martedì 16 marzo 2010

Concussione ed intercettazioni

Così il codice penale definisce, all’articolo 317, il reato di concussione:

Art. 317 Concussione
Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, abusando della sua qualita' o dei suoi poteri, costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilita', e' punito con la reclusione da quattro a dodici anni (1).

Non ho letto le intercettazioni effettuate a danno del premier dalla procura di Trani, pare che a certo materiale abbia facile accesso solo Marco Travaglio, ma, ammettiamo pure che in esse compaiano frasi tipo: “Santoro dice cose indecenti, bisognerebbe chiudere anno zero”, oppure: “Non è possibile impedire a questi personaggi di diffamare mezzo mondo in TV?”. Ammettiamo pure che frasi simili possano essere “scappate” al premier, ebbene, cosa avrebbero a che vedere con la concussione o con le “minacce”? Definire fazioso Santoro ed auspicare che la smetta di comparire in Tv pagato coi soldi dei contribuenti sarebbe “concussione”? Pretendere che la TV pubblica mandi in onda programmi equilibrati, in cui si dia spazio a tutte le posizioni e tutti possano parlare senza essere interrotti dal conduttore o zittiti, intimiditi dalla claque significherebbe “minacciare” qualcuno? Per il codice penale si ha concussione quando un pubblico ufficiale usa il suo potere per ottenere, per sé stesso o per un terzo, denaro o favori. Se, nelle telefonate incriminate, davvero Silvio Berlusconi mirava ad ottenere dei “favori”, si trattava di “favori” di cui sarebbero stati beneficiari milioni di Italiani! Verrebbe voglia di dire: “siamo tutti concussori”!

A parte queste considerazioni semi serie dalla vicenda grottesca di Trani emerge un fatto allucinante. L’inchiesta riguardava, e riguarda, una truffa sulle carte di credito, qualcosa che con la concussione e Santoro non ha nulla a che vedere. Ad un certo momento, stranamente, i magistrati si sono dimenticati dell’obbiettivo dell’inchiesta e si sono messi ad indagare, indovina su chi? Su Silvio Berlusconi, e lo hanno allegramente intercettato. Insomma, ormai è del tutto chiaro che il presidente del consiglio, una persona posta a capo di un organo costituzionale, è intercettato praticamente a tempo pieno. Se, per caso, in una inchiesta per abigeato qualcuno fa il nome di Berlusconi, subito i solerti magistrati smettono di interessarsi dell’abigeato e cominciano ad intercettare le telefonate del premier. Si tratta di cose che non hanno riscontro alcuno nei paesi civili dell’occidente. In questi paesi si intercetta qualcuno a fronte di ipotesi certe di reati gravi, e solo se la persona da intercettare è indiziata di questi reati. In Italia si fanno invece le intercettazioni “a strascico”: intercettiamo Tizio, Caio e Sempronio per un bel po’ di tempo, (sei mesi, un anno, due anni) e vediamo se per caso loro, o altri che parlano con loro, hanno commesso qualche reato: roba degna della Stasi, indegna di un paese che voglia, anche alla lontana, essere considerato democratico!

Certo, cose simili non indignano coloro che hanno fatto dell’odio per il premier il fine della loro esistenza. Se questi personaggi avessero però la minima capacità di pensare dovrebbero, anche loro, preoccuparsi. Si, preoccuparsi perché non è detto che i magistrati riservino simili “attenzioni” sempre e solo a Silvio Berlusconi! In Italia la magistratura è sottratta ad ogni controllo ad essa esterno, non esiste in Italia responsabilità civile dei magistrati né divisione delle carriere fra giudici e PM. In Italia di fronte ad una richiesta di intercettazioni, che costano tra l’altro somme enormi, pagate dal contribuente, nessuno che non sia un collega del PM che le ha richieste può dire nulla. Insomma, l’italica magistratura dispone di un potere enorme che può usare contro chi vuole. E questo potere praticamente illimitato la magistratura può usarlo contro i politici, soprattutto contro un politico, ma può usarlo anche contro un qualsiasi cittadino. Le inchieste fasulle possono indirizzarsi contro Berlusconi, che può certamente permettersi di spendere una fortuna in avvocati, ma possono colpire anche Pinco Pallo che non ha questa possibilità. E’ incredibile che la sgangherata “sinistra” italiana non capisca tutta la gravità di una simile situazione. E’ talmente accecata dall’odio contro Berlusconi da mettersi al seguito di un forcaiolo come Di Pietro, senza capire che l’irresponsabilità e la politicizzazione della magistratura possono finire per travolgere anche lei. Povera sinistra! E, soprattutto, poveri noi!!

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