martedì 11 giugno 2013

LA TASSA IDEOLOGICA





Ascoltavo distrattamente un paio di giorni fa alcuni sapientoni che parlavano in TV. Ad un tratto prende la parola un esperto di energia e, cosa incredibile, comincia a fare un discorso sensato. Aguzzo le orecchie. “Fatto pari a 100 il valore di una bolletta energetica” dice, “poco più della metà di quel 100 copre le spese per le materie prime, petrolio soprattutto, visto che in Italia non c'è il nucleare. Del restante 50, 15 coprono i costi della rete distributiva e 15 sono tasse. Il residuo 20 copre delle generiche spese generali. Di cosa si tratta? Per la quasi totalità quel 20 va a coprire contributi statali alla produzione ed al consumo di energie alternative”
Insomma, al 15 di tasse si aggiunge un altro 20 sempre di tasse che finanziano la produzione di poca energia a costo elevatissimo. Una simile follia favorisce solo la lobby delle energie alternative, per il resto, colpisce imprese e famiglie, fa contrarre i consumi e contribuisce al rallentamento generale dell'economia.
Sarebbe davvero ora di porsi la semplicissima domanda: QUANTO INCIDE SULL'ECONOMIA LA TASSA IDEOLOGICA? Quanto costano misure, obblighi e vincoli che non hanno nessuna utilità, anzi, sono spesso molto dannosi proprio per l'ambiente, ma vengono imposti a famiglie ed imprese in nome di una visione ideologica del mondo?
La notizia è stata diffusa da un giornale insospettabile come “La repubblica”. Negli ultimi 30 anni non c'è stato alcun aumento significativo della temperatura globale del pianeta, pare che l'aumento medio sia nell'ordine del MEZZO GRADO. Eppure tutti continuano a parlare di “pianeta rovente” e continuano, soprattutto, a buttar via un sacco di soldi per difenderci da una catastrofe che non c'è.

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