mercoledì 26 novembre 2014

L'INGIUSTO AGGRESSORE

Lo ha detto papa Francesco: “Una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore ingiusto”. Si può fermare un aggressore solo col consenso della “comunità internazionale”. Inoltre, ha sottolineato il  pontefice, fermare un aggressore non significa fargli la guerra: “Sottolineo il verbo ‘fermare’, ha detto Sua santità, “non dico bombardare o fare la guerra. Ma fermarlo”.
Evito, per non apparire irrispettoso, ogni commento sul fatto che si dovrebbero fermare i tagliagola dell'Isis senza usare nei loro confronti la minima violenza (forse qualcuno pensa ad un intervento miracoloso della divina provvidenza) e mi limito ad una modestissima domanda.
PERCHE'? Perché mai una singola nazione non può fermare un aggressore ingiusto? Perché occorre il consenso della “comunità internazionale”? E cosa è questa comunità? La totalità degli stati del mondo? O la sua maggioranza? Quando la Germania nazista ha invaso la Polonia, seguita a ruota dalla URSS di Stalin, la Polonia aveva o no il diritto di difendersi o doveva aspettare che la maggioranza degli stati d'Europa, o del mondo, le desse il beneplacito? Se tre stati invadono un paese che chiede solo di vivere in pace, e se la comunità internazionale assiste in silenzio, lo stato aggredito ha o non ha il diritto alla difesa? E se un alleato dell'aggredito decide di intervenire può farlo o deve prima aspettare che chi assiste in silenzio si svegli?
Più in generale, una aggressione cessa di essere aggressione se una maggioranza di stati non la definisce tale? E se la maggioranza dei paesi che risiedono all'ONU decidesse che è giusto distruggere Israele e far fuori i suoi miserabili cinque, sei milioni di abitanti, una simile azione diverrebbe moralmente lecita solo perché una maggioranza di paesi la ha approvata?
Ancora più in generale, un atto immorale diventa morale se la maggioranza lo approva? La lapidazione della adultere è entusiasticamente approvata, in molti paesi, dalla grande maggioranza della popolazione. Ciò la rende eticamente accettabile? Se vedo un bruto che violenta, nella generale indifferenza, una bambina innocente ho o non ho il diritto, anzi, il DOVERE di intervenire in sua difesa fregandomene, anzi, condannando, l'indifferenza della maggioranza?
Sua santità è un gesuita, è lecito ritenere che abbia letto le opere di Sant'Agostino, eppure sembra condividere la tesi, di derivazione utilitaristica, secondo cui è bene ciò che la maggioranza decide sia tale.

Qualcuno potrebbe obbiettare che decidere a maggioranza è l'essenza della democrazia, quindi che è giusto che la maggioranza stabilisca se è o non è lecito resistere ad una ingiusta aggressione. Però, a parte ogni altra considerazione, una cosa dovrebbe essere chiara: in democrazia la maggioranza non può decidere tutto. In una democrazia autentica, cioè liberale, la maggioranza non può sopprimere i diritti delle minoranze o degli individui. Nessuna maggioranza, anche schiacciante, può decidere, ad esempio, lo sterminio di una certa categoria di cittadini, o negare loro i diritti fondamentali, o impedir loro di difendersi da chi questi diritti vuole invece distruggere.
L'assemblea generale dell'ONU non assomiglia in nulla, neppure alla lontana, ad un parlamento democraticamente eletto, basti pensare che in quella assemblea siedono i rappresentanti di oscene dittature. Ma, anche a prescindere da questo, anche se questa assemblea fosse seriamente paragonabile ad un parlamento mondiale, non avrebbe comunque il diritto di negare ad uno stato il diritto all'autodifesa, né ai suoi alleati il diritto-dovere di aiutarlo in caso di bisogno.

Ma il Santo padre non si è limitato ad affidare, in maniera esclusiva, ad una evanescente “comunità internazionale” il compito di difendere gli aggrediti, senza ovviamente, sparare un colpo agli aggressori. Ha infatti aggiunto: “dobbiamo avere memoria, quante volte sotto questa scusa di fermare l’aggressore ingiusto, le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto la vera guerra di conquista”.
A quali guerre si riferiva, se è lecito chiederlo? Quali potenze hanno trasformato in guerra di conquista la guerra ad un aggressore ingiusto? Si riferiva forse all'URSS che dopo la sconfitta della Germania nazista si è praticamente annessa l'Europa orientale? O aveva in mente Israele che ha in effetti un po' ampliato i suoi confini per meglio difendere le sue città da indiscriminati attacchi terroristici?
Fare una affermazione come quella che si è riportata senza specificare a chi ci si riferisca significa, concretamente, rifiutare qualsiasi intervento militare contro un “aggressore ingiusto”. Stiamo attenti”, questo è il messaggio sottinteso, “quelli che dicono di combattere contro un aggressore ingiusto in realtà vogliono una guerra di conquista”, quindi, per evitare una presunta, ipotetica, guerra di conquista, si eviti di muovere un dito contro l'ingiusto aggressore. Meglio ancora, si cerchi il “dialogo” con questo ingiusto aggressore: forse poi tanto ingiusto e tanto aggressore non è. Non a caso Sua Santità ripropone in ogni occasione il dialogo con tutti, ma proprio con tutti, anche con chi di dialogare non ha nessuna intenzione, preferisce uccidere, uccidere fra gli altri, moltissimi cristiani.
Dietro la continua esaltazione del dialogo, della comprensione, della bontà si favoriscono le aggressioni, si da forza alla prepotenza, si favorisce lo scoppio di nuovi, sanguinosi conflitti.
Certo, tutto questo a partire da nobili, lodevoli intenzioni. Ma, come si dice, di buone intenzioni è lastricata la strada che porta all'inferno.

2 commenti:

  1. Di papa Francesco non mi meraviglia più niente. Lui, che non trova il tempo e il modo di condannare con un grido i tagliagole dell'ISIS; Lui, che non trova il tempo e il modo di difendere con un grido i Cristiani costretti a scappare o a morire; Lui, di recente, ha trovato il tempo e il modo di difendere i gay, dicendo "Chi sono io per condannare questo o quello?". Già. Chi è lui? Io credevo che fosse il Pontefice, il rappresentante di Cristo in terra. Ma forse lui è il primo a non saperlo. O a non crederci.

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  2. Questo Papa dice le stesse cose di Vendola.
    È superfluo oltre che inutile.

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