Socrate. Ciao Laura, amica mia! Ti vedo trafelata e rossa in volto!
Laura Poltrini. Socrate, che piacere vederti! Si, sono emozionata, ho appena partecipato ad una bellissima riunione!
S. Di che si trattava?
P. Una riunione di parlamentari, donne. Donne di tutti, i partiti, pensa. Donne vestite di bianco che lottano per i diritti, la libertà, la dignità di tutte le donne!
S. Si tratta di una bellissima cosa!
P. Certo, bellissima. Queste donne coraggiose vogliono una cosa sacrosanta, la parità di genere, vogliono inserirla nelle legge elettorale.
S. Cioè? Di che si tratta di preciso?
P. Presto detto. Tutti i partiti devono essere costretti a mettere il 50% di donne fra i loro candidati e, soprattutto, fra i loro capolista. Non è giusto che le donne non possano essere elette in parlamento, che non le si candidi!
S. Quindi, se un certo partito candida 10 persone, 5 devono essere donne ed altre 5 uomini?
P. Si, proprio così.
S. Sono perplesso.
P. Perché?
S. Mi sembra che in nome della parità di genere tu e le tue amiche vogliate limitare molte libertà, quella dei partiti per cominciare.
P. Limitare la libertà dei partiti? E perché mai?
S. Li obblighereste a candidare un certo numero di donne, o di uomini, anche se i loro militanti non lo volessero, mi pare. Che se i membri di un partito, uomini e donne, vogliono candidare 7 uomini e 3 donne, o viceversa, e devono invece candidare 5 uomini e 5 donne la loro libertà è limitata, non trovi?
P. Si, così pare. Ma si tratta di un limite che è giusto imporre ai partiti in nome del grande obiettivo della parità di genere.
S. Si.. forse è così.. forse...
P. Non mi sembri convinto; e dire che sei un uomo tanto aperto... un po' mi deludi Socrate!
S. No, nobilissima amica! Mi spiace deluderti, non lo vorrei mai, per nulla al mondo. Ma, sai come sono fatto, ho la mania di approfondire, esaminare tutti i pro ed i contro delle cose... e ci sono altre cose che non mi convincono nella vostra proposta. Mi sembra che violi molte altre libertà, oltre a quella dei partiti di candidare chi vogliono.
P. Altre libertà? E quali?
S. Ad esempio, quella degli elettori, ed anche delle donne che si vorrebbero candidare.
P. Degli elettori? Delle donne che si vorrebbero candidare? E perché mai?
S. Poniamo che un partito debba candidare un certo numero di donne, ma che le sue iscritte e militanti non abbiano alcuna voglia di essere candidate. Cosa si dovrebbe fare?
P. Non saprei, mi sembra un caso molto improbabile.
S. Mica detto... e poi, le leggi devono tener conto anche dei casi poco probabili. Dunque, nel caso che un partito non trovi un numero sufficiente di candidate, gli si dovrebbe vietare di presentarsi alle elezioni? Non trovi che questo sarebbe un attentato alla libertà di tutti gli elettori, uomini e donne?
P. Forse, non ci ho mai pensato, ne discuteremo, troveremo delle soluzioni. Ma tu parlavi anche di attacco alla libertà delle donne che si vorrebbero candidare e questo è davvero inconcepibile. Noi le vogliamo portare in parlamento le donne, altro che attentare alla loro libertà!
S. Non ti scaldare eccellente amica! Io sto solo facendo dei casi teorici...
P. Troppo teorici!
S. Ma sai, la teoria ci aiuta a capire la realtà, e fare un caso teorico oggi può aiutarci ad affrontare un caso reale domani.
P. Teoria o non teoria, vieni al dunque Socrate, perché mai noi attenteremmo alla libertà delle donne?
S. Beh... tu ammetti che sia possibile che alcune donne (o alcuni uomini) non abbiano voglia di farsi candidare?
P. Beh... si, è possibile.
S. Ed ammetti che sarebbe molto poco democratico escludere per questo un partito dalle elezioni?
P. Direi di si.
S. Ed ammetti che sarebbe ancora più brutto candidare la prima, o il primo, che passa, anche se neppure ha mai fatto politica, solo per trovare una candidata, o un candidato, lo ammetti questo?
P. Direi di si.
S. Quindi, per rispettare la parità di genere, e non candidare il primo o la prima che passa, e non escludere un partito dalle elezioni, si dovrebbero obbligare le donne,o gli uomini, designati ad accettare la candidatura, ne convieni?
P. Ma, non so! Che razza di discorsi, teoria! Sofismi!
S. Forse, ma, ne convieni?
P. Uffa! Si, forse posso convenire! Ma sarebbe una cosa buona in fondo, o magari, una cosa buona no, sarebbe una cosa cattiva, ma giustificata dal grande fine della parità di genere. A volte occorre un po' di male per ottenere un grande bene!
S. Forse hai ragione amica mia. Su, non ti arrabbiare, non guardarmi storto. Io mi limito a discutere per cercare di avvicinarmi, insieme al te, alla verità.
P. E va bene Socrate, non ti tengo il broncio! Mi fa piacere che alla fine ci si trovi d'accordo. Forse la proposta del 50% viola qualche libertà ma è talmente importante che... ben vengano queste piccole violazioni delle libertà.
S. Forse non sono tanto piccole...
P. Ma si! In fondo le donne saranno ben contente di accettare le candidature, e non si dovrà mai cancellare un partito dalla competizione elettorale, dai... non fare il brontolone!
S. Anche ammettendo che sia così, ci sarebbe da fare un'altra considerazione.
P. Quale?
S. Pensavo, come garantire la parità di genere se gli elettori votano solo il 50% dei candidati maschi, o femmine? Candidare le donne non basta se poi gli elettori non le votano.
P. Questa volta concordo con te o Socrate... è un bel problema, specie con un popolo come il nostro, disinformato, ingannato dai media, vittima del più becero consumismo che mercifica il corpo delle donne e del sessismo dilagante.
S. Quindi, visto che la parità di genere è un così grande e nobile obiettivo, per realizzarla davvero dovremmo limitare la libertà degli elettori. E non solo in via ipotetica, non solo se nell'ipotesi non si trovassero donne da candidare, no, dovremmo sicuramente limitarla.
P. E come?
S. Beh... io penso che dovremmo imporre il doppio voto di preferenza: una ad un candidato uomo ed una ad un candidato donna.
P. Socrate, ti abbraccerei! Hai davvero centrato il problema! La tua è una ottima proposta, la presenterò oggi stesso alle mie valorose colleghe.
S. Però, è una proposta che limita, e tanto, la libertà degli elettori, e la limita sul serio, nelle situazioni reali, non in quelle ipotetiche. Dimmi, amica carissima, tu voteresti per una donna che dicesse le cose che diceva Oriana Fallaci?
P. Mai!!! Oriana Fallaci! Quella razzista, nemica dei nostri fratelli mussulmani... non era una vera donna!
S. Mah... io so che era una donna...
P. Essere una vera donna vuol dire essere buona, tenera, tollerante e comprensiva, amica dei diversi... il contrario di ciò che era l'orribile Oriana Fallaci.
S. Quindi una donna intollerante è un uomo?
P. Si
S. Allora un uomo tollerante è una donna?
P. Si
S. Ma, allora, perché chiedere la parità di genere? Basterebbe votare per i tolleranti... voteremmo sempre per delle donne...
P. Uffa!!! Basta!!! Lasciamo perdere! Comunque, io non voterei mai per una come la Fallaci, mai!!
S. E se fosse l'unica donna disponibile, voteresti lei o un uomo come Vendola?
P. Vendola
S. Ma allora tradiresti la parità di genere.
P. Mi fai arrabbiare Socrate!!
S. Non arrabbiarti amica carissima. Vedi... siamo sempre al punto di partenza: la vostra proposta limita la libertà. La libertà degli elettori in questo caso. Forse io ho un po' esagerato col caso di Vendola e della Fallaci ma, in fondo, il problema è sempre quello. Se si impone la doppia preferenza si obbligano gli elettori, uomini e donne che siano, a dare il loro voto a persone che non gradiscono.
P. Forse è così, ma, lo abbiamo già detto, la parità di genere è tanto importante che, ben venga questa limitazione!
S. Non piccola...
P. Piccola, non piccola... non conta! Conta l'obiettivo. E che sia un grande, nobilissimo, obiettivo non lo puoi negare, o Socrate.
S. Ma... non saprei.
P. Non puoi avere dubbi su questo!
S. Non saprei. Dimmi carissima, ti capita di prendere l'aereo, vero?
P. Certo, assai spesso.
S. E dimmi, cosa chiedi a chi deve guidare l'aereo su cui tu viaggi?
P. Che sia un buon pilota, preparato ed esperto.
S. E se si costruisce un ponte, chi pensi debba fare il progetto e dirigere i lavori?
P. Un buon ingegnere, preparato ed esperto.
S. E dimmi, eccellente amica, se un giorno, Dio mai non voglia, tu dovessi essere costretta a subire un delicato intervento chirurgico, chi vorresti che ti operasse?
P. Un chirurgo esperto e di grandissima professionalità.
S. Quindi, possiamo dire che è bene avere ingegneri, e piloti, e chirurghi esperti e preparati?
P. E' ovvio...
S. E che la preparazione, la professionalità e l'esperienza sono le doti che noi chiediamo loro?
P. E come no?
S. E possiamo aggiungere che il fatto che piloti, ingegneri e chirurghi siano di sesso maschile o femminile è del tutto secondario rispetto alla loro preparazione, alla loro professionalità ed alla loro esperienza?
P. Così pare...
S. E dimmi ora amica mia: ti sembra che dar buone leggi ad un paese sia cosa di poca importanza o di importanza ne abbia invece tantissima?
P. Ha di certo grande importanza.
S. E chi fa le leggi non dovrebbe avere anche lui grande esperienza e grande professionalità?
P. Direi di si.
S. Non è quindi meglio scegliere chi fa le leggi in base alla sua professionalità ed alla sua esperienza, e non in base al suo sesso?
P. Ma ci sono molte donne molto, molto professionali!
S. E chi lo nega? Ma, appunto, vanno scelte perché brave, esperte e professionali, non perché donne. Sinceramente, preferiresti essere operata da un pessimo chirurgo donna o da un ottimo chirurgo uomo?
P. Beh... forse... direi da un ottimo chirurgo di sesso maschile.
S. E io preferirei senza esitare volare su un aereo guidato da un ottimo pilota di sesso femminile che non da un pessimo pilota maschio... siamo d'accordo come vedi.
P. Forse... ma qui si tratta di una discriminazione secolare, che va distrutta.
S. Certo, occorre eliminare le ingiuste discriminazioni. Ma, cosa è per te discriminare ingiustamente?
P. Escludere qualcuno da un lavoro per il colore della pelle, o il sesso, o altro.
S. Cioè, fammi capire, discriminare è dire: tu non puoi fare questo lavoro perché sei nero, anche se sei bravo a farlo?
P. Si
S. Oppure: tu non puoi fare quest'altro lavoro perché sei donna, anche se sei bravissima a farlo, questo è discriminare?
P. Si, lo è.
S. Ma, dimmi, non ti sembra che valga anche il contrario?
P. Cioè?
S. Cioè, dire: tu puoi fare questo lavoro, anche se non sei bravo a farlo, solo perché sei bianco, o maschio, questo è discriminare ingiustamente?
P. Direi di si.
S. Anche io. Perché far fare un certo lavoro a chi non lo sa fare solo perché è bianco o maschio discrimina chi invece ha la professionalità per farlo, qual lavoro.
P. Concordo.
S. Ma allora, garantire un certo numero di posti in base al sesso, o alla razza o a qualsiasi altra cosa e non in base alle capacità ed alla professionalità, non significa discriminare?
P. Non saprei... forse si.
S. Dire: tu devi entrare in parlamento anche se nessuno vorrebbe candidarti e meno che mai votarti, solo perché sei donna, o uomo, non vuol dire discriminare quegli uomini e quelle donne che invece sarebbero candidati e votati?
P. Sembrerebbe.
S. E non ti pare che a questo porti la vostra proposta?
P. Devo scappare o Socrate, le mie amiche mi aspettano!
S. Vengo con te, potrei continuare con loro questa interessenatissima conversazione.
P. No no, non credo sarebbe un bene! Arrivederci Socrate.
S. Arrivederci ottima amica!
Il nobile Socrate ha certamente ragione. Ma in Italia non è il tempo della ragione.
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