La presunzione di innocenza è un principo posto a base degli ordinamenti giuridici di tutti i paesi civili. Stabilisce che ogni essere umano DEVE essere considerato innocente fino a che la accusa non provi, al di la di ogni ragionevole dubbio, la sua colpevolezza e che una corte non lo condanni. Insomma: E' la accusa a dover provare la colpevolezza di un indagato, non questo e dover provare la sua innocenza. SI E' INNOCENTI FINO A PROVA CONTRARIA, SI E' INNOCENTI FINO A CONDANNA DEFINITIVA! E non solo. La accusa deve provare la colpevolezza di un indagato seguendo certe procedure ed in TEMPI DETERMINATI.
Da questo principio base derivano alcune conseguenze di cui molto spesso in Italia ci si dimentica, vediamole.
1)La carcerazione preventiva va limitata al massimo. Solo in alcuni, limitatissimi, casi questa può essere ammessa e comunque non per lunghi periodi di tempo. Certo, questo implica una giustizia che funzioni, processi che non durino decenni. Ma se la giustizia non funziona, se non si riesce a far si che un processo termini in tempi ragionevoli non può essere il cittadino, innocente fino a prova contraria, a pagarne le conseguenze.
2)Essere indagati non implica in alcun modo essere obbligati a dimettersi da certe cariche, cariche politiche incluse. A volte le dimissioni possono essere opportune dal punto di vista politico o possono sembrare moralmente doverose, ma in nessun caso devono diventare conseguenza automatica dell'apertura di una indagine. In questo modo si darebbe tra l'altro un potere abnorme ai PM. Il PM Tizio indaga sul politico Caio. Questi si dimette. Venti anni dopo arriva l'assoluzione, e intanto Caio ha chiuso con la politica...
3) Non esiste differenza alcuna fra una assoluzione piena ed una in forma dubitativa. La assoluzione per insufficienza di prove è un non senso. Se le prove sono insufficienti la colpevolezza non è dimostrata, se la colpevolezza non è dimostrata si è INNOCENTI, visto che l'innocenza è presunta.
4) Lo stesso dicasi per la prescrizione. Nessuno può essere indagato a vita, la accusa deve dimostrare la colpevolezza dell'indagato entro certi limiti di tempo. Se non ci riesce l'indagato è innocente, perchè, di nuovo, l'innocenza è presunta.
5) Si è colpevoli se si violano le leggi in vigore. Se le leggi cambiano non si può più essere perseguiti. Le leggi non devono essere retroattive, è vero, ma questo, in TUTTI i paesi civili, non vale per le leggi che favoriscano l'imputato. Se in un paese la bestemmia è punita con la pena di morte ed è in corso un processo per bestemmia, e, nel frattempo, il parlamento depenalizza la bestemmia, questa depenalizzazione si applica al processo in corso. Facile no?
Si tratta, come si vede, di principi semplici, elementari addirittura, posti in tutti i paesi civili a base dell'ordinamento giuridico. In Italia però sono quotidianemente messi sotto i piedi da molti. La sinstra italica ormai ha nei fatti accettato il principio della presunzione di colpevolezza. Tizio è stato assolto perchè il reato è prescrtto? E' colpevole! Caio è indagato? Si dimetta! Sempronio ha ricevuto un avviso di garanzia? Resti in carcere sette otto mesi in attesa che tutto si chiarisca! Per una certa mentalità forcaiola, sempre più diffusa nell paese, sembra che acciuffare un (presunto) corrotto sia molto più importante che non salvaguardare le basi stesse del sistema democratico liberale.
La cosa più allucinanate però è questa: non si invocano misure restrittive della libertà in nome, ad esempio, della sicurezza minacciata dal terrorismo omicida. In certe situazioni la libertà può davvero venire limitata, ma si tratta di situazioni davvero eccezionali, situazioni in cui davvero il sistema democratico è sotto attacco. In Italia no. In Italia si è molto garantisti con i terroristi, si è pronti ad invocare, per loro, il massimo di tutele e ci si dimentica del garantismo per reati che, per quanto gravi, non costituiscono affatto attacchi frontali contro le basi stesse della nostra civiltà. Viene da chidersi: certi personaggi hanno davvero a cuore queste basi? Questa civiltà?
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