“Il governo dell’Iran è una Repubblica islamica che la nazione
iraniana, sulla base della sua tradizionale fede nel governo del
diritto e della giustizia del Corano ha adottato...”
(…)
“La
repubblica islamica è un sistema che si basa sulla fede in:
1)
Non c’è dio al di fuori di Dio (la ilaha illa Allah), nella sua
sovranità esclusiva, nei suoi comandamenti e nella necessità di
sottomettersi al suo ordine.
2) La rivelazione divina e il suo
ruolo fondamentale nella formazione delle leggi.”
(…)
“L’insieme
di leggi e regolamenti civili, penali, finanziari, economici,
amministrativi, culturali, militari, politici o altro deve essere
basata su precetti islamici. Questo principio si applica in modo
generale a tutti i principi della Costituzione e alle leggi e
regolamenti. La determinazione di questo punto è di competenza dei
dottori del dogma, membri del consiglio di sorveglianza.”
Sono
estratti della Costituzione iraniana, riportati ne “Il libro nero
del califfato” di Carlo Pannella. BUR 2015.
Mentre il
mondo parla d’altro e fa finta di non sapere in Iran si assiste ad
una esplosione di violenza inaudita. La “polizia morale” (si,
proprio così, in quel paese esiste una “polizia morale”)
sorveglia le donne, pronta a riempirle di botte se indossano nella
maniera “sbagliata” il velo, quello stesso velo che certe
femministe occidentali fingono di credere sia una “libera
scelta”.
Enormi manifestazioni scuotono il paese. Il regime
risponde col pugno di ferro. La polizia spara sui manifestanti, i
tribunali hanno emesso già ben 11 sentenze di morte, una è stata
eseguita. Gli imputati sono accusati di “guerra contro Dio”. Non
di omicidio o crimini simili, no, di “guerra contro Dio, il più
orribile dei reati per dei teocrati fondamentalisti.
Eppure il
mondo tace.
Tacciono i “progressisti” di sinistra, e non a
caso. Loro non fanno che ripetere che l’Islam è una “religione
di pace”. Lo ripetono tutti i santi giorni dall’undici settembre
2001. E per rafforzare questa autentica fede si sono inventati il
reato di “islamofobia”.
Tacciono i critici ed i nemici dello
stato di Israele, quelli che in continuazione manifestano a favore di
Gaza. Non è un caso: l’Iran è lo stato che con più radicalità
nega ad Israele il diritto di esistere. I teocrati iraniani neppure
concedono ad Israele il diritto al nome: lo definiscono “entità
sionista”.
Tacciono i putinisti. Di nuovo, non a caso: l’Iran
fondamentalista è forse il miglio alleato del despota del
Cremlino.
Tacciono certi sedicenti “difensori della libertà”
che hanno strillato contro la “dittatura sanitaria” in occasione
del Covid. Ho dato un’occhiata alle pagine di alcuni loro eminenti
esponenti, come Fusaro o Paragone. Non una parola sull’Iran, in
compenso ancora polemiche sui vaccini.
Tacciono certe persone
vicine alla destra che confondono la difesa delle proprie tradizioni
religiose con l’intolleranza fondamentalista.
Tacciono quelli
che strillano contro il mercato, l’onnipresente “liberismo”,
ed i processi di “omologazione” che questo imporrebbe agli esseri
umani.
Insomma, tacciono tutti o quasi. E l’Iran è membro
della commissione ONU per i diritti delle donne.
Da morire dal
ridere, se non ci fosse da piangere.
E chi in Iran lotta per
avere un po’ di quella libertà di cui noi occidentalki non
sappiamo più apprezzare il valore è solo, disperatamente
solo.
L’Iran è la nostra cattiva coscienza.
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