Nella notte fra il 21 ed il 22 giugno 1941 scattava l'operazione
Barbarossa. Oltre tre milioni di soldati tedeschi perfettamente
equipaggiati invadevano l'URSS.
Da tempo la Germania nazista
accumulava truppe ai confini della Russia sovietica. Stalin era stato
avvertito innumerevoli volte del pericolo imminente. I servizi segreti
lo avevano addirittura informato della data presunta dell'attacco.
Niente da fare. Il dittatore georgiano non credeva che l'attacco
si sarebbe stato. Pensava che tutte le evidenti avvisaglie dello stesso
altro non fossero che mosse della Gran Bretagna per spingerlo ad
entrare in guerra. Come tutti i complottisti paranoici Stalin rifiutava
di vedere la realtà. Continuò a pensare ad un complotto britannico anche
quando le armate hitleriane erano già entrate in territorio sovietico.
Il suo primo ordine fu di non rispondere a quelle che continuava a
ritenere “provocazioni”. Poi la realtà si dimostrò più forte di ogni
paranoia.
Sappiamo come le cose andarono poi a finire. Alla fine
l'URSS vinse la guerra, anche perché la politica folle e criminale di
Hitler aveva fatto si che si creasse contro la Germania una coalizione
praticamente imbattibile. Ma il prezzo che i popoli sovietici dovettero
pagare alla vittoria fu mostruoso. L'URSS ebbe nel secondo conflitto
mondiale dai 20 ai 25 milioni di morti, quasi la metà dei caduti totali
(Cina esclusa).
Almeno in parte il prezzo spropositato pagato
dalle popolazioni sovietiche è da ascriversi agli errori clamorosi
commessi da Stalin nella prima parte del conflitto. Eppure alla fine
Stalin divenne nell'immaginario collettivo il grande artefice della
vittoria. L'uomo a cui tutti i popoli del mondo dovevano eterna
riconoscenza.
Non voglio fare paragoni insensati. Il dramma che
stiamo vivendo in questi giorni non è neppure lontanissimamente
paragonabile alla mostruosa tragedia della seconda guerra mondiale. Però
certi atteggiamenti di Winston Conte ricordano, fatte le debite,
colossali, proporzioni, quelli dell'oscuro tiranno georgiano.
Prima
colossale sottovalutazione dell'epidemia alle porte, idiozie
ideologiche, ridicole rassicurazioni, rifiuto di vedere la realtà, con
ridicoli tentativi di addossare ad altri i propri errori. Poi, in
ritardo e a spizzichi, misure sempre più drastiche ed atteggiamenti da
uomo del destino. Chissà, domani, quando tutto sarà finito (perché DEVE
finire: nessuna epidemia è eterna) dovremo sorbirci i tentativi di
Winston Conte per apparire come l'artefice della “vittoria”.
Purtroppo per Winston Conte l'Italia non è l'URSS staliniana, anche se
qualcuno così la vorrebbe. Un po' di libertà esiste ancora nel nostro
paese e gli italiani hanno ancora, si spera, una memoria decente. Ne
usciremo comunque con le ossa a pezzi e sapremo ricordare di chi sono le
responsabilità.
In compenso qui da noi ci si sta bevendo la favola della Cina buona che ci viene a salvare, dopo che ha creato il disastro e ha fatto di tutto perché diventasse planetario - esattamente come già aveva fatto con la SARS.
RispondiEliminaOT: lo devo mettere qui perché non sono su FB e quindi non posso commentare di là. Uno ti ha messo nei commenti un video in cui Burioni direbbe delle bestialità, che il virus non sta circolando, che il rischio è zero eccetera. Ma non si è accorto che sono pezzi di frasi ritagliati e cuciti - e anche molto malamente - per fargli dire l'esatto contrario di quello che sta dicendo fin dal primo giorno?! Non riesco a capacitarmene. E non riesco a capacitarmi neanche di un lavoro così sporco in un momento così drammatico.
RispondiEliminaTi ringrazio, vedrò di trovare il video e commentarlo. In momenticome questo emerge il meglio, ma anche il peggio degli esseri umani.
RispondiEliminaE' il commento di Giampiero Giancipoli nel post su Sgarbi.
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