“Non si uccide in nome di Dio ma
non ci si prende gioco della fede degli altri” ha detto papa
Francesco. Si, proprio così. Uccidere è sbagliato, ma lo è anche
scherzare sulla religione.
Poniamo che io sia in un super mercato ed abbia una discussione con Tizio per un problema di precedenza ad una coda. Tizio ad un tratto sbotta: “lei è scemo” grida. Io estraggo una pistola e gli pianto una pallottola in un occhio. Un terzo commenta: “non si spara alla gente ma non bisogna neppure dire scemo agli altri”. Sarebbe un commento adeguato? O non si tratterebbe di un assurdo tentativo di mettere sullo stesso piano ciò che NON può, in nessuna maniera, essere equiparato?
Una delle poche cose positive della allucinante vicenda francese è stata che questa volta sono stati in pochi, fra gli occidentali, ad avallare le deliranti argomentazioni degli islamisti secondo cui la colpa di tutto è stata di chi li ha "provocati". Ora il santo padre rompe questo fronte. I vignettisti non dovevano essere assassinati (grazie per la concessione!), ma un po', forse, se la sono cercata...
Una piccola domanda. Perché non ci si deve prendere gioco della fede degli ALTRI? Perché questa limitazione agli altri? Il papa poteva dire che non ci si deve prendere gioco di nessuna fede, ha preferito limitare il discorso a quella degli “altri”, e con questo ha dato, a mio modestissimo parere, una prova di sudditanza psicologica nei confronti di una specifica fede degli altri. Quale? Non lo so... ognuno può cercare di indovinare.
Cosa vuol dire che non ci si deve prendere gioco delle religioni? Posso ammettere che certe volgarità siano da condannare, forse addirittura da proibire, ma questo vuol dire che non si può mai, in nessun caso, ridere della religione? Vogliamo trasformare la irreligiosità in reato penale? Punire col carcere la bestemmia? Nei paesi liberi esistono limiti alla libertà di espressione, l'insulto non è lecito. Ma si tratta di limiti che lasciano, devono lasciare, ampio spazio alla critica ed alla stira, anche alla satira irriverente, fastidiosa, addirittura volgare.
Lo sanno tutti, in Italia circolano decine, forse centinaia di barzellette che hanno per oggetto la religione e, ancora più spesso, i religiosi. Le vogliamo proibire? Vogliamo sbattere in carcere chi racconta una barzelletta sul papa o sulla madonna? Se dovessimo farlo le carceri scoppierebbero.
Ma, ammettiamo pure di fare acnhe questo. Da domani la bestemmia e la satira religiosa sono reato penale. Questo risolverebbe le cose? Placherebbe i nostri amatissimi “fratelli” di un'altra fede? NO, ovviamente. Come si dovrebbe punire, ad esempio, la bestemmia? Con una multa? Con sei mesi di carcere? Questo farebbe infuriare ancora di più i nostri fratelli. Gli islamici (si, ho il sospetto che siano loro, non i buddisti, gli ebrei o i protestanti ad “offendersi” sempre), gli islamici dicevo, amano punire i bestemmiatori con la morte. Vedere che in occidente chi irride la loro fede è punito con sei mesi di carcere aggiungerebbe, per loro, al danno la beffa. Per placarli dovremmo punire i bestemmiatori, o i vignettisti che ridono della altrui fede, almeno con l'ergastolo, meglio ancora sarebbe ripristinare, per loro, la pena capitale. Inseguire i fanatici sul loro terreno ci fa entrare in un tunnel privo di vie d'uscita.
Basta con le ipocrisie! Lo sanno tutti. I nostri fratelli mussulmani non si offendono solo per le vignette e le bestemmie. Li offendono anche le critiche teologiche, le ricerche storiche, le poesie, la musica classica, certe dottrine filosofiche, certi quadri, certi poemi. Li offendono i crocefissi nelle scuole, i presepi, le piscine, le palestre e le scuole miste, e tante altre cose ancora. A suo tempo papa Benedetto, si un papa, non un vignettista, fu oggetto di violentissime manifestazioni di piazza, con morti e feriti e chiese cristiane bruciate, per aver sottoposto a pacatissima critica il concetto di “guerra santa”. Ad intervalli regolari i nostri fratelli chiedono che vengano rimossi quadri ed immagini dalle nostre chiese, son giunti addirittura a reclamare la censura per la “Divina commedia”, Dante, si sa, rideva della altrui fede. Il poeta iraniano Salman Rushdie, autore dei celebri “versetti satanici”, è stato condannato a morte per le sue poesie, anche lui uno che “offendeva la altrui fede”? E nulla offende i nostri fratelli più della apostasia. Un mussulmano che abbandona la sua fede e si converte al cattolicesimo costituisce per loro una offesa anche più grave di una vignetta irriverente. Casa intende fare il santo padre? Proibire le conversioni di mussulmani al cattolicesimo? Ci avvisi, soprattutto avvisi LORO, i possibili convertiti.
Non si può inseguire sul suo terreno chi si offende per tutto. Perché questo è il punto dolente. Per i nostri fratelli è una “offesa” il nostro modo di vivere, di pensare, di essere liberi. La nostra stessa esistenza di occidentali è offensiva, per loro. Pensare di placarli rinunciando oggi a questo, domani a quello è un suicidio. Alla fine avremo rinunciato a tutto, e vivremo in un califfato.
Nel mondo i cristiani sono oggetto di continue persecuzioni. Sgozzamenti, crocifissioni, stupri, ripristino del mercato degli schiavi, gente impalata, o fatta cuocere nei forni. Tutto l'armamentario dell'orrore è stato riesumato, in un ritorno di barbarie che fa paura. Eppure il santo padre non trova di meglio che criticare i vignettisti francesi che, non dimentichiamolo, hanno pagato con la vita le loro vignette. Mi spiace dirlo, ma Papa Francesco, col suo terzomondismo, il suo pauperismo, la sua arrendevolezza nei confronti di chi la cristianità la odia davvero è un potente fattore di crisi della identità occidentale. Sarà un segno dei tempi...
Poniamo che io sia in un super mercato ed abbia una discussione con Tizio per un problema di precedenza ad una coda. Tizio ad un tratto sbotta: “lei è scemo” grida. Io estraggo una pistola e gli pianto una pallottola in un occhio. Un terzo commenta: “non si spara alla gente ma non bisogna neppure dire scemo agli altri”. Sarebbe un commento adeguato? O non si tratterebbe di un assurdo tentativo di mettere sullo stesso piano ciò che NON può, in nessuna maniera, essere equiparato?
Una delle poche cose positive della allucinante vicenda francese è stata che questa volta sono stati in pochi, fra gli occidentali, ad avallare le deliranti argomentazioni degli islamisti secondo cui la colpa di tutto è stata di chi li ha "provocati". Ora il santo padre rompe questo fronte. I vignettisti non dovevano essere assassinati (grazie per la concessione!), ma un po', forse, se la sono cercata...
Una piccola domanda. Perché non ci si deve prendere gioco della fede degli ALTRI? Perché questa limitazione agli altri? Il papa poteva dire che non ci si deve prendere gioco di nessuna fede, ha preferito limitare il discorso a quella degli “altri”, e con questo ha dato, a mio modestissimo parere, una prova di sudditanza psicologica nei confronti di una specifica fede degli altri. Quale? Non lo so... ognuno può cercare di indovinare.
Cosa vuol dire che non ci si deve prendere gioco delle religioni? Posso ammettere che certe volgarità siano da condannare, forse addirittura da proibire, ma questo vuol dire che non si può mai, in nessun caso, ridere della religione? Vogliamo trasformare la irreligiosità in reato penale? Punire col carcere la bestemmia? Nei paesi liberi esistono limiti alla libertà di espressione, l'insulto non è lecito. Ma si tratta di limiti che lasciano, devono lasciare, ampio spazio alla critica ed alla stira, anche alla satira irriverente, fastidiosa, addirittura volgare.
Lo sanno tutti, in Italia circolano decine, forse centinaia di barzellette che hanno per oggetto la religione e, ancora più spesso, i religiosi. Le vogliamo proibire? Vogliamo sbattere in carcere chi racconta una barzelletta sul papa o sulla madonna? Se dovessimo farlo le carceri scoppierebbero.
Ma, ammettiamo pure di fare acnhe questo. Da domani la bestemmia e la satira religiosa sono reato penale. Questo risolverebbe le cose? Placherebbe i nostri amatissimi “fratelli” di un'altra fede? NO, ovviamente. Come si dovrebbe punire, ad esempio, la bestemmia? Con una multa? Con sei mesi di carcere? Questo farebbe infuriare ancora di più i nostri fratelli. Gli islamici (si, ho il sospetto che siano loro, non i buddisti, gli ebrei o i protestanti ad “offendersi” sempre), gli islamici dicevo, amano punire i bestemmiatori con la morte. Vedere che in occidente chi irride la loro fede è punito con sei mesi di carcere aggiungerebbe, per loro, al danno la beffa. Per placarli dovremmo punire i bestemmiatori, o i vignettisti che ridono della altrui fede, almeno con l'ergastolo, meglio ancora sarebbe ripristinare, per loro, la pena capitale. Inseguire i fanatici sul loro terreno ci fa entrare in un tunnel privo di vie d'uscita.
Basta con le ipocrisie! Lo sanno tutti. I nostri fratelli mussulmani non si offendono solo per le vignette e le bestemmie. Li offendono anche le critiche teologiche, le ricerche storiche, le poesie, la musica classica, certe dottrine filosofiche, certi quadri, certi poemi. Li offendono i crocefissi nelle scuole, i presepi, le piscine, le palestre e le scuole miste, e tante altre cose ancora. A suo tempo papa Benedetto, si un papa, non un vignettista, fu oggetto di violentissime manifestazioni di piazza, con morti e feriti e chiese cristiane bruciate, per aver sottoposto a pacatissima critica il concetto di “guerra santa”. Ad intervalli regolari i nostri fratelli chiedono che vengano rimossi quadri ed immagini dalle nostre chiese, son giunti addirittura a reclamare la censura per la “Divina commedia”, Dante, si sa, rideva della altrui fede. Il poeta iraniano Salman Rushdie, autore dei celebri “versetti satanici”, è stato condannato a morte per le sue poesie, anche lui uno che “offendeva la altrui fede”? E nulla offende i nostri fratelli più della apostasia. Un mussulmano che abbandona la sua fede e si converte al cattolicesimo costituisce per loro una offesa anche più grave di una vignetta irriverente. Casa intende fare il santo padre? Proibire le conversioni di mussulmani al cattolicesimo? Ci avvisi, soprattutto avvisi LORO, i possibili convertiti.
Non si può inseguire sul suo terreno chi si offende per tutto. Perché questo è il punto dolente. Per i nostri fratelli è una “offesa” il nostro modo di vivere, di pensare, di essere liberi. La nostra stessa esistenza di occidentali è offensiva, per loro. Pensare di placarli rinunciando oggi a questo, domani a quello è un suicidio. Alla fine avremo rinunciato a tutto, e vivremo in un califfato.
Nel mondo i cristiani sono oggetto di continue persecuzioni. Sgozzamenti, crocifissioni, stupri, ripristino del mercato degli schiavi, gente impalata, o fatta cuocere nei forni. Tutto l'armamentario dell'orrore è stato riesumato, in un ritorno di barbarie che fa paura. Eppure il santo padre non trova di meglio che criticare i vignettisti francesi che, non dimentichiamolo, hanno pagato con la vita le loro vignette. Mi spiace dirlo, ma Papa Francesco, col suo terzomondismo, il suo pauperismo, la sua arrendevolezza nei confronti di chi la cristianità la odia davvero è un potente fattore di crisi della identità occidentale. Sarà un segno dei tempi...
"Mi spiace dirlo, ma Papa Francesco, col suo terzomondismo, il suo pauperismo, la sua arrendevolezza nei confronti di chi la cristianità la odia davvero è un potente fattore di crisi della identità occidentale. Sarà un segno dei tempi..."
RispondiEliminaPersonalmente ritengo che TUTTE le religioni organizzate siano il male, l'Islam forse è peggio delle altre ma non c'è religione che non abbia fatto proselitismo con la forza o sterminio dei suoi nemici. L'umanità vivrebbe meglio senza di loro, visto che purtroppo ci sono lasciatemi almeno il diritto di deriderle un po'.
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