Imporre di fatto il coprifuoco a 60 milioni di italiani è una misura di
guerra. E va bene, siamo in guerra, quali che possano essere dubbi e
perplessità dobbiamo accettarlo.
Però... però quando nel 1941 gli
Stati Uniti, una democrazia liberale quindi, ad economia di mercato,
quando, dicevo, gli Stati Uniti entrarono in guerra dalle catene di
montaggio delle fabbriche americane cominciarono ad uscire carri armati,
cannoni, caccia bombardieri, in quantità sempre crescenti.
Siamo in guerra contro il virus, ci rammenta Giuseppe Conte, e ci parla, scimmiottando Churchill, della nostra “ora più buia”.
Ma dalle fabbriche italiane non escono mascherine, tamponi, guanti di
lattice, ventilatori, gel disinfettante. Tutte queste cose mancano o
sono gravemente insufficienti. Produrre mascherine in fondo è più facile
che produrre carri armati o caccia bombardieri, ma in Italia in questo
momento tragico le mascherine sono quasi introvabili. Quanto ai
ventilatori il governo ha provveduto il 9 MARZO (in piena crisi, NON
PRIMA) ad indire una gara semplificata di APPALTO (si, appalti in tempo
di guerra!!!) per averne una certa quantità.
Ed ancora, riusciamo
ad immaginare la Gran Bretagna che nel 1940, in piena battaglia
d'Inghilterra, fa sbarcare sulle proprie coste centinaia di persone
provenienti dall'Europa occupata dai nazisti?
In Italia è avvenuto
questo. In piena emergenza sanitaia ci sono stati due sbarchi di navi
ONG e risorse preziose sono state utilizzate per mettere in quarantena i
migranti. Gli sbarchi si sono drasticamente ridotti perché sono i
migranti a non gradire più l'Italia. Fuggono da nuove Shoah, ironizzo
ovviamente, ma temono il coronavirus...
Ed ancora, riusciamo ad
immaginare un paese in guerra che chiede a qualche autorità
sovranazionale il permesso per indebitarsi? Che non decide in TOTALE
autonomia quanto e come spendere per combattere la sua guerra?
Ho la sensazione che qualcuno, in questa guerra, sia meritevole di corte marziale.
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