venerdì 24 febbraio 2017

CLANDESTINI O RICHIEDENTI ASILO?

Sto viaggiando in treno, comodamente seduto in una vettura di prima classe. Si avvicina il controllore. “Biglietto prego” mi chiede educatamente.
“Non ho biglietto” rispondo.
“Ma, in questo caso lei sta viaggiando clandestinamente, la devo multare”.
“No, perchè io sto viaggiando per sfuggire a guerre e persecuzioni” replico io. “Ho richiesto asilo”.
“Lei avrà anche richiesto asilo” risponde il controllore, “ma non ha il biglietto. Quindi è un clandestino ed io la devo multare”.
“Lei dice che sono clandestino? Questa è una offesa gravissima, un insulto alla mia dignità” rispondo a mia volta. “Io la denuncio”.
La cosa finisce in tribunale ed il giudice da ragione a me e torto al controllore. L'onesto lavoratore mi dovrà pagare 10.000 euro di indennizzo per le offese che ha arrecato alla mia “dignità”.

Basta che qualcuno “richieda asilo” e può fare letteralmente quello che vuole, questo è il succo della storiella. Un “migrante” può entrare clandestinamente nel nostro paese. Può non avere lo straccio di un documento, essere privo di passaporto, carta di identità, patente o qualsiasi altro documento. Può rifiutarsi di declinare le proprie generalità, non dire chi è e da dove viene, non volere che gli vengano prese le impronte digitali, non fa nulla. Egli ha richiesto asilo quindi non è un clandestino ma un “richiedente asilo”.
A voler essere precisi un migrante irregolare ”richiedente asilo” è un clandestino che ha richiesto asilo. Se la sua richiesta sarà accettata cesserà di essere “clandestino” e diventerà “profugo”. Se sarà respinta sarà solo un clandestino da rimpatriare con la massima urgenza.
Ma i fautori del politicamente corretto la pensano diversamente, lo dimostra il caso della lega multata di 10.000 euro per aver definito “clandestini” i clandestini. Per questi signori chiedere asilo mette il richiedente in una sorta di isola dorata in cui non valgono le leggi ed i regolamenti che valgono invece per i comuni mortali. Non solo, questa richiesta da diritto ad essere mantenuti a spese dei cretini che lavorano e pagano le tasse. Meglio di così è davvero impossibile!

La vicenda dei clandestini che è obbligatorio chiamare “richiedenti asilo” mi fa venire in mente gli anni di piombo. Qualcuno lo ricorda? I brigatisti catturati si dichiaravano “prigionieri politici”. Se allora si fosse ragionato come oggi non sarebbe stato possibile definire i brigatisti “terroristi” o peggio. Loro si sono dichiarati “prigionieri politici” quindi definirli “terroristi” è un insulto alla loro dignità, avrebbe potuto dire qualcuno.
Per fortuna allora il politicamente corretto non era diffuso come oggi, se no chi definiva “terrorista” una persona come Curcio sarebbe stata condannata a risarcire il brigatista con un bel po' di soldi per avere offeso la sua dignità.
Gli anni in cui il terrorismo impazzava nel nostro paese sono stati definiti “di piombo”. Come definire quelli che stiamo vivendo? Forse va bene “anni della follia e dell'ipocrisia”, meglio ancora, “anni dell'agonia dell'occidente”.

2 commenti:

  1. Guarare per credere.
    http://www.lultimaribattuta.it/51679_immigrati-clandestini-la-doppia-morale-del-pd

    Come mi disse anni fa un vecchio avvocato, principe del foro locale, in tribunale possiamo cercarci di tutto , ma non aspettiamo di trovarci la giustizia...

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  2. Aggiungo una precisazione, un richiedente asilo non è un cladestino , perchè è qui a titolo di richiedente asilo, e quindi può stare dov'è fino a che la domanda di asilo non viene respinta. Purtroppo però guardando le statistiche del Viminale emerge chiaramente come di circa 1/3 degli sbarcati si perda le tracce dopo poco , e questi che spariscono prima di essere identificati ( per ovvia malafede) sono invece clandestini belli e buoni.

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