridotti in schiavitù.
L’Ucraina sarà la regione più duramente colpita dalla folle politica staliniana. La carestia provocata da tale politica causerà l’holodomor, letteralmente, genocidio per fame. Moriranno fra i 4 ed i 7 milioni di esseri umani, le cifre precise non si conosceranno mai. Fra il 1932 ed il 1933 ricomparve e si diffuse largamente in Ucraina il cannibalismo. Si aggiunga che tutta la politica staliniana nei confronti dell’Ucraina e non solo, fa basata su una brutale opera di denazionalizzazione.
Durante la seconda guerra mondiale si verificarono in Ucraina episodi di tentata fraternizzazione con gli occupanti tedeschi. Duramente colpiti dalle politiche staliniane molti ucraini videro inizialmente nei nazisti dei potenziali liberatori. Si accorsero presto del loro errore. Per i nazisti tutti gli slavi erano sottouomini da trattare come tali. La gran maggioranza degli ucraini diede il suo contributo di sangue alla “grande guerra patriottica”. Ma questo a Stalin non bastò. Per i popoli di tutti i paesi vincitori la fine del secondo conflitto mondiale fu una festa. Non per i russi. Stalin considerava “collaborazionisti” i popoli delle regioni occupate dai tedeschi e chi era caduto prigioniero dei tedeschi un probabile “traditore”. La vittoria sul nazismo fu accompagnata da una ulteriore stretta nella repressione interna. Moltissimi prigionieri di guerra passarono direttamente dai lager hitleriani ai gulag staliniani. Ancora una volta fu l’Ucraina a pagare il prezzo più alto.

Se si tiene conto degli antecedenti storici non stupisce che l’Ucraina guardi oggi con molto sospetto alla Russia. Certo, la Russia di oggi non è la Russia di Stalin e neppure quella dei suoi successori. Ma gli ucraini non dovettero subire solo le follie del totalitarismo comunista, intrecciato, ed antecedente, a tali follie, dovettero subire lo sciovinismo grande russo. E’ perfettamente naturale che tengano moltissimo alla loro indipendenza.
Questo vuol dire che ci si debba preparare oggi ad una guerra con la Russia? Assolutamente no. Una guerra fra Russia ed occidente non sarebbe una delle tante guerre locali che il mondo ha conosciuto negli ultimi decenni. La Russia è purtroppo in buoni rapporti con la Cina, una guerra fra Russia ed occidente potrebbe sfociare nella terza guerra mondiale, la catastrofe massima che tutti hanno il dovere di cercare di evitare.
Da questo però non segue che si debba guardare con particolare simpatia alla Russia di Putin che di certo non è la Russia di Stalin, ma è ben lontana dall’essere una vera democrazia.
Lo so bene, e lo capisco. L’occidente di oggi fa per molti aspetti talmente schifo che molti sono portati a guardare con simpatia anche ad un paese come la Russia.
L’occidente di Greta Thunberg e Fedez, del gender, del misticismo ecologico e della resa all’Islam è talmente lontano dai valori forti della tradizione occidentale che molti credono di poter rinvenire quei valori in un paese che non ha mai conosciuto la democrazia autentica.
E’ un grave, anche se comprensibile errore.
Occorre che tutte le persone di buona volontà lavorino per una soluzione diplomatica della crisi ucraina, senza cedere a pericolose tentazioni guerriere, ma anche senza attribuire alla Russia meriti che non ha.
E senza illudersi che la cosiddetta Europa possa svolgere chissà quale ruolo in questa situazione.
Personalmente ho una mia convinzione. L’attuale occidente non è in grado di costituire una alternativa forte a paesi come la Russia e la Cina. Una società disgregata, priva di valori forti unificanti non è in grado di reggere un confronto di lungo periodo con paesi fortemente unificati (la Cina soprattutto, più che la Russia).
Anche se la guerra sarà evitata, e penso che alla fine lo sarà, tutta la vicenda ucraina è una prova ulteriore della debolezza profonda della nostra civiltà.

 

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