venerdì 5 dicembre 2014

QUEI VENTI ANNI

La sinistra italica lo ha detto, ripetuto, strillato per oltre venti anni: “i mali del paese hanno una sola causa e quella causa ha un nome ed un cognome: Silvio Berlusconi”.
Per venti anni l'obiettivo della sinistra ideologica (e purtroppo la gran maggioranza della sinistra italiana E' ideologica) è stato uno solo: far fuori il cavaliere. Farlo fuori non politicamente, sconfiggendolo alle elezioni, farlo fuori nel senso di cacciarlo dalla politica, possibilmente richiuderlo in una cella, qualcuno pensava addirittura ad altro...
La magistratura ha aperto sul cavaliere centinaia di inchieste, in venti anni l'uomo di Arcore ha subito oltre 34 (TRENTAQUATTRO) processi, un record che neppure Al Capone, Luky Luciano, Totò Riina e Vito Genovese messi insieme possono avvicinare. E contro l'uomo di Arcore sono scesi in campo, a frotte, comici e cabarettisti, giornalisti e scrittori, intellettuali, filosofi, sacerdoti. Con i libri di alcuni di loro, tesi e "dimostrare” i crimini del cavaliere si potrebbero riempire gli scaffali di intere biblioteche. Da Santoro a Benigni, da Fazio alla Litizzetto, da Travaglio a Flores D'Arcais l'obiettivo è stato, per VENTI ANNI, sempre lo stesso. I sindacati dal canto loro hanno accolto ogni provvedimento economico del cavaliere con “combattivi” scioperi generali, mentre la commissione europea non perdeva occasione per esternare la sua antipatia nei confronti di questo “parvenu” che guidava la politica italiana.
Alla fine, in qualche modo, ci sono riusciti. La tanto sospirata ed attesa condanna del cavaliere è arrivata, al termine di una vicenda giudiziaria che definire “poco chiara” è eufemistico. Una piccola condanna, autentico topolino partorito da una imponente montagna di inchieste e processi, ma comunque una condanna. Poi, si è applicata retroattivamente al cavaliere una legge forcaiola ed il grande obiettivo è stato centrato: Silvio Berlusconi fuori dal parlamento! EVVIVA!
L'espulsione dal parlamento del resto è stato solo l'atto finale di un processo di emarginazione di Berlusconi iniziato con la caduta del suo governo e la nascita del governo Monti. Altra vicenda poco chiara (per usare un altro eufemismo).

Comunque, dal 2011 Berlusconi è, se non fuori, ai margini della politica italiana. Il mostro è stato sconfitto, la democrazia è salva, l'onestà può finalmente trionfare. Il grande inquinatore, il corruttore massimo è finalmente messo nella impossibilità di nuocere. Il paese si appresta a rinascere.
Ma, stanno davvero così le cose? Non mi interessa qui esprimere giudizi sulla persona, sulla politica o sulle vicende giudiziarie dell'uomo di Arcore, mi pongo solo una domanda: da quando lui non c'è le cose sono migliorate? Silvio Berlusconi era la causa di tutti o quasi i nostri mali, ebbene, ora che Berlusconi non ci governa più da oltre tre anni le cose vanno meglio? La crisi si sta risolvendo? L'occupazione aumenta? La povertà diminuisce? E la famosa “Europa”, quella che la sinistra italica applaudiva freneticamente quando rimproverava il cavaliere, ci è forse diventata amica ora che il nemico pubblico numero uno è emarginato? Strano, ora che il berlusca non c'è più sono in molti ad accorgersi che i famosi “vincoli europei” ben lungi dallo stimolare lo sviluppo, lo stanno strozzando.
E, scomparso il grande corruttore, sono migliorate le cose almeno nel settore della corruzione? Non sembra. Anzi, ora che il cavaliere non è più al centro della scena, molti magistrati hanno iniziato ad indagare su altre cosette, ed è venuto fuori che uomini e forze politiche che per anni si sono sciacquati la bocca con parole come “onestà”, “legalità”, “solidarietà”, proprio integerrimi non sembrano essere. Di fronte a quanto sta venendo fuori nell'inchiesta di Roma certi “crimini” che si attribuivano al cavaliere appaiono autentiche bazzeccole.
Lo ripeto, non mi interessa qui valutare la persona e la politica di Silvio Berlusconi. Sono però convinto che quando tutta la sua vicenda potrà essere valutata col necessario distacco l'antiberlusconismo fazioso e fanatico che ha caratterizzato per venti anni l'Italia sarà bollato come uno dei fenomeni più deleteri della nostra storia recente.

3 commenti:

  1. No, non accadrà, perché noi non sappiamo leggere la Storia. E poi la storia, quella che viene divulgata e anche quella che viene studiata fino al liceo, non è obiettiva: è scritta da soggetti ideologicamente coinvolti. Se si vuole approfondire, occorre andare a cercare saggi - spesso di storici stranieri - di autori la cui storia professionale non è inquinata da un credo (religione?) uniformato. Mi piace molto la tua analisi.

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  2. In effetti il tuo pessismo è giustificato. Mi capita a volte di sfogliare il libro di storia di mio nipotino... un pianto! Sembra l'opuscolo di propaganda di qualche centro sociale!
    Però la ricerca storica, quella vera, ha poco a che vedere coi libretti faziosi, per fortuna. Se l'occidente non precipiterà, cosa purtroppo possibile, in una nuova barbarie ci sarà sempre, credo, spazio per una ricerca disinteressata, e degna di questo nome.
    Ti ringrazio l'apprezzamento. Fa sempre un gran piacere incontrare spiriti liberi!

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  3. E invece accadrà, accadrà perché questo " piccolo mondo antico", questa " bolla isolata dal mondo" che Yalta ed il Pci hanno realizzato nel nostro paese ,,costruendo una contaminazione economica ramificata sul territorio basata sul sistema corruttivo "voto contro mantenimento", allevando una magistratura che, per sua logica funzionale, non difende mai " il giusto" o " il popolo" ma rappresenta solo il " braccio armato del potere", istruendo generazioni e generazioni con ideologie più che con cultura radicata nel mondo grazie alle immense ricchezze che Stalin elargiva al Pci per " comprarsi" complici intellettuali attratti dal benessere, pur avendo evitato di fare i conti col suo fallimento mondiale già negli anni 90/94, ora sta realizzando d'aver portato l'Italia alla morte civile e sta tentando manovre disperate per riagganciare l'Italia al mondo libero e prospero. Ma non ci riuscirà perché Dracula Pci ha ancora sete del sangue del popolo e per conservare il suo diabolico potere farà precipitare l'Italia. Si ritornerà " ex tunc", al " tanto peggio per l'Italia , tanto meglio per il Pci" di Togliatti e sarà il " big bang" che servirà a far capire al popolo italiano che è lui il sovrano d'Italia, non " un partito politico", che a lui spetta la scelta della forma istituzionale dell'Italia, non a quattro segretari di partito, a lui spetta decidere chi debba governare l'Italia, non ad un fantoccio spaparanzato sul Colle in combutta con quattro segretari di partito che lo hanno " scelto" dietro patti indicibili e scellerati firmati col sangue. La guerra civile che fu criminalmente eternizzata dalla " anormale" traduzione italiana di Yalta, deve trovare finalmente la sua composizione finale, che tutti aspettavamo negli anni novanta ma che il Pci non volle affrontare. I nodi devono venire tutti al pettine, tutti coloro che hanno ghettizzato il popolo italiano dovranno fare i conti e pagarne il fio. I partiti politici stanno già scomparendo, hanno lasciato spazi civili ai leader populisti ( Berlusconi, Craxi, Grillo,Napolitano, Renzi, ecc): il pericolo è proprio annidato lì: o saremo capaci di rovesciare il tavolo di questa finta democrazia o finiremo sudditi di qualche " uomo forte" o, forse più realisticamente, di qualche " potere forte" che peronizzi l'Italia con la scusa di " ripristinare la perduta legalità".

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