Quello che è in corso in questi giorni ed in queste ore negli USA è un autentico colpo di stato, la distruzione sistematica delle regole base della democrazia.
Non paghi di aver chiuso le pagine del presidente Trump i padroni del Webb hanno preso d'assalto Parler, un social in cui sono confluiti molti seguaci del presidente. Da oggi non è possibile collegarsi a Parler tramite Google. Non solo, Amazon si rifiuta di vendere i suoi prodotti a Parler.
Si tratta di fatti di una gravità inaudita. Un po' come se un edicolante si rifiutasse di vendere i giornali che non gli piacciono o un panettiere non vendesse il pane a Tizio perché questi ha idee che lui non condivide. Una mostruosità, una aberrazione intollerabile. Qualcuno riesce ad immaginare cosa sarebbe successo se Berlusconi, quando era ancora il “nemico del popolo”, avesse detto: sulle MIE TV parla solo chi voglio io? Ecco, proviamo a pensarci.
Il discorso sulla “privatezza” dei social sorvola tra l'altro su un particolare di fondamentale importanza: i social NON sono considerati case editrici, quindi NON sono responsabili per ciò in essi viene pubblicato. I social sono considerati aziende telefoniche che, ovviamente, non possono essere considerate responsabili delle conversazioni fra gli utenti. Ma, proprio per questo, i social non dovrebbero avere il potere di censurare nessuno. Una casa editrice non è obbligata a pubblicare le opere di Tizio o Caio, una società telefonica non può impedirmi di dire ciò che voglio quando uso il telefono.
I social invece godono della irresponsabilità che spetta alle compagnie telefoniche ed insieme si arrogano il diritto di tappare la bocca a chi vogliono. NON, attenzione, se sospettano che qualcuno prepari azioni criminali, in questo caso la sospensione dovrebbe essere accompagnata da una denuncia alla polizia postale, semplicemente se esprime idee e pareri che ai padroni del Webb non piacciono.
Ci troviamo di fronte alla situazione folle che consente a dei privati stabilire chi può parlare e chi no, fissare i paletti che separano chi è dentro da chi è fuori dalla normale dialettica democratica. Questi paletti li possono fissare solo le COSTITUZIONI, non le regole dei social, non gli Zuckergerg di mezzo mondo.
Oramai non si tratta più di essere favorevoli a Trump o a Biden. Il vero problema non è la presidenza, che pure Trump si è visto RUBARE. Si tratta della sopravvivenza della democrazia. Quello che sta avvenendo egli USA è un attacco alla democrazia, un atto di guerra civile, per ora solo virtuale. Ma a volte il virtuale diventa reale. Con esiti tragici, che ogni persona di buon senso dovrebbe cercare di evitare.
Se la deriva autoritaria in corso non sarà bloccata al più presto potremo dire, con grande rimpianto, che gli USA NON SONO PIU' la grande democrazia liberale che in tanti abbiamo amato.
adesso non ti piace più il libero mercato?
RispondiEliminaSe avessi letto con un minimo di attenzione l'articolo non avresti scritto una simile idiozia.
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