giovedì 5 novembre 2020

VOTO PER POSTA: UNA TRUFFA IN QUANTO TALE

Qualcuno paragona il voto postale al voto, ad esempio, degli italiani all'estero, o a quello dei militari impegnati in missione e lontani dal loro paese. NON è così. In questi casi il voto è in presenza. Si vota nelle cabine elettorali, o si passa per consolati ed ambasciate. Chi vota è identificato, poi la sua scheda, inseme alle altre viene inviata ai seggi di competenza.
Col voto postale la dinamica è diversa. Arriva a casa di Tizio la scheda elettorale. Lui la prende, vota, dopo di che rispedisce la scheda, o addirittura passa a casa sua una sorta di “scrutatore itinerante” a cui a scheda viene riconsegnata.
Qui il votante NON viene identificato. La scheda consegnata a Tizio può essere votata da da lui ma anche da suo figlio, o sua moglie, o un suo conoscente.
Nelle votazioni normali la scheda è anonima e il votante è identificato, nel voto per posta avviene il contrario: il votante NON viene identificato, in compenso la scheda NON è anonima perché accompagnata da firma o fotocopia di un documento.
Il voto per posta favorisce i brogli elettorali, non a caso arrivano in queste ore dagli Stati Uniti innumerevoli notizie di brogli, ma non solo di questo si tratta. Il voto per posta è IN QUANTO TALE una truffa, un palese capovolgimento dei principi su cui dovrebbe basarsi ogni libera elezione: identificazione del votante e segretezza del suo voto.
Certo, in tutto questo Biden non c'entra: si tratta del sistema di voto americano, delle regole. Mi spiace dirlo ma si tratta di regole pessime, indegne di una grande democrazia. Del resto, si è mai vista una consultazione elettorale in cui si continuano a conteggiare i voti oltre tre giorni dopo la chiusura dei seggi? Non si tratta di contestazioni o cause legali, NO, si tratta di conteggio dei voti che dura ormai da tre giorni e continuerà a durare. All'alba del 4 novembre Trump era vincitore, poi sono arrivate vagonate di voti favorevoli a Biden e il conteggio è continuato, e continua. Una cosa mai vista. Cosa diremmo se qualcosa di simile avvenisse in Italia?
Le regole vanno rispettate si può dire. Certo, vanno rispettate, ma regole pessime restano. Perché solo ora ci si accorge che si tratta di pessime regole? Potrebbe chiedere qualcuno. Semplice, perché solo in queste elezioni simili pessime regole hanno condizionato, meglio, stravolto, la regolarità del voto. Perché solo in questa occasione i voti per posta sono stati decine di milioni, solo stavolta un partito ha fatto quasi esclusivo affidamento su quelli per prevalere. Solo stavolta sul voto postale si è innestata una incredibile quantità di brogli.
Non so come andrà a finire. Trump fa benissimo a non mollare. Penso si arriverà alla corte suprema. Vedremo. In ogni coso l'America esce a pezzi da queste elezioni. Chi odia Trump sperava che le elezioni del 2020 segnassero la fine del trumpismo. Comunque vadano le cose questa non c'è stata. L'onda blu che doveva travolgere il “tycoon” non è arrivata. C'è stato invece un voto che di regolare ha poco o nulla e che, quale che sia il suo esito finale, indebolisce moltissimo il prestigio e la credibilità del paese guida dell'occidente.
Una autentica catastrofe.

 

2 commenti:

  1. Guarda, in linea di massima a me piace il sistema elettorale americano, ma la cosa dei voti per posta è degna solo dell'ultimo dei paesi del terzo mondo.

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