martedì 4 marzo 2014

BREVI CONSIDERAZIONI, FRA STORIA E CRONACA


Nella foto: un villaggio dei Sudeti, al momento della occupazione tedesca.


Nel 1938 Hitler, dopo essersi annesso l'Austria, considerata parte del Reich in quanto paese di lingua tedesca, volge lo sguardo verso la Cecoslovacchia. Nella regione dei Sudeti vive una popolazione a maggioranza di lingua tedesca, sottoposta, a detta del dittatore nazista, a continue persecuzioni e vessazioni. Hitler rivendica la annessione dei Sudeti alla Germania e si fa forte dei manifestazioni filo tedesche che scuotono nel periodo la Cecoslovacchia. La storia è nota. A Monaco Francia ed Inghilterra, terrorizzate della prospettiva di una guerra, cedono alle pretese del dittatore nazista, accettano lo smembramento della Cecoslovacchia. Hitler ringrazia, si annette i Sudeti e subito dopo l'intera Cecoslovacchia, senza che Inghilterra e Francia muovano un dito. Poi guarda più a nord, in direzione della Polonia.

La città libera di Danzica fu istituita nel 1920 in attuazione del trattato di Versailles. Inizialmente si era pensato di assegnare Danzica alla Polonia, per consentire a questa uno sbocco al mare, ma si dovette rinunciare perché la gran maggioranza della città era di lingua tedesca. Danzica divenne così una città stato, sotto tutela della società delle nazioni, ma politicamente ed economicamente legata alla Polonia; era separata dalla Germania da una striscia di terreno polacco, il famoso “corridoio”. Hitler rivendicò la annessione di Danzica e del corridoio al terzo Reich, precisamente facendo leva sul fatto che la città era abitata il larga misura da tedeschi.
Nel settembre del 1939 le truppe hitleriane attaccano la Polonia. L'aggressione è resa possibile dall'accordo che Hitler ha stretto con la Russia di Stalin. Il dittatore nazista è infatti impaurito dalla prospettiva di dover combattere una guerra su due fronti: URSS ad oriente, Francia ed Inghilterra ad occidente. Così firma con Stalin il celebre patto di non aggressione. Il patto contiene delle clausole segrete che prevedono la divisione della Polonia fra URSS e Germania. Poco tempo dopo l'attacco tedesco le truppe sovietiche attaccano infatti la Polonia da oriente. Francia ed Inghilterra, avevano nel frattempo dichiarato guerra alla Germania di Hitler. Era iniziato il più sanguinoso conflitto di tutti i tempi.

Austria, Cecoslovacchia, Polonia. In precedenza c'era stata la occupazione militare della Renania, regione già tedesca trasformata in zona smilitarizzata sotto il controllo di Francia ed Inghilterra. In tutti questi casi il pretesto è sempre lo stesso: si rivendica la annessione al Reich di territori abitati in larga misura da popolazioni di lingua tedesca. Hitler ha in realtà obbiettivi ben più ambiziosi: vuole lo spazio vitale ad oriente. Spazio vitale, una idiozia, nichilista dal punto di vista politico e ridicola da quello economico: non sono i territori conquistati e neppure il controllo militare delle fonti di materie prime a rendere prospera una economia, malgrado oggi siano in tanti, a destra come a sinistra, a pensare il contrario. Ma una idiozia perfettamente in linea con la sua ideologia imperiale e razzista. Il dittatore nazista vagheggia la creazione, ad oriente della Germania di una enorme area di colonie agricole popolate da rudi contadini ariani, con conseguente spostamento delle popolazioni locali ed eliminazione delle “razze inferiori”, Slavi e, soprattutto, ebrei. Nel limiti del possibile metterà in atto queste follie sanguinarie, lo si sa.
Resta però il fatto che
il pretesto per l'attacco gli è sempre fornito dalla presenza di nuclei tedeschi fuori dai confini del Reich.
Non è assolutamente mia intenzione fare paralleli storici; sono fermamente convinto che Putin NON sia Hitler, e neppure sia Stalin. 
Considero inoltre profondamente ipocriti molti dei critici più accesi del leader russo, nipotini di coloro che, ieri e l'altro ieri, applaudivano a Stalin. Però, questo continuo scavare nella storia della Crimea, le sottolineature del carattere russo della sua popolazione, mi lasciano abbastanza perplesso. Se cominciassimo a ridisegnare i confini dei vari stati a partire dalla lingua che parlano le popolazioni locali non la finiremmo più. Giustificare un intervento militare in base a considerazioni sulla lingua delle popolazioni delle zone invase è ridicolo. Cero, uno stato può anche dividersi, nulla obbliga le popolazioni a stare sempre e comunque unite. Però, lo smembramento di uno stato sovrano effettuato sotto la minaccia dei carri armati non è precisamente il massimo, dal punto di vista del diritto internazionale.

Un'ultima considerazione. Molti, a sinistra come a destra, parlano in questi giorni di oscure manovre di Germania e Stati uniti per “annettersi” l'Ucraina, di mire imperialiste al gas. Ora, che l'Europa abbia interesse al gas russo è cosa ovvia, nel mondo contemporaneo tutti hanno bisogno di tutti. Che il modo migliore di ottenere ciò di cui si ha bisogno siano la guerra e le annessioni militari è invece una emerita idiozia. Le economie tecnologicamente avanzate funzionano grazie alla specializzazione, al commercio, alla divisione del lavoro, non grazie alle guerre di conquista. Comunque, se davvero Usa e Germania vogliono usare la crisi Ucraina per umiliare la Russia, beh, hanno un modo molto “personale” di farlo. E' fin troppo chiaro infatti che, a parte qualche balbettio, si stanno dimostrando timorose, incapaci di gestire questa crisi e di indurre la Russia a fare qualche sostanzioso passo indietro.
Sono in tanti oggi a non condividere la politica dell'America di Obama, e sono ancora più numerosi coloro che,
giustamente, non ne possono più dell'Unione europea, della sua smania programmatoria, delle sue politiche di austerità a guida tedesca. Però, chi passa dalla critica alla UE all'appoggio della politica russa in Ucraina rischia davvero di cadere dalla padella alla brace.

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