venerdì 18 aprile 2014

SOCRATE E IL VOTO DI SCAMBIO



Cavalletta. Salve o Socrate!
Socrate. Cavalletta, che piacere incontrarti! Dove vai di bello?
C. Vado ad una riunione dei parlamentari a sette stelle. Dobbiamo studiare misure atte contrastare con la massima determinazione un fenomeno infame, vergognoso.
S. E cioè? A cosa ti riferisci?
C. Al voto di scambio, una vergogna nazionale. Una iattura da perseguire penalmente, da punire con pene durissime, ed invece i partiti al potere, dominati da corrotti, mafiosi e piduisti, vorrebbero pene lievi, da nulla. Sono furente.
S. Calmati amico mio e dimmi: cosa intendi di preciso quando parli di voto di scambio? di che si tratta?
C. E' presto detto o Socrate. Il voto di scambio è lo scambio, appunto, del voto con dei vantaggi materiali. Si ha voto di scambio quando l'elettore non vota un certo partito perché ne condivide gli ideali ed i programmi, ma solo per ottenere un tornaconto, del denaro o dei favori. Si tratta, come di certo tu vedi benissimo, di qualcosa di profondamente immorale. Invece di essere un servizio la politica si trasforma in un basso mercanteggiare: io do una cosa a te, tu dai una cosa a me; si va a votare come se si andasse al supermercato, con i voti che vengono scambiati come se fossero sacchi di patate.
S. Dunque tu affermi, se ho ben capito, che si ha voto di scambio quando il voto viene scambiato con favori materiali.
C. Si, così stanno le cose. I valori, gli ideali, i programmi vengono eliminati e la nobile attività politica si trasforma in un sordido mercato. Di certo tu non puoi approvare un tale stato di cose, o Socrate.
S. Carissimo Cavalletta, io, prima di approvare o non approvare qualcosa, cerco di esaminarla da tutti i punti di vista, per evitare di dare giudizi affrettati che possono poi rivelarsi, ad un più attento esame, sbagliati. Ora, in ciò che tu dici mi sembra ci sia molto di bello e nobile, però te lo confesso, non sono del tutto convinto. Mi permetti quindi di rivolgerti qualche domanda? Così, per andare un po' a fondo della questione. Son certo che le tue risposte potranno fugare i miei dubbi.
C. Certo o Socrate! Chiedi pure, sarò molto lieto di aiutarti ad eliminare ogni dubbio.
S. Ti ringrazio ottimo amico, e ti pongo subito una domanda. Tu dici che bisognerebbe votare i partiti per i loro ideali ed i loro programmi, e non per ottenere dei vantaggi materiali, è vero?
C. Certo, questo io affermo.
S. E dimmi ora, cosa riguardano gli ideali ed i programmi dei partiti?
C. Spiegati meglio
S. Quali finalità hanno i programmi dei partiti? Ed i loro ideali cosa prefigurano? Per farla breve, a cosa mira,o dovrebbe mirare, l'attività di un partito politico?
C. E' presto detto: ad assicurare il benessere e la felicità del popolo.
S. Ma, si tratta di un benessere e di una felicità che riguardano questa terra o la vita futura, quella che, dicono alcuni, ci aspetta dopo la morte fisica e che solo le nostre anime potranno, forse, ottenere?
C. Si tratta di certo di una felicità e di un benessere che riguardano la nostra vita terrena.
S. Anche io la penso così. E, dimmi ora, per assicurare al popolo un benessere terreno (della felicità non parlo perché dubito che la felicità possa essere qualcosa di cui la politica debba interessarsi), per assicurare, dicevo, al popolo un benessere terreno i partiti dovranno o non dovranno inserire nei loro programmi molte cose che riguardano gli interessi materiali degli esseri umani?
C. Ma, così, alla sprovvista, non saprei dire...
S. Nei programmi dei partiti dovranno esserci, fra le altre, misure che riguardano il lavoro e l'occupazione?
C. Certamente si.
S. E la pressione fiscale?
C. Si
S. E l'inflazione?
C. Si
S. E ci potranno essere misure riguardanti la scuola, concordi?
C. E come no?
S. E non ti pare che una buona scuola debba dare ai giovani la possibilità di inserirsi bene nel mercato del lavoro?
C. Parrebbe di si.
S. E lavoro, occupazione, pressione fiscale sono o non sono cose che riguardano gli interessi materiali degli esseri umani, addirittura i loro redditi? Il denaro?
C. Sembra proprio di si.
S. Ed è possibile, forse addirittura necessario, che misure riguardanti tutte queste cose ci siano, nei programmi dei partiti, concordi?
C. Si, penso di poter concordare.
S. E dimmi ora, in un partito politico ci può essere contraddizione fra programmi ed ideali?
C. Assolutamente no! Questa ci può essere in pariti come gli attuali partiti italiani, organizzazioni piduiste, mafiose, camorriste, non in un vero partito.
S. Quindi, se nei programmi di un vero partito ci sono misure che riguardano gli interessi materiali delle persone, anche nei suoi ideali ci sarà qualcosa che ha a che vedere con questi interessi, sei d'accordo?
C. Non saprei, ma, si, mi sembra di si.
S. E saresti d'accordo con me se dicessi che gli elettori votano i partiti anche per ottenere qualcosa che riguarda il lavoro, la pressione fiscale, il potere d'acquisto dei loro redditi, cioè, per tutelare i loro interessi materiali?
C. Mi sembra che potrei essere d'accordo.
S. Ma allora, nobile amico mio, siamo arrivati ad un punto morto. Avevamo iniziato la nostra piacevole conversazione definendo “di scambio” il voto dato in cambio di vantaggi materiali, ed a questo avevamo contrapposto il voto che si da per adesione ai programmi ed agli ideali, ora invece dobbiamo constatare che nei programmi dei partiti, ed anche nei loro ideali, ci devono essere molte cose che riguardano gli interessi materiali degli elettori, e che anche in base a queste gli elettori danno il loro voto. Sembrerebbe quindi che tutti i voti siano, sempre e comunque, voti di scambio.
C. O Socrate! Queste mi sembrano vane sofisticherie!
S. Ma noi non abbiamo fatto altro che partire da una certa definizione di voto di scambio ed esaminandola siamo giunti a delle logiche conclusioni. Non è colpa nostra se le conclusioni sono contraddittorie con gli assunti di partenza.
C. Questo vuol dire solo che la definizione da cui siamo partiti era inesatta.
S. Cerchiamone allora un'altra amico mio.
C. Certo. Possiamo dire che si ha voto di scambio quando i governi cercano di sedurre il popolo con generose elargizioni per conquistare facili consensi.
S. Ti riferisci a quelle politiche sventurate volte a dar ragione a tutti, a soddisfare ogni rivendicazione, ad elargire a tutti pubblico denaro?
C. Proprio così.
S. E si tratta di certo di politiche scellerate, che danno un certo, temporaneo, benessere ad alcuni, a volte anche a tutti, ma alla lunga aggravano tutti i problemi ed impoveriscono tutti. A queste ti riferivi o Cavalletta?
C. Precisamente a queste.
S. E tu vorresti trasformare in reato queste politiche?
C. Certo, in reato da punirsi con la massima severità, e non a caso a questo si oppongono i partiti dei corrotti, dei piduisti, dei pregiudicati!
S. E' molto interessante la tua posizione, però, più che voto di scambio io definirei simili pratiche politiche clientelari
C. Non si tratta di un problema di parole, sono politiche che vanno represse, sbattendo in galera chi le mette in atto. Questo è l'unico modo per salvare la democrazia, che tutti amiamo!
S. Forse hai ragione; però, non ti sembra che sia molto difficile identificare simili politiche? Dico, identificarle in maniera tale che si possano processare i loro autori.
C. Ma no! Niente di più facile. Ad esempio, pensa alla proposta del re dei corrotti, del pregiudicato Sandro Berluscone. In piena campagna elettorale propose di abolire l'IMU! Si trattava, è chiarissimo, di un vile tentativo di comprare dei voti, ed infatti un valoroso magistrato, Ingoia mi pare si chiami , lo denunciò per voto di scambio, ed ora il pregiudicato sarà chiamato dai giudici a rispendere di questa sua malefatta.
S. Beh, se è per questo mi sembra che Berluscone sia chiamato dai giudici più o meno tutti i giorni, ma, non è questo l'oggetto del nostro dialogare. Si, ricordo il fatto a cui tu ti riferisci. Però, ricordo anche che il suo rivale in quella campagna elettorale, Persano, disse che se il suo partito avesse vinto ci sarebbero stati non ricordo quanti nuovi posti di lavoro. Anche questo è per te voto di scambio?
C. Certamente! Persano non è molto meglio di Berluscone, anzi è un suo alleato!
S. Ed oggi Mario Penzi, il nostro amato capo del governo, promette ottanta euro in più in busta paga per chi è al di sotto di un certo reddito. Anche questo allora è voto di scambio...
C. Ma certo! Penzi è peggio di Persano, è uno che riceve il pregiudicato, discute con lui come se niente fosse, un suo compare, un corrotto, un amico dei mafiosi e dei piduisti!
S. Benissimo, anche gli ottanta euro sono quindi voto di scambio ed anche Penzi va subito processato.
C. Certo! Spero sia al più presto portato alla sbarra!
S. Benissimo. Però, correggimi se sbaglio o nobile amico, è o non è vero che il tuo partito, il movimento a sette stelle, propone il reddito di cittadinanza?
C. Non sbagli affatto o Socrate, si tratta di una elementare misura di equità e giustizia.
S. E non potremmo invece definirla come “voto di scambio”?
C. ma cosa dici! Questa è una provocazione.
S. Mai mi permetterei di provocarti o Cavalletta. Però, scusa, a quanto dovrebbe ammontare il reddito di cittadinanza?
C. Non saprei, sette, ottocento euro, forse mille.
S. Molti soldi. E dimmi ora: è possibile che coloro a cui questi soldi sono promessi guardino a voi con simpatia, e vi votino?
C. Si, è possibile
S. E allora, scusami, perché mettere ottanta euro in busta paga, o abolire l'IMU, dovrebbe essere voto di scambio e promettere a gente che non lavora un salario di ottocento, mille euro no? In tutti e tre i casi molta gente avrà in tasca più soldi e sarà grata a chi glieli avrà fatti avere.
C. Sofismi, provocazioni, vuoti giri di parole!
S. Non mi pare, o Cavalletta. Ma, non insisto su questo punto visto che sembra che ti faccia perdere le staffe. Vediamo di approfondire meglio. Si ha voto di scambio, dicevi, quando si usa pubblico denaro non per risolvere i problemi veri del paese ma per conquistare facili consensi elettorali, è così?
C. Si, è così.
S. Quindi per riconoscere il voto di scambio occorrerà distinguere fra proposte politiche che fanno il bene del paese e proposte che invece questo bene non fanno, e le prime non saranno voto di scambio e le seconde si. E' così?
C. Certo, proprio così, infatti il nostro reddito di cittadinanza fa il bene del paese mentre gli ottanta euro di Penzi non lo fanno.
S. Però, Penzi potrebbe dire il contrario, ci sarebbero così due proposte che, entrambe, direbbero di fare il vero bene del paese, è giusto ciò che dico?
C. Pare di si.
S. E dimmi nobile amico, in democrazia chi deve decidere quale proposta è benefica per il paese?
C. Gli elettori direi.
S. Infatti, però, con la legge sul voto di scambio che tu vorresti sarebbero i magistrati a decidere quali politiche sono benefiche per il paese e quali no. Ed un magistrato potrebbe decidere che una proposta del pregiudicato è benefica per il paese, il pregiudicato di certo ha molti amici fra i magistrati, mentre un'altra proposta, la vostra ad esempio, è voto di scambio; e voi non potreste appellarvi agli elettori perché giudichino della bontà delle proposte vostre.
C. Non so se una simile situazione sarebbe possibile.
S. Forse lo sarebbe. Comunque, al di la delle particolari situazioni che potrebbero crearsi, definendo il voto di scambio come lo abbiamo definito, e rendendolo un crimine, si verrebbe a togliere agli elettori il potere di stabilire ciò che è utile e ciò che utile non è al paese, e questo equivale a distruggere la democrazia, mi pare. Noi invece eravamo partiti dall'assunto che una legge molto severa sul voto di scambio sarebbe necessaria per difenderla, la nostra democrazia. Siamo di nuovo ad un punto morto, ottimo amico mio.
C. Mah... cosi sembra.
S. Siamo allora costretti a cercare un'altra definizione del voto di scambio.
C. E sia. Potremmo dire che si ha voto di scambio quando si fanno favori a dei mafiosi in cambio dei voti che questi potrebbero procurarci.
S. Assai interessante come definizione!
C. Mi fa piacere che la trovi interessante.
S. Grazie ottimo amico, ma, dimmi: i favori che si fanno a questi mafiosi in che dovrebbero consistere perché ci sia voto di scambio?
C. Che razza di pretesa la tua! Mica posso farti un elenco dettagliato!
S. Dovrebbe trattarsi di qualcosa di legale o di illegale?
C. Non saprei e poi, non credo abbia importanza. Sempre di favori a dei mafiosi si tratterebbe.
S. Dimmi o Cavalletta, a tuo parere una cosa è giusta perché è giusta o è giusta se riguarda il tale e diventa sbagliata se riguarda il tal altro?
C. Ma scusa o Socrate, cosa c'entra questo col nostro discorso?
S. Se un mafioso dicesse che è bene che si fabbrichino nuove scuole, fabbricare scuole diventerebbe voto di scambio?
C. Sembra di no.
S. E se un mafioso dovesse affermare che è bene non ci siano vicino ai luoghi abitati industrie inquinanti, diverrebbe giusto costruire fabbriche inquinanti nei centri urbani?
C. Direi di no.
S. E se un mafioso dicesse che è bene pagare le tasse dovremmo concludere che pagare le tasse è diventato voto di scambio?
C. Ma no, o Socrate! Un mafioso mai chiederebbe simili cose, è ovvio! I tuoi sono discorsi infondati!
S. Caro Cavalletta, io vorrei solo sapere questo: un mafioso è tale perché fa cose spregevoli o le cose sono spregevoli perché fatte da un mafioso?
C. Strana domanda.
S. E' giusto dire che Tizio è un criminale perché commette un crimine o che un crimine è tale perché lo ha commesso Tizio?
C. Mi sembra giusta la prima ipotesi
S. Lo sembra anche a me, ma, se su questo concordiamo, come possiamo definire voto di scambio un favore concesso ad un mafioso?
C. Non ti seguo
S. Se un atto è buono, o comunque legale, può diventare cattivo, o illegale, solo perché un mafioso beneficia di questo atto?
C. O Socrate, devo ripeterlo! I mafiosi voglio che, in cambio di voti, vengano compiuti atti illegali, atti cattivi!
S. Quindi i mafiosi chiedono cose illegali, in cambio di voti, ed è per questo che sono detti mafiosi, concordi?
C. Si, concordo.
S. Allora, sembra sia necessario cambiare la nostra definizione di voto di scambio. Potremmo dire che si ha voto di scambio quando si concedono, in cambio di voti, dei favori vietati dalla legge, quando cioè si commettono delle illegalità per ottenere dei voti?
C. Si, mi sembra che potremmo dirlo. Finalmente abbiamo trovato una definizione soddisfacente! E spero che ora smetterai, o Socrate, di muovere tutti i concetti, di insinuare sempre nuovi dubbi, mi hai fatto venire il mal di testa!
S. Questo mi spiace molto nobile amico. E, quanto al muovere tutti i concetti, non sono io che li muovo, son loro che si mettono in moto non appena li si analizzi un po' in profondità e questo mi sembra essere un bene, perché i concetti statici, immobili son molto simili ai peggiori pregiudizi, e non ci aiutano in nulla ad avvicinarci al vero. Quindi vorrei farti ancora qualche domanda, per vedere se l'accordo che sembra abbiamo raggiunto sia davvero solido, e definitivo.
C. E va bene...
S. Dimmi o uomo eccellente, uno scambio può essere considerato cattivo in se?
C. Cosa vuoi dire? Non ti seguo.
S. Se io uccidessi in cambio di denaro, sarebbe il passaggio di denaro fra il mandante del delitto e me a rendere cosa malvagia l'omicidio o non sarebbe l'omicidio a rendere malvagio il passaggio di denaro?
C. Sarebbe l'omicidio, mi pare.
S. Pare anche a me. E se io ti vendessi un oggetto rubato e tu mi dessi per quello del denaro, sarebbe il passaggio di denaro fra te e me a rendere malvagio il furto, o il furto che sta dietro allo scambio a render questo malvagio?
C. Sarebbe il furto, direi, a render malvagio ed illegale il nostro passaggio di denaro.
S. Quindi, nel voto di scambio, ad essere davvero illegale è l'atto oggetto dello scambio, non lo scambio in se. Se un politico compie atti criminali al fine di ottenere voti la cosa davvero grave non è il tentativo di ottenere voti, quanto il crimine che si compie al fine di ottenerli.
C. Non so se la cosa mi convince davvero
S. Se un politico promette, al fine di ottenere voti, di truccare una gara di appalto non potremmo dire che il crimine che commette è il truccare questa gara?
C. Mi sembra di si
S. E se al fine di ottenere voti un politico minaccia degli onesti cittadini, e li fa intimidire da biechi scagnozzi, e cerca di obbligarli a votarlo, non potremmo dire che il suo crimine consiste nelle minacce e nelle intimidazioni ai danni dei cittadini indifesi?
C. Sembrerebbe di si
S. Quindi nel voto di scambio il vero crimine sarà non tanto lo scambio, quanto le gare di appalto truccate, o i concorsi truccati, o le intimidazioni, o le promesse di far cose vietate dalla legge. E saranno questi crimini e queste illegalità a render non validi i voti ottenuti da chi le ha commesse.
C. Ma... per te allora il voto di scambio non è un crimine?
S. E' un crimine non in quanto tale, ma perché dietro quel voto ci sono dei crimini, esattamente come la vendita di oggetti rubati è un crimine non in quanto vendita ma perché dietro a quella vendita c'è il furto.
C. Sono un po' confuso.
S. Eppure è tutto molto semplice. Lo scambio in se non ha nulla di criminoso, esattamente come in se non ha nulla di criminoso la vendita. Scambio e vendita possono diventare crimini per il loro oggetto. E se l'oggetto di una vendita o di uno scambio ha a che fare col crimine, solo allora, scambio e vendita diventano crimini.
C. Forse...
S. Se invece scambio e vendita non hanno per oggetto qualcosa che ha a che fare col crimine, crimini non sono. Oserei dire che è inutile far nuove leggi sul voto di scambio, visto che già ora scambiare voti con atti criminali è reato, esattamente come è reato scambiar denaro con cose che si sanno esser state rubate, o pagare qualcuno per commettere un omicidio.
C. Sono molto confuso o Socrate, e la mia emicrania diventa ogni istante più forte. Ti devo lasciare, vado in farmacia a comprare una aspirina.
S. Mi spiace che la tua testa, sede di tanta sfavillante intelligenza, sia dolorante, o Cavalletta. Se vuoi ti accompagno e intanto continuiamo a discutere. Quando ho mal di testa la nobile pratica del dialogo pacato e razionale è per me fonte di immediato sollievo.
C. No, no Socrate, è meglio di no! Ciao, scappo!

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