giovedì 5 giugno 2014

LA CORRUZIONE

In Italia tutto o quasi si decide a livello politico. C'è tanto da stupirsi se i partiti poi chiedono il conto?
Siamo letteralmente soffocati da leggi, leggine, regolamenti, sotto regolamenti. Per ogni cosa c'è bisogno di un documento, una autorizzazione, un certificato. La montagna di scartoffie burocratiche che ci opprime costituisce un formidabile incentivo alla corruzione e, nel contempo, un ottimo nascondiglio per i corrotti.
Si vuole ridurre la corruzione? Si tolga potere alla politica, si snellisca la burocrazia, si eliminino un bel po' di leggi, leggine, regolamenti ed autorizzazioni. Si facciano, per gli appalti ad esempio, poche norme, chiare, trasparenti, che non si prestino ad interpretazioni di comodo, con la chiara indicazione dei compiti, dei costi e dei tempi di attuazione
NON lo si farà. Si faranno, c'è da scommetterci, nuove leggi “anticorruzione”, si inventeranno nuovi reati astrusi tipo il “traffico di influenze illecite”, si piazzerà in qualche ufficio un “garante” contro la corruzione, che magari, fra qualche anno, sarà arrestato con l'accusa di essere, a sua volta, corrotto. Gli statalisti forcaioli sono fermamente convinti che i controllori siano sempre onesti; per questo non fanno altro che moltiplicare all'infinito i controlli. Vedere incriminato un GENERALE DELLA FINANZA deve essere stato un bello choc per loro.
Nuove leggi, nuove regole, nuovi controlli e nuovi garanti NON faranno diminuire la corruzione, la faranno al contrario aumentare. In compenso renderanno ancora più farraginose le procedure, più lenti e più costosi i lavori. Soprattutto renderanno TUTTI meno liberi. Ma questo importa a pochi, nel medioevo prossimo venturo in cui stiamo precipitando.

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