La buffonata
è finita, il senato USA ha “assolto” Trump nel secondo processo
per impeachment intentatogli dai dem.
Un processo incredibile,
di cui i più noti costituzionalisti americani avevano da tempo
sottolineato la incostituzionalità. Non a caso il presidente della
Corte Suprema si era rifiutato di presiederlo, come sarebbe stata
normale prassi.
L’impeachment è una procedura
finalizzata a destituire un presidente in carica, è del tutto privo
di senso usarlo per “destituire” un presidente non più in
carica, un po' come se oggi qualcuno proponesse un impeachment nei
confronti di Obama o Clinton. Oggi Trump è un privato
cittadino, se dovessero emergere indizi di un qualche reato a suo
carico dovrebbe essere la giustizia ordinaria ad perseguirlo, senza impeachment di sorta. Non
pare però che qualcosa di simile sia all’orizzonte.
Ma, a parte le
disquisizioni costituzionali a far paura sono il tipo di accuse
mosse al presidente e le modalità con cui questo processo
incredibile è stato organizzato.
Una procedura di impeachment è
preceduta da lunghe indagini, esami di prove, audizione di
testimoni, cose che durano mesi. Stavolta invece gli accusatori di
Trump si sono mossi alla velocità della luce. In poche ore la
camera ha messo in stato d’accusa il presidente e pochi giorni
dopo i senatori sono stati chiamati a condannarlo. Roba da fare
invidia ai più faziosi fra i giudici politici.
Le cose sono
ancora più inquietanti se si esaminano le accuse mosse al
presidente. Trump sarebbe colpevole di avere organizzato il famoso
assalto al congresso, ma, a parte il fatto che stanno emergendo
particolari sul famoso assalto che fanno pensare ad un astuto
trappolone organizzato dai nemici di Trump, a parte questi
“dettagli”, Trump non ha mai detto una parola che potesse essere
interpretata come incitamento alla violenza. Ha invitato i
manifestanti a dimostrare pacificamente il proprio dissenso, lo
provano le registrazioni del suo famoso discorso.
La tesi dei
dem. in realtà è più sottile ed enormemente più pericolosa. Anche
se Trump non ha incitato alla violenza le sue denunce sulla
irregolarità delle elezioni la avrebbero “oggettivamente”
provocata. Trump avrebbe “acceso gli animi” ed è quindi
“responsabile” di ciò che è successo. Insomma, io affermo in
un comizio che Tizio fa una pessima politica, un tale che mi ascolta
si incazza con Tizio e gli spara. E io sono accusato di omicidio.
Se critichi il potere, se ne denunci la corruzione sei responsabile
di quanto può fare il primo esaltato e, attenzione, non
politicamente responsabile, no, responsabile giuridicamente.
Era a suo tempo una delle tecniche di Giuseppe Stalin: chiunque non
fosse d’accordo anche su qualche dettaglio della politica
staliniana era “oggettivamente” un traditore, una spia
dell’imperialismo, un sabotatore. Andava fucilato, o spedito a
divertirsi ai lavori forzati in Siberia.
Ma c’è di peggio. Dietro alla
aggressione a Trump c’è una mentalità che si sta facendo sempre
più strada in occidente. Mi riferisco alla pretesa di
criminalizzare i sentimenti. Indipendentemente dagli incitamenti
alla rivolta, indipendentemente dalle responsabilità “oggettive”
Trump sarebbe colpevole perché la sua politica provocherebbe
“odio”. Non si puniscono più gli atti e neppure le
parole, si puniscono i sentimenti. Se provi odio per X
sei colpevole, quindi vai processato, se possibile sbattuto in
galera. Domani all’odio potrebbe affiancarsi la antipatia,
dopodomani l’indifferenza. Siamo obbligati ad amarci e se qualcuno
non ama è un criminale: lo si metta in catene.
La cosa è
tanto più rivoltante se si pensa che chi avanza certe accuse è ,
lui si, letteralmente divorato dall’odio. Chi per 4 anni ha
accusato Trump di provocare odio lo avrebbe con tutta probabilità
fatto fuori se solo avesse potuto; quanto alla violenza, fa davvero
ridere vedere i dem. ergersi a fieri oppositori della stessa dopo
che hanno esaltato, comunque difeso o giustificato, le azioni dei BLM e degli “antifa” che per
mesi hanno trasformato importanti città americane in campi di
battaglia con circa 140 morti e miliardi di dollari di
danni. Ma, si sa, odio e violenza sono brutti solo se a provengono
da una certa parte.
Per fortuna ora questa buffonata è
finita. C’è da chiedersi: perché i dem. hanno tentato una carta
tanto disperata? Non bastava loro aver messo le mani sulla
presidenza? Probabilmente no. I dem. sanno benissimo che le elezioni
tutto sono state meno che regolari, sanno che la popolarità di
Trump è ancora altissima, sanno che sono ancora aperte quasi una
ventina di cause collegate ai presunti brogli elettorali ed hanno
paura. Paura di ritrovarsi fra i piedi il mostro, paura che la
verità venga a galla, almeno in parte. Ed hanno tentato il
colpaccio: far fuori il loro nemico mortale. Non bastava che i
social di regime gli avessero tappato la bocca, occorreva metterlo
nella impossibilità di continuare a far politica perché in un
paese ancora, in parte, democratico come gli USA un
personaggio del calibro di Trump trova il modo di farsi sentire. E
questo i talebani del politicamente corretto lo temono.
Lo dico
sinceramente: mi spiace, mi spiace davvero, vedere un partito che ha
dato agli USA alcuni grandi presidenti, campioni della lotta ad ogni
tipo di totalitarismo, ridotto come sono oggi ridotti i democratici
americani. Impegnati a proibire il pronome lui nei dibattiti
in parlamento, o a sostituire “Amen” con “Awomen”.
Al traino di estremisti che non trovano niente di meglio da fare
che distruggere le statue di Lincon o di Churchill, persone e forze
politiche violente che nulla hanno a che vedere con i valori e la
storia degli Stati Uniti d’America.
Sarebbe bello se,
chiusa questa assurda parentesi dell’impeachment, la politica
americana tornasse in un quadro di normalità istituzionale. Ma non
credo che avverrà. La normalità istituzionale sta cominciando a
diventare un miraggio. Non solo negli USA ma in tutto l’occidente,
Italia compresa.
Detesto il fanatismo,la faziosità e le mode pseudo culturali. Amo la ragionevolezza, il buon senso e la vera profondità di pensiero.
sabato 13 febbraio 2021
FINE DI UNA PERICOLOSA BUFFONATA
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