venerdì 14 aprile 2023

L'ODIO DELL'UOMO PER SE STESSO

Prima era il capitalismo ad essere sotto accusa. Marx critica il capitalismo ma lo fa in una prospettiva occidentale, quanto meno nelle sue opere maggiori non mostra particolari simpatie nei confronti delle economie precapitaliste o delle civiltà extraeuropee.
Poi la critica si è estesa alla civiltà occidentale globalmente considerata. L’occidente è aggressivo, mosso da una inesauribile e nefasta “volontà di potenza”. In “dialettica dell’illuminismo” Horkheimer ed Adorno individuano in Ulisse il prototipo della aggressività occidentale. La curiosità di Ulisse è a tutti gli effetti una insana  volontà di potenza. Ulisse vuole conoscere, scoprire ma il conoscere e lo scoprire sono solo la prima tappa di un processo di asservimento della natura. Solo un passo separa il re di Itaca dalle bombe atomiche.
L’odio dell’occidente per se stesso si trasforma infine in odio dell’uomo nei confronti di se stesso. La parabola di Ulisse è a ben vedere le cose, la parabola del genere umano. L’uomo, l’uomo in quanto tale, trasforma a suoi fini la natura, la asservisce e questo è inaccettabile. La natura diventa persona e l’uomo che la usa un suo spietato persecutore. Il cerchio si chiude.

Il misticismo pseudo ecologico che ammorba in questi tempi tristi il dibattito culturale ha trasformato l’uomo nel fattore disturbante. La natura è armonioso, dolce equilibrio, insieme di ecosistemi che garantisce la vita di tutte le specie viventi. In questo dolce equilibrio si inserisce l’uomo con la sua insana volontà di potenza e distrugge tutto. Inutile ricordare a chi elabora certe ridicole teorizzazioni che la natura non è affatto armonica, che nel corso dell’evoluzione naturale moltissime specie animali si sono estinte, che nel precario, mai definitivo, equilibrio degli ecosistemi la soprarvvivenza delle specie si realizza, quando si realizza, sempre a spese dei singoli, né vale ricordare che lo stesso uomo è un “prodotto della natura”; la logica e la razionale capacità di guardare ai dati dell’esperienza non è il forte dei guru del misticismo ecologico.
L’uomo è il “cancro del pianeta”, il grande distruttore, il fattore di squilibrio inserito in un sistema armonico. Sono decenni ormai che i media e schiere di pseudo intellettuali insistono su queste cose. Il risultato è una incredibile diffusione, almeno in occidente dell’odio dell’uomo nei confronti di se stesso.

Ne abbiamo avuto una allucinante conferma in questi giorni con la vicenda dell’orsa. Un giovane amante della natura passeggia nei boschi, non nella savana africana, nei boschi del trentino, a poche centinaia di metri da casa sua. Un’orsa lo aggredisce e lo fa letteralmente a pezzi.
Moltissimi se la prendono col giovane. Ha invaso il territorio dell’orsa dicono i più estremisti, forse i più sinceri. E’ stato imprudente aggiungono altri. Mi spiace per il giovane, ribattono altri ancora, ma… povera orsa. Si, proprio così, “mi spiace” per il giovane che ha fatto una morte orribile, mostruosa, ma… povera orsa! Come se fosse possibile mettere sullo stesso piano un giovane essere umano ed un’orsa.
E non si tratta di episodi isolati. Il giusto, sacrosanto rispetto ed ammirazione per la natura si sono ormai trasformati in deificazione della stessa. Il “pianeta” è diventato una sorta di nuova divinità pagana di fronte alla quale gli esseri umani non possono far altro che inchinarsi e cospargersi il capo di cenere. Dietro a questa autentica nuova barbarie culturale si possono intravedere in luce sinistra alcune delle ideologie che sono state il retroterra culturale del nazismo. Del resto l’odio per l’uomo è tipico di tutte le ideologie totalitarie. All’uomo queste sostituiscono la razza, la nazione o la classe trasformate in misteriose, ideologoche entità metafisiche. Oggi i nuovi barbari mettono al posto dell’uomo “il pianeta”. Ed odiano gli esseri umani. Di nuovo, il cerchio si chiude.

 

1 commento:

  1. "L’odio dell’occidente per se stesso si trasforma infine in odio dell’uomo nei confronti di se stesso."

    Precisazione:
    L’odio dell’occidente per se stesso si trasforma infine in odio dell’uomo occidentale nei confronti di se stesso.

    RispondiElimina