Per chi votare domenica 25 maggio?
Scelta difficile per qualsiasi persona capace di usare un pochino,
solo un pochino, il cervello.
Da un lato ci sono i Pierini ipocriti. Quelli che dicono che “occorre coniugare crescita e rigore” e che “per uscire dalla crisi ci vuole “più, non meno Europa”.
Quelli che affermano perentori che “le sentenze non si commentano”, che “rispettano l'autonomia della magistratura”, si inchinano deferenti di fronte alla autorità del capo dello stato, “supremo garante della costituzione”. Ed ancora, quelli che non trovano strano che i nostri amici europei abbiano fatto cadere l'ultimo governo democraticamente votato dai cittadini, e che da allora, son più di tre anni ormai, gli italiani siano governati da persone che nessuno ha eletto.
Dall'altra parte ci sono i demagoghi sfascia carrozze. Quelli che pensano che si possa uscire dalla crisi indebitandosi e stampando moneta,
Quelli che ritengono che la mobilità e la flessibilità del lavoro, l'efficienza, la produttività siano “armi padronali contro i lavoratori”
Quelli che dicono: “non c'è lavoro quindi (QUINDI...) occorre investire ed assumere”, o che “ c'è la crisi perché i furfanti rubano, per risolvere tutto basta essere onesti”.
Quelli che non sanno come si crea la ricchezza ed allora strillano che occorre “redistribuirla”. Quelli che urlano: “chi più ha più paghi” e non hanno la minima idea di come si possa far si che ci sia sempre più gente che HA.
In mezzo sta il cavaliere sempre più ombra di se stesso.
Dice: “restiamo nell'euro ma sbattiamo i pugni sul tavolo”. Li ha già sbattuti i pugni sul tavolo, cavaliere. E si è ritrovato cacciato dal governo, e condannato in via definitiva.
Poi si fa prendere dalla tentazione di seguire Grillo e Renzi sul loro terreno. Grillo vuole il reddito di cittadinanza, e Renzi regala i famosi 80 euro? Ed io propongo l'aumento delle pensioni minime...
Devo ammetterlo, in questa situazione ho avuto, ed ho, forte, la tentazione di NON votare.
Ma penso che, alla fine, a votare domenica 25 ci andrò, malgrado tutto.
Non perché “votare è un dovere” o perché “si deve votare non il meglio ma il meno peggio”. In fondo con le elezioni di domenica votiamo i membri del parlamento europeo, una istituzione che non conta una mazza.
Andrò a votare perché penso che ci si debba opporre, anche col voto, all'ondata di nauseante giustizialismo forcaiolo che ci sta sommergendo.
L'Italia assomiglia sempre più alla Milano della peste e della “colonna infame” descritta dal Manzoni. C'è la crisi, il lavoro manca, il popolo soffre, allora sbattiamo in galera i colpevoli di tutto. E se poi colpevoli non sono, pazienza! Sono comunque persone con tanti soldi, hanno belle auto, escono con belle donne, le si metta in cella! Il lavoro continuerà a non esserci, moltissime persone continueranno a fare i salti mortali per arrivare alla fine del mese, ma avranno almeno la soddisfazione di vedere in cella chi se la spassa.
Invece di cercare di risolvere i problemi si corre dietro ai pruriti, veri o presunti, della “gente”. Siamo ormai all'ottica della gogna, del “dalli all'untore”, alla distruzione sistematica di ciò che resta dello stato di diritto. E la cosa è tanto più nauseante se si pensa che moltissimi di coloro che strillano “dalli all'untore”, che reclamano la gogna contro i “ricconi” sono in realtà persone strapiene di soldi, e sulla cui onestà non penso si possa scommettere.
Ecco perché penso che andrò a votare domenica. Malgrado tutto. E voterò chi più è stato colpito dalla canea forcaiola. Non credo che il mio voto cambierà le cose. Ma penso sia bene esprimerlo.
Da un lato ci sono i Pierini ipocriti. Quelli che dicono che “occorre coniugare crescita e rigore” e che “per uscire dalla crisi ci vuole “più, non meno Europa”.
Quelli che affermano perentori che “le sentenze non si commentano”, che “rispettano l'autonomia della magistratura”, si inchinano deferenti di fronte alla autorità del capo dello stato, “supremo garante della costituzione”. Ed ancora, quelli che non trovano strano che i nostri amici europei abbiano fatto cadere l'ultimo governo democraticamente votato dai cittadini, e che da allora, son più di tre anni ormai, gli italiani siano governati da persone che nessuno ha eletto.
Dall'altra parte ci sono i demagoghi sfascia carrozze. Quelli che pensano che si possa uscire dalla crisi indebitandosi e stampando moneta,
Quelli che ritengono che la mobilità e la flessibilità del lavoro, l'efficienza, la produttività siano “armi padronali contro i lavoratori”
Quelli che dicono: “non c'è lavoro quindi (QUINDI...) occorre investire ed assumere”, o che “ c'è la crisi perché i furfanti rubano, per risolvere tutto basta essere onesti”.
Quelli che non sanno come si crea la ricchezza ed allora strillano che occorre “redistribuirla”. Quelli che urlano: “chi più ha più paghi” e non hanno la minima idea di come si possa far si che ci sia sempre più gente che HA.
In mezzo sta il cavaliere sempre più ombra di se stesso.
Dice: “restiamo nell'euro ma sbattiamo i pugni sul tavolo”. Li ha già sbattuti i pugni sul tavolo, cavaliere. E si è ritrovato cacciato dal governo, e condannato in via definitiva.
Poi si fa prendere dalla tentazione di seguire Grillo e Renzi sul loro terreno. Grillo vuole il reddito di cittadinanza, e Renzi regala i famosi 80 euro? Ed io propongo l'aumento delle pensioni minime...
Devo ammetterlo, in questa situazione ho avuto, ed ho, forte, la tentazione di NON votare.
Ma penso che, alla fine, a votare domenica 25 ci andrò, malgrado tutto.
Non perché “votare è un dovere” o perché “si deve votare non il meglio ma il meno peggio”. In fondo con le elezioni di domenica votiamo i membri del parlamento europeo, una istituzione che non conta una mazza.
Andrò a votare perché penso che ci si debba opporre, anche col voto, all'ondata di nauseante giustizialismo forcaiolo che ci sta sommergendo.
L'Italia assomiglia sempre più alla Milano della peste e della “colonna infame” descritta dal Manzoni. C'è la crisi, il lavoro manca, il popolo soffre, allora sbattiamo in galera i colpevoli di tutto. E se poi colpevoli non sono, pazienza! Sono comunque persone con tanti soldi, hanno belle auto, escono con belle donne, le si metta in cella! Il lavoro continuerà a non esserci, moltissime persone continueranno a fare i salti mortali per arrivare alla fine del mese, ma avranno almeno la soddisfazione di vedere in cella chi se la spassa.
Invece di cercare di risolvere i problemi si corre dietro ai pruriti, veri o presunti, della “gente”. Siamo ormai all'ottica della gogna, del “dalli all'untore”, alla distruzione sistematica di ciò che resta dello stato di diritto. E la cosa è tanto più nauseante se si pensa che moltissimi di coloro che strillano “dalli all'untore”, che reclamano la gogna contro i “ricconi” sono in realtà persone strapiene di soldi, e sulla cui onestà non penso si possa scommettere.
Ecco perché penso che andrò a votare domenica. Malgrado tutto. E voterò chi più è stato colpito dalla canea forcaiola. Non credo che il mio voto cambierà le cose. Ma penso sia bene esprimerlo.
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