Può
un fatto di cui bisogna provare la natura criminosa diventare la PROVA
che un certo crimine esiste? Poniamo che Tizio sia trovato in possesso
di un coltello e che venga accusato di aver aggredito, con quel
coltello, Caio. Non esistono prove che la aggressione ci sia stata, Caio
NON riconosce in Tizio la persona che lo ha aggredito, Tizio non nega
di essere proprietario del coltello ma
afferma di non averlo mai usato per aggredire o minacciare nessuno.
Eppure Tizio viene riconosciuto colpevole di aggressione e condannato;
Caio viene a sua volta indagato per falsa testimonianza. La prova di
tutto? Il coltello. Bisognava provare che il coltello era stato usato
per aggredire qualcuno, invece la sua semplice esistenza “prova” che la
aggressione c'è stata, anzi, “prova” anche qualcosa di più: la falsa
testimonianza di Caio.
Il cavaliere elargiva soldi ad alcune
ragazze belle e giovani, per la pubblica accusa queste donazioni erano
ricompense per prestazioni sessuali. Occorreva dimostrare NON che ci
fossero state delle elargizioni di denaro, questo era un fatto assodato,
ma il CARATTERE di queste elargizioni. Per essere più precisi,
bisognava PROVARE che il cavaliere aveva avuto relazioni sessuali a
pagamento con UNA bella ragazza: la famosa “Ruby”, SOLO CON LEI la
relazione sessuale a pagamento sarebbe stata “illegale”. Nel corso del
processo non è emerso neppure uno straccio di prova che queste relazioni
sessuali a pagamento ci siano state, una sola cosa è stata appurata: il
cavaliere ha regalato dei soldi a Ruby, e la cosa non era mai stata in
discussione. Però quei regali “provano” che esistesse una “attività
prostitutiva” ed ora si vorrebbe che “provassero” anche qualcosa
d'altro: le ragazze che hanno smentito la tesi della pubblica accusa
hanno deposto il falso. Io ti do dei soldi e questo “prova” che tu hai
avuto rapporti sessuali con me, se tu lo smentisci “prova” anche che tu
hai testimoniato il falso. Tutto quadra vero? O... no?
Ma nel
caso “Ruby ter” che è iniziato ieri c'è qualcosa di ancora più grave. Ad
essere accusati di falsa testimonianza ci sono anche dei FUNZIONARI DI
POLIZIA, persone di estrema correttezza a cui il cavaliere non ha mai
dato neppure un centesimo. Insomma, io do soldi a Tizio e questo non
solo “prova” che Tizio ha avuto con me dei rapporti sessuali, non solo
“prova” che ha detto il falso quando ha negato questi rapporti, prova
anche che il poliziotto Caio, dalle cui indagini non è emerso alcun
elemento a sostegno della accusa, è nel mio “libro paga”.
Ma la cosa
più grave di tutte è ancora un'altra. Ad essere indagati sono
addirittura gli AVVOCATI. Un avvocato interroga privatamente dei testi?
Questo fatto, del tutto legale, “prova” che l'avvocato ha “corrotto” i
testi, si è messo d'accordo con loro per farli testimoniare il falso.
Siamo in una situazione allucinante. TUTTO CIO' CHE SMENTISCE LE TESI
ACCUSATORIE DIVENTA IPSO FACTO “REATO”. La colpevolezza dell'imputato è
dichiarata vera a priori, e tutto ciò che smentisce questa presunta
“verità” viene considerato a sua volta criminoso. BERLUSCOINI E'
COLPEVOLE PERCHE' I TESTI A SUA DIFESA MENTONO, I TESTI A DIFESA DI
BERLUSCONI MENTONO PERCHE' BERLUSCOINI E' COLPEVOLE. Ridotta all'osso
questa è la tesi che sta alla base dei processi “Ruby”.
C'era
da immaginarselo che dopo l'accordo Renzi Berlusconi sulla riforma
elettorale il can can giustizialista, ultimamente un po' attenuatosi,
riprendesse l'antico vigore. Visto che neppure una condanna definitiva è
riuscita a far fuori il cavaliere occorrono nuove condanne, nuovi
processi, nuove inchieste. Il tutto sulle macerie di quello che forse è
stato, ma oggi NON E' PIU', uno stato di diritto, mentre il paese va a
picco, nel pieno di una crisi economica politica, sociale, culturale
senza precedenti.
Peggio di così è impossibile.
Nessun commento:
Posta un commento