sabato 13 febbraio 2010

Craxi e tangentopoli

Non mi è capitato di sentire nei dibattiti e nelle polemiche di questo periodo sulla figura di Bettino Craxi una considerazione che mi sembra invece piuttosto importante. Se si esamina tutta la vicenda di tangentopoli non si può non restare colpiti dalla stridente sproporzione fra l’ampiezza e le conseguenze politiche delle inchieste giudiziarie e la pochezza dei risultati strettamente processuali delle stesse. Tangentopoli azzerò una intera classe dirigente, distrusse il più vecchio partito italiano, il Psi, e un partito come la DC che aveva governato l’Italia per circa 45 anni. Non solo, dalle inchieste emerse il quadro desolante di una Italia in cui occorreva pagare tangenti anche per starnutire, un paese in preda ad una corruzione dilagante ed omnicomprensiva. Ebbene, quali sono stati i risultati giudiziari di un così vasto terremoto politico e sociale? Ben misera cosa in verità. L’elenco dei politici condannati in via definitiva è estremamente ridotto, le condanne in molti casi quasi irrisorie con pene spesso patteggiate e in molti casi coperte dai benefici di legge. Insomma, i politici inquisiti dai giudici di mani pulite il carcere se lo sono fatto più prima che dopo i processi; il numero di anni di carcere scontati in seguito alla più devastante inchiesta giudiziaria della storia d’Italia è incredibilmente basso. Cinque, sei anni dopo l’inizio del ciclone giudiziario tutti i principali politici indagati erano liberi come uccellini, e non solo liberi, molti di loro continuavano a fare politica, sia pure non più da protagonisti ma da semplici comprimari, tutti meno uno: Bettino Craxi. Al momento della scomparsa il leader socialista aveva collezionato due condanne definitive per circa dieci anni di carcere e altre due condanne non definitive per altri dieci. Nessuno di coloro che vennero coinvolti in tangentopoli, compresi alcuni strettissimi collaboratori di Craxi, fu colpito in maniera anche lontanamente paragonabile. Si noti che in Italia uno stupratore assassino si becca, se la corte è davvero severissima, quindici, venti anni di carcere: gli stessi comminati a Bettino Craxi.


Coloro che oggi abbaiano contro il leader socialista e continuano a definirlo un criminale dovrebbero rispondere ad alcune domande.

Prima domanda. Davvero un uomo solo può essere ritenuto responsabile di una corruzione tanto diffusa e capillare? Se l’Italia era il paese delle tangenti possibile che di tutte l’unico beneficiario fosse Bettino Craxi? Eppure i verdetti dei tribunali dicono precisamente questo: Craxi è stato non il principale ma l’unico responsabile della corruzione che per decenni ha avvelenato l’Italia. Gli altri sono stati solo dei modesti comprimari, figure di scarsa importanza, ladruncoli di periferia.

Seconda domanda. Nel nostro paese la corruzione non è iniziata nel 1992, nemmeno nel 1990 o nel 1989. I fenomeni di corruzione e di finanziamento illegale dei partiti duravano da un sacco di tempo quando finalmente i giudici li scoprirono. Come mai gli angeli della giustizia hanno atteso così tanto prima di intervenire? Vivevano in un paese in si pagavano tangenti anche sull’aria e non si erano accorti di nulla per decenni? Misteri italiani!

Terza domanda. Il Pci venne finanziato per decenni dall’Urss, paese che era a capo di una alleanza militare ostile all’Italia ed in cui centinaia di migliaia di esseri umani erano ospiti di confortevoli lagher. Nel 1994 l’allora leader Mikhail Gorbaciov in visita in Italia affermò candidamente che il Pci era stato finanziato dall’Urss fin quasi alla caduta del muro di Berlino. Dopo queste dichiarazioni furono fatte alcune frettolose indagini che non portarono ad alcun risultato. Eppure che il Pci si facesse finanziare dall’Urss lo sapevano tutti, lo ammettevano gli stessi leader del partito precisando tuttavia che si trattava, contrariamente a quanto affermato da Gorbaciov, di cose vecchie, roba del dopoguerra. Non solo, anche il Pci aveva goduto dei suoi finanziamenti illeciti “casalinghi”, specie tramite il sistema delle cooperative; ci fu chi indagò su queste ma, di nuovo, le indagini si persero nel nulla. E’ lecito ritenere che se i magistrati avessero dedicato ai finanziamenti, antichi e recenti, nazionali ed esteri, al Pci un decimo, un centesimo del tempo e delle energie che avrebbero dedicato a Silvio Berlusconi forse ne sarebbero venute fuori delle belle?

Piaccia o non piaccia a chi abbaia Craxi ha pagato per tutti, è stato fatto apparire come l’unico responsabile di un sistema estremamente diffuso di cui tutti, chi più chi meno, hanno beneficiato. Le ponderate ma ferme parole del presidente Napolitano suonano a questo proposito quanto mai opportune. Proprio queste parole ed il vasto consenso di cui sono state fatte oggetto testimoniano che ormai i tempi sono cambiati. Ormai la verità sta faticosamente venendo a galla e porzioni sempre maggiori di pubblica opinione si rendono conto che nel nostro paese sono state commesse, in nome della onestà e della giustizia, molte ingiustizie e molte prevaricazioni. Un leader letteralmente braccato dalla magistratura come è oggi Silvio Berlusconi sarebbe stato letteralmente spazzato via “dall’indignazione popolare” ai tempi di tangentopoli, oggi gode di un solido e vasto consenso popolare malgrado, forse addirittura a causa, le indagini di cui è oggetto. Chi oggi latra ed abbaia contro Craxi questo a Berlusconi non lo perdonerà mai. Affari suoi. Continui pure a latrare e ad abbaiare.

1 commento:

  1. La cosa che mi risulta strana è: perchè l'URSS finanziava Craxi nonostante Craxi non governava nel loro stesso modo, e perchè Craxi non governava nella stessa maniera dei sovietici nonostante i sovietici lo avevano preso in simpatia? E' un pò contorta la domanda ma spero si capisce.

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