“Se i politici sono eletti dagli
elettori e se il 90% degli elettori è stupido come diceva Umberto
Eco, anche il 90% dei politici sarà stupido”. Lo ha affermato
Piergiorgio Odifreddi, noto logico, matematico e divulgatore scientifico,
nel corso di una conversazione sulla politica e la mentalità
antiscientifica purtroppo diffusa in Italia.
Non mi interessa entrare nel merito delle affermazioni di Odifreddi sulla scienza. Mi limito a ricordare che la mentalità antiscientifica ha origini lontane. La riduzione della scienza a “strumento del potere borghese” non è di certo una invenzione dei “populisti”. Ed è stato Herbert Marcuse, eroe della sinistra sessantottina, non Luigi Di Maio, ad affermare che “un singolo lancio di palla da parte di un giocatore rappresenta un trionfo della libertà umana sull’oggettività infinitamente maggiore della conquista più strepitosa del lavoro tecnico”.
Ma tralasciamo. Piergiorgio Odifreddi è fra le altre cose un logico, mi interessa quindi esaminare il sillogismo con cui vorrebbe dimostrare che il 90% dei politici è stupido. Attenzione, non cerco né intendo dimostrare che il 90% dei politici NON sia stupido. Forse lo è il 100%. Mi interessa solo esaminare il procedimento logico con cui Odifreddi giunge a questa conclusione. Ad essere in discussione non è la verità della affermazione ma la coerenza del procedimento.
In logica una inferenza deduttiva è corretta quando le conclusioni sono contenute implicitamenge nelle premesse. Esaminiamo il sillogismo perfetto di Aristotele:
Premessa maggiore: Tutti gli uomini sono mortali.
Premessa minore: Socrate è un uomo.
Conclusione: Socrate è mortale.
Nella maggiore e nella minore è già contenuta implicitamente la conclusione. Questo non vuol dire che il sillogismo sia inutile. Il sillogismo esplicita, rende palese, ciò che nelle premesse era solo implicito e non appariva chiaramente. Tecnicamente perché un sillogismo sia perfetto occorre che il soggetto della maggiore (gli uomini) sia predicato della minore (è un uomo). Se la condizione è rispettata la conclusione discende necessariamente dalle premesse, non ne discende in caso contrario. Per fare un altro esempio: Tutti i cani (soggetto) sono quadrupedi – Bolt è un cane (predicato), quindi Bolt è quadrupede. Il sillogismo è corretto. Ma se avessi detto: tutti i cani sono quadrupedi – Bolt è un quadrupede quindi Bolt è un cane avrei fatto un errore di logica. Il predicato della minore in questo caso è diverso dal soggetto della maggiore ed il sillogismo è errato. Intuitivamente: dal fatto che tutti i cani siano quadrupedi e che Bolt sia un quadrupede non deriva che Bolt sia un cane: potrebbe essere un gatto, un cavallo o un maiale.
Non mi interessa entrare nel merito delle affermazioni di Odifreddi sulla scienza. Mi limito a ricordare che la mentalità antiscientifica ha origini lontane. La riduzione della scienza a “strumento del potere borghese” non è di certo una invenzione dei “populisti”. Ed è stato Herbert Marcuse, eroe della sinistra sessantottina, non Luigi Di Maio, ad affermare che “un singolo lancio di palla da parte di un giocatore rappresenta un trionfo della libertà umana sull’oggettività infinitamente maggiore della conquista più strepitosa del lavoro tecnico”.
Ma tralasciamo. Piergiorgio Odifreddi è fra le altre cose un logico, mi interessa quindi esaminare il sillogismo con cui vorrebbe dimostrare che il 90% dei politici è stupido. Attenzione, non cerco né intendo dimostrare che il 90% dei politici NON sia stupido. Forse lo è il 100%. Mi interessa solo esaminare il procedimento logico con cui Odifreddi giunge a questa conclusione. Ad essere in discussione non è la verità della affermazione ma la coerenza del procedimento.
In logica una inferenza deduttiva è corretta quando le conclusioni sono contenute implicitamenge nelle premesse. Esaminiamo il sillogismo perfetto di Aristotele:
Premessa maggiore: Tutti gli uomini sono mortali.
Premessa minore: Socrate è un uomo.
Conclusione: Socrate è mortale.
Nella maggiore e nella minore è già contenuta implicitamente la conclusione. Questo non vuol dire che il sillogismo sia inutile. Il sillogismo esplicita, rende palese, ciò che nelle premesse era solo implicito e non appariva chiaramente. Tecnicamente perché un sillogismo sia perfetto occorre che il soggetto della maggiore (gli uomini) sia predicato della minore (è un uomo). Se la condizione è rispettata la conclusione discende necessariamente dalle premesse, non ne discende in caso contrario. Per fare un altro esempio: Tutti i cani (soggetto) sono quadrupedi – Bolt è un cane (predicato), quindi Bolt è quadrupede. Il sillogismo è corretto. Ma se avessi detto: tutti i cani sono quadrupedi – Bolt è un quadrupede quindi Bolt è un cane avrei fatto un errore di logica. Il predicato della minore in questo caso è diverso dal soggetto della maggiore ed il sillogismo è errato. Intuitivamente: dal fatto che tutti i cani siano quadrupedi e che Bolt sia un quadrupede non deriva che Bolt sia un cane: potrebbe essere un gatto, un cavallo o un maiale.
Esaminiamo ora il sillogismo del
professor Odifreddi:
Premessa maggiore: Gli elettori sono stupidi al 90%
Premessa minore: Gli elettori eleggono i politici.
Conclusione: Il 90% dei politici è stupido.
Qui le regole della inferenza deduttiva sono allegramente ignorate. In primis la conclusione non è affatto implicitamente contenuta nelle premesse. Dal fatto che gli elettori siano stupidi e che eleggano i politici non deriva che eleggano dei politici stupidi. Molto spesso elettori stupidi eleggono dei politici intelligenti, capaci di sfruttare intelligentemente la stupidità del corpo elettorale. Inoltre il soggetto della maggiore non è predicato della minore, al contrario, entrambe le premesse hanno lo stesso soggetto, un po' come nel seguente sillogismo:
Premessa maggiore: Tutti i pescatori sono alti un metro e novanta.
Premessa minore: I pescatori pescano orate e dentici.
Conclusione: Orate e dentici misurano un metro e novanta.
Oppure: I diamanti sono cristalli, i cristalli sono comuni, quindi i diamanti sono comuni. Qui il soggetto della maggiore non è predicato della minore, ma, al contrario, il predicato della maggiore diventa soggetto della minore, con conseguenze intuitivamente assurde, come nel presunto sillogismo del professor Odifreddi.
Il professor Odifreddi
passa per essere un grande esperto di logica. Di fronte alla
bestialità che ha detto i casi sono due: o la sua fama è del tutto
immeritata, oppure è si esperto di logica, ma la sua arroganza e
faziosità lo portano del tutto fuori strada.Premessa maggiore: Gli elettori sono stupidi al 90%
Premessa minore: Gli elettori eleggono i politici.
Conclusione: Il 90% dei politici è stupido.
Qui le regole della inferenza deduttiva sono allegramente ignorate. In primis la conclusione non è affatto implicitamente contenuta nelle premesse. Dal fatto che gli elettori siano stupidi e che eleggano i politici non deriva che eleggano dei politici stupidi. Molto spesso elettori stupidi eleggono dei politici intelligenti, capaci di sfruttare intelligentemente la stupidità del corpo elettorale. Inoltre il soggetto della maggiore non è predicato della minore, al contrario, entrambe le premesse hanno lo stesso soggetto, un po' come nel seguente sillogismo:
Premessa maggiore: Tutti i pescatori sono alti un metro e novanta.
Premessa minore: I pescatori pescano orate e dentici.
Conclusione: Orate e dentici misurano un metro e novanta.
Oppure: I diamanti sono cristalli, i cristalli sono comuni, quindi i diamanti sono comuni. Qui il soggetto della maggiore non è predicato della minore, ma, al contrario, il predicato della maggiore diventa soggetto della minore, con conseguenze intuitivamente assurde, come nel presunto sillogismo del professor Odifreddi.