sabato 14 giugno 2014

CORRADINO MINEO




Essere, come me, “diversamente giovani” ha qualche vantaggio, oltre ai molto numerosi e gravi svantaggi.
Io Corradino Mineo lo ho conosciuto. Non era solo un giornalista del “manifesto” come recitano le sue biografie che è possibile reperire in rete. Era un militante del gruppo politico del “manifesto”. Lo era quando il “manifesto” aveva fatto del maoismo raffinato la sua bandiera ideologica.
Cosa era il maoismo “raffinato”? Un maoismo che criticava l'eccesso di “economicismo” presente, a suo dire, nel marxismo classico. La teoria marxiana secondo cui il socialismo si può edificare solo sulla base di un forte sviluppo delle forze produttive sociali porterebbe ad una divinizzazione della tecnica “borghese”. Non lo sviluppo delle forze produttive ma l'educazione culturale e politica delle masse permetterebbe di realizzare, da subito, i “superiori” rapporti sociali comunisti. Era quanto Mao aveva fatto in Cina, con la “Grande rivoluzione culturale proletaria” (GRCP). Insomma, la gogna ed i pubblici linciaggi di intellettuali e dissidenti come via al paradiso comunista. Santoro avrebbe approvato.
Corradino Mineo non dava troppa importanza a queste dissertazione teoriche. Lui, ed il padre Mario Mineo, erano leninisti puri e duri, con qualche venatura di trotskismo. Teorizzavano la “congiunturalità della rivoluzione". La rottura rivoluzionaria è la risultante, dicevano, di eventi eccezionali. La rivoluzione è una occasione da prendere al volo, come aveva fatto Lenin nell'ottobre del 1917. Il problema non sono i “rapporti sociali” comunisti, ma saper cogliere l'attimo. E una volta che “l'attimo “ sia passato? Non c'è problema, una volta passato l'attimo c'è il potere, e chi lo sa difendere, non col voto, ovviamente.

Messi costantemente in minoranza nel “Manifesto” Mario e Corradino Mineo uscirono da quel gruppo; fondarono una rivista: “Praxis” in cui esponevano insieme ad altri le proprie concezioni. La rivista, cui in misura molto ridotta collaborai anche io (mamma mia quanti peccati ho commesso!!!) non ebbe successo alcuno ed alla fine cessò di uscire.
Poi ci siamo ritrovati Corradino in RAI e nel PD.
Corradino ha mai sottoposto a critica le sue concezioni? Io non ne so nulla, francamente NON CREDO.
Fanno così questi signori. Prima sono mao leninisti, un po' trotskisti e un po' stalinisti, poi, dall'oggi al domani, diventano “Civatiani” (e si che da Lenin a Civati il salto è grande). Non dicono una parola, non spiegano nulla. Non hanno il coraggio di dire: "MI SONO SBAGLIATO". Tutto normale, tutto regolare.
Corradino Mineo è stato espulso dalla commissione affari costituzionali. Un tipetto simile NON doveva esserci, nella commissione affari costituzionali.
Certo, Renzi è stato duretto col suo nemico interno, ma, sinceramente, non piango per Corradino. Ha subito una "epurazione", è vero. Ma, non me ne frega niente.

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