domenica 18 maggio 2014

BEPPE GRILLO E LA DEMOCRAZIA




Beppe Grillo è un pericolo mortale per la democrazia. Chi non ci crede commette l'errore gravissimo di non prendere sul serio il leader dei “5 stelle”. Lo considera “un comico”, un casinista demagogo, ma tutto sommato innocuo. Le cose non stanno così, purtroppo.
Cosa farebbe Beppe Grillo se avesse il potere? Questo dobbiamo chiederci. Basta esaminare, una volta tanto, con un minino di attenzione gli slogan e gli strilli di Grillo per avere la risposta, e non si tratta di una bella risposta.

DOVETE ANDARE A CASA, TUTTI! VI FAREMO UNA VERIFICA FISCALE, RESTITUIRETE IL MALTOLTO, POI TORNERETE A CASA.
Così dice Beppe Grillo. E spesso la gente non capisce il senso di simili affermazioni. Altri oltre a Grillo dicono a volte: “il governo deve dimettersi, deve andare a casa”. Nulla di male, nulla che indichi intenzioni antidemocratiche. Però, il “tutti a casa” di Grillo ha un senso radicalmente diverso. Quando dice “tutti a casa” Grillo non intende che il tal governo deve dimettersi, che chi oggi è oggi maggioranza farà domani l'opposizione. Intende il “tutti a casa” in senso letterale: tutti, ma proprio tutti, ad esclusione di lui ed il suo movimento, devono abbandonare la politica, tornare a casa ad occuparsi di giardinaggio o escursionismo; e ringraziare di essersela cavata con una verifica fiscale, di non essere finiti in galera. Col suo “tutti a casa” Beppe grillo teorizza, molto semplicemente, la fine del pluripartitismo. Non a caso ammira Ugo Chavez e Giuseppe Stalin...

O NOI O LORO.
Beppe Grillo non fa distinzioni, non ha rivali, solo nemici ed i nemici sono tutti ugualmente abbietti, devono essere, tutti, eliminati. Eliminati politicamente, s'intende, lui stesso ha parlato di “rivoluzione francese senza ghigliottina”. E' molto umano.
Grillo non si allea con nessuno, non fa compromessi, non cerca mediazioni. Chi non è con me è contro di me. Ma, un simile atteggiamento è incompatibile con la democrazia, e assolutamente incompatibile con la democrazia liberale. Se tutte le forze politiche e sociali hanno diritto di rappresentanza, se tutti gli interessi, le idee, i valori sono legittimi, ad esclusione di quelli che negano agli altri tale legittimità, la ricerca di alleanze, mediazioni, compromessi diventa inevitabile. Anche un partito che ottenesse, per pura ipotesi, il fatidico 51% dei voti sarebbe obbligato, in una democrazia, ad alcuni compromessi: sulla tal legge la sua maggioranza potrebbe scricchiolare, sulla tal altra sarebbe auspicabile un consenso più ampio. C'è un solo modo per evitare ogni compromesso, qualsiasi mediazione: eliminare politicamente tutti i partiti nemici, mandare tutti a casa. Appunto...

NOI SIAMO ONESTI, VOI CORROTTI, LADRI.

Lenin intendeva lo scontro politico come lotta a morte fra sfruttati e sfruttatori, oppressori ed oppressi. Hitler lo considerava come lotta, sempre a morte, fra i  salvatori ed i traditori della nazione. Da una parte i criminali di novembre, i banchieri ebrei e gli ebrei bolscevichi, dall'altra i “veri tedeschi”. In entrambe le concezioni lo scontro è fra bene e male e può concludersi solo con l'eliminazione, quanto meno politica, del nemico. E  dopo l'eliminazione politica c'è stata quella fisica. Grillo sostituisce l'antagonismo sociale di Lenin, e quello nazional razziale di Hitler, con l'antagonismo etico. Onesti contro disonesti, persone per bene contro corrotti, integerrimi contro papponi pregiudicati. Le categorie morali e giuridiche diventano categorie politiche. Non si tratta più di condannare Tizio dopo che la sua colpevolezza sia stata provata in un processo regolare, né si tratta di considerare Tizio un essere moralmente abbietto. Si tratta di far fuori il
gruppo a cui Tizio appartiene che è considerato, a priori, una banda di malfattori. E i malfattori vanno messi in galera, o almeno, mandati a casa, dopo una verifica fiscale. Di certo non si può parlare di alternanza democratica fra onesti e malfattori. L'antagonismo etico di Grillo, esattamente come quello sociale di Lenin e quello nazional razziale di Hitler, è incompatibile con la democrazia pluralista.

NOI SPALLEGGIAMO LA MAGISTRATURA, CAMBIEREMO LA SOCIETA' A COLPI DI MAGISTRATURA.

Negli stati di diritto la magistratura non ha il compito di “cambiare la società” ma “solo” quello di appurare se singoli cittadini hanno o non hanno commesso dei reati. La politica dal canto suo ha il compito di ben governare e fare buone leggi che permettano una decente convivenza sociale. Per parlare di un tema caro a Grillo, quello della corruzione, la magistratura ha il compito
non di “eliminare la corruzione”, ma di valutare se Tizio ha o non ha commesso dei reati collegati alla corruzione; la politica invece ha il compito di creare le condizioni generali che permettano una riduzione della corruzione. Non è un compito impossibile, in fondo. Basterebbe farla finita con l'andazzo secondo cui tutto o quasi deve essere deciso dalla politica, quindi dai partiti; dare più spazio alla autonomia dei cittadini, ridurre lo statalismo riduce anche la corruzione, non farlo la alimenta, malgrado tutti i discorsi ipocriti sulla “onestà” ed il giustizialismo forcaiolo.
Grillo invece confonde, volutamente, i compiti della politica con quelli della magistratura. Vuole attribuire fini politici generali ai magistrati, trasformare i processi in momenti di un repulisti generale.
voi non siete dei giudici; voi siete e non potete essere altro che uomini di Stato e rappresentanti della nazione. Non dovete emettere una sentenza a favore o contro un uomo: dovete prendere una misura di salute pubblica, dovete compiere un atto di provvidenza nazionale
Così affermava Maximilien Robespierre in occasione del processo a Luigi XVI. Dal suo punto di vista aveva perfettamente ragione. Si attribuiscano fini politici generali alla magistratura e compito dei giudici non sarà più quello di appurare la colpevolezza o l'innocenza degli imputati. Sarà quello di “ripulire la società”, di “compiere un atto di provvidenza nazionale”. Tutto questo, ovviamente, è incompatibile col mantenimento delle libertà civili, fa a pugni col principio della presunzione di innocenza, distrugge la libertà individuale e personale. E non ha nulla a che vedere con la democrazia, meno che mai con la democrazia liberale. Ma a Grillo tutto questo non interessa, come non interessava all'”incorruttibile”. C'è davvero da chiedersi se la “rivoluzione francese” auspicata da Grillo sarà davvero “senza ghigliottina”.


PER RISOLVERE LA CRISI BASTA ESSERE ONESTI.

C'è la peste? Impicchiamo gli untori. C'è la crisi? Impicchiamo il “pregiudicato” e con lui tutti gli arraffoni, cioè tutti i politici tranne i “grillini”.
Non serve capire come funziona un sistema economico, quali sono i problemi di una società complessa. Basta linciare i mascalzoni. Come tutte le ideologie autoritarie e totalitarie i “grillismo” è sinistramente semplice. E tragicamente incapace di risolvere i problemi. Si, perché con gli strilli ed i linciaggi si possono eliminare i nemici politici, ma non permettere, ad esempio, all'economia di funzionare. Questo però riguarda il futuro. Nell'immediato una sola cosa conta: sconfiggere il nemico. E il resto? Vedremo.


IO SONO SOLO UNO DEI TANTI, DA NOI DECIDE LA GENTE, VOTANDO IN RETE.
Idiozie. Il movimento 5 stelle non esisterebbe senza Beppe Grillo. In questo il M5S si differenzia nettamente dal partito bolscevico, in cui esistevano molte personalità politiche di primo piano, ed assomiglia invece al partito nazional socialista dei lavoratori tedeschi, autentica creatura, almeno all'inizio, di Adolf Hitler.
Quanto alla democrazia via web... altra idiozia. Democrazia significa regole, procedure, rispetto per i diritti delle minoranze. Il “dialogo” fra leader urlante e massa applaudente non è democrazia, meno ancora lo è il pubblico linciaggio dei dissidenti, il liquidare ogni oppositore come un disonesto. La “democrazia” di Grillo ricorda sinistramente quella della “grande rivoluzione culturale proletaria” del presidente Mao.

TUTTO CIO' CHE SAI E' FALSO.
Lasciamo perdere le contraddizioni logiche insite in un simile enunciato. Se tutto ciò che so è falso, perché dovrebbe essere vera l'affermazione secondo cui è falso tutto ciò che so? Pretendere che Grillo conosca Epimenide cretese ed il celebre paradosso del mentitore è davvero eccessivo. Ma la sua affermazione perentoria: “è falso tutto ciò che sai” dimostra quanto profondamente autoritario sia il suo pensiero. “Voi, comuni mortali rincoglioniti dai media non conoscete, non potete conoscere il vero. Voi credete, ad esempio, che Al Qaeda abbia organizzato gli attentati dell'undici settembre, o che le brigate rosse abbiano ucciso Aldo Moro. Poveri idioti! Dietro questi eventi ci sono oscuri complotti dei “poteri forti”. La Cia, il Mossad, la finanza ebraico sionista, il “pregiudicato” hanno organizzato tutto. Voi non lo sapete, io si.”
Grillo conosce una verità che non può essere conosciuta dai comuni mortali, questi possono solo fidarsi di ciò che lui dice. Certo, qualcuno potrebbe chiedere le “prove” dei vari complotti, delle oscure macchinazioni che Grillo denuncia. Poverino! Non sa che i colpevoli appaiono sempre innocenti, che i complotti perfetti, le diaboliche macchinazioni sono tali proprio perché non lasciano tracce. La mancanza di prove è la prova regina, così, da sempre, ragionano i paranoici del complotto, e Grillo fa interamente suo questo “ragionamento”. Per seguire Grillo occorre credere ciecamente alle sue affermazioni, si deve considerare il demagogo genovese l'unica persona sincera in un mondo di perversi mentitori.
Un personaggio secondario nella storia del pensiero, un certo Aristotele, ebbe a dire che se un uomo ritiene di essere l'unico savio al mondo è molto probabilmente pazzo. Grillo non sarebbe d'accordo con lo stagirita, forse lo accuserebbe di essere un corruttore; per lui è la stragrande maggioranza degli esseri umani ad essere formata da pazzi, o da disonesti. Si salvano solo coloro che prendono per buono tutto ciò che lui dice.

Potrei continuare ma può bastare. La ideologia grillina è del tutto incompatibile con la democrazia pluralista, meno ancora è compatibile con le libertà liberali. Il mondo di Grillo è un mondo in bianco e nero: buoni contro cattivi, onesti contro furfanti, redenzione contro perdizione. Si tratta della visione del mondo tipica di tutti i totalitarismi, di destra o di sinistra.
Molti considerano “divertente” Grillo. Io ero fra questi. Mi divertivano a volte le sue sfuriate e dovevo riconoscere che, ogni tanto, gli capitava per caso di dire qualche verità. Ora non mi diverte più. Ora, per colpa gravissima della italica classe politica, il demagogo è diventato molto pericoloso. Sottovalutarlo sarebbe il peggiore degli errori. Qualcuno forse pensa: “beh, possiamo anche provarlo, saremo sempre in tempo a liberarcene”. E' un errore. E' molto, molto difficile liberarsi dei demagoghi una volta che questi si siano appropriati del potere. Meglio, molto meglio cercare di bloccarli prima.
Prima che sia troppo tardi.

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