Uno starnuto, un piccolo colpo di tosse e muoiono cinque, sei, diecimila persone, se a starnutire è il pianeta terra. Così vanno le cose. I continenti “galleggiano” su un mare di magma, le placche di cui sono composti si muovono ed ogni tanto si “incastrano” una sotto l'altra. Robetta da poco, movimenti quasi impercettibili, per il pianeta, meno di un niente se il pianeta lo guardiamo dagli spazi cosmici. Ma eventi terrificanti per noi che sul pianeta ci viviamo.
E' così la natura: affascinante, bellissima ma estranea a tutto ciò che per noi ha valore.
Stelle e pianeti nascono e collassano. Fra un po' collasserà il sole, si , proprio lui, quello che i mistici dell'ecologia amano sopra ogni cosa, e raffigurano con un faccino luminoso e sorridente. Fra quattro, cinque miliardi di anni, una inezia, quel bel faccino collasserà ed allora per il nostro pianeta, e per i suoi eventuali abitanti, le cose si metteranno davvero male. Un dramma, una immane tragedia? SI, per noi, per i nostri lontani posteri, NON per “la natura”. Per l'universo, che su un piccolo pianeta ci sia vita o morte, che una stella od un pianeta collassino o no, non fa differenza alcuna. Lo avevano capito alla perfezione Leopardi e Schopenhauer, quali che siano le critiche che è possibile muovere al loro pensiero: cercare una finalità nella natura, raffigurarla come “buona” o “cattiva” è privo di senso. Se esistono una finalità o una bontà nella natura queste restano misteriose per noi umani; solo la fede, la fiducia negli imperscrutabili disegni divini, può garantirle. Per ciò che noi possiamo capire la natura non è né buona né cattiva, semplicemente è indifferente.
Ma tutto questo non piace ai mistici dell'ecologia. Per questi la natura è “buona” ed “armoniosa”. La terra, loro la chiamano Gaia, è un organismo vivente che mira alla conservazione ed alla vita di tutte le sue parti. E quando accade qualcosa che non quadra con questa visione da mito, o da cartone animato, si cerca subito un colpevole, ed il colpevole non può che essere l'uomo.
Le catastrofi naturali non esistono, siamo “noi” a provocarle. I terremoti sono causati, dicono i paranoici del complotto, da bombe atomiche che i “signori della terra” piazzano nei fondi degli oceani per perseguire i loro scopi malvagi. E una vegana estremista, ma coerente, ci assicura che il terremoto in Nepal è una giusta punizione per i nepalesi che, dice lei, sono un po' troppo carnivori, quindi violentano madre natura. Si potrebbe obbiettare che il terremoto ha ucciso anche capre e cavalli, o che non sono solo i nepalesi, né solo gli umani, a mangiare carne, o ancora che nulla è più naturale dei processi metabolici che trasformano carne e tessuti delle prede in carne e tessuti dei predatori, umani o non umani che siano. E si potrebbe anche rispondere ai complottisti paranoici ricordando loro che nel 1755 un terremoto provocò a Lisbona tra i 60.000 e i 90.000 morti, e nel 1755 non esistevano le bombe atomiche; i paranoici però non prestano troppa attenzione a simili inezie di carattere storico. Infine si potrebbe ricordare a tutti i mistici di "Gaia" che l'uomo fa parte della natura, è uno dei risultati, forse transitorio, di un processo di selezione naturale durato milioni di anni. Quindi, se siamo solo esseri naturali, è “naturale”, quindi da accettare, tutto, ma proprio tutto, ciò che facciamo, dalle sinfonie ai genocidi.
Ma sarebbe inutile. Il relativismo postmoderno che affligge l'occidente sta distruggendo tutto ciò che vagamente può essere considerato cultura unitaria. La nostra civiltà appare tragicamente priva di valori condivisi, di visioni del mondo che avvicinino in qualche modo, al di la di tutte le inevitabili, e positive, differenze, gli esseri umani, diano loro la consapevolezza di far parte di una comunità di libere persone.
E questa debolezza culturale, questo intreccio perverso di finta bontà e malvagità autentica, finto spirito critico ed autentica stupidità complottista emerge anche in occasione di catastrofi immani che dovrebbero, una volta tanto, vederci tutti uniti.
Forse non è un caso che l'occidente, con tutta la sua forza economica e militare, appaia, e sia, tragicamente debole di fronte alla sfida del fondamentalismo islamista.
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